Non si è parlato soltanto del ricorso al Tar sul ballottaggio nella conferenza del centrodestra di ieri pomeriggio. In prospettiva – se la battaglia legale non ribaltasse l’esito che sta mandando alla sfida finale Barbara Minghetti e Alessandro Rapinese – c’è il tema su chi appoggiare o, forse meglio, se appoggiare qualcuno o meno.
Su questo si è espresso il deputato di FdI Alessio Butti: “Non possiamo accettare apparentementi con nessuno – ha subito premesso – I partiti sono importanti non solo perché sono inseriti nella Costituzione e sono regolati da statuti e regolamenti al contrario delle liste civiche, ma perché rappresentano il baluardo della democrazia. Quindi non possiamo assolutamente concepire chi si è scagliato contro i partiti con una certa veemeneza (il riferimento è ad Alessandro Rapinese, ndr). Per contro, è ontologica la nostra posizione nei confronti del centrosinistra, quindi faremo valutazioni, ascolteremo se ci sarà qualcosa di ascoltare, e poi decideremo”.
Mentre il segretario cittadino della Lega, Daniele Peduzzi, alla richiesta di un commento sul pesante calo del partito in città ha ribattuto che “sono qui non per fare valutazioni politiche ma tecniche” sul ricorso, più duro sulla situazione di Como è stato il coordinatore provinciale di Forza Italia Mauro Caprani: “Il risultato non è soddisfacente, le elezioni sono una scienza quasi perfetta, dunque è evidente che qualcosa non ha funzionato e non da ora ma da più lontano”.
Inevitabile affrontare anche il tema della spaccatura del centrodestra con la lista Verde è Popolare che ha candidato sindaco Vincenzo Graziani nonostante all’inizio della campagna elettorale fosse unita a sostegno di Giordano Molteni e presente con tanto di simboli sui primi manifesti.
Pesante sullo strappo poi maturato in corsa è stato il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari, anche alla luce del fatto che i 218 voti presi da Vincenzo Graziani si stanno ormai rivelando davvero decisivi per il mancato ballottaggio del centrodestra a favore di Rapinese (davati a Molteni per poco più di un centinaio a una sezione dalla fine dello spoglio): “Non siamo noi che non l’abbiamo tenuto dentro noi, sono loro che sono usciti per motivazioni non proprio nobili. Questa è una responsabilità loro: Verde è Popolare era seduta al nostro tavolo nel giorno della presentazione di Molteni, poi qualche giorno dopo hanno deciso di lasciare con motivazioni che non voglio essere qui io a dire ma nulla avevano di nobile”. Chiosa di Molinari infine sulla soddisfazione per l’exploit della lista di FdI, giunta al 12.6%: “Come Fratelli d’Italia ovviamente siamo soddisfatti del risultato di lista perché abbiamo sostanzialmente triplicato i voti di 5 anni fa e siamo tra i migliori del Nord Italia. Avrei comunque preferito uno 0,5 in meno ma andare al ballottaggio”.
4 Commenti
Evidentemente l ‘ex vigile urbano poteva chiedere quel che chiedeva… Certo che perdere x colpa di un “ghisa”. Ahahah
se non ci si è accorti che molti partiti ad oggi sono il fallimento della partecipazione civile (della popolazione) ed una delle cause dell’astensionismo, sventolandoli come il baluardo delle democrazia solo perchè lo dice la Costituzione e non invece per il modello di associazionismo che l’Assemblea Costituente nel 1947 pensava e promulagava …..credo che dobbiate togliere dai vostri occhi quella coltre di cecità sui vostri errori.
L’ultima volta di AN alle comunali (2007) prese il 11.5 mettiamoci l’1 per cento della lista fiamma tricolore arriviamo al 12.5.
Tenendo conto quello che è successo tra PdL prima e il successo della prima Lega di Salvini dopo che ha portato via voti a destra, quest’ultima all’epoca in disarmo per la questione Fini . Oggi FdI riprende i voti che aveva, quindi va bene esultare ma non so fino a quanto.
Paragone calcistico: la squadra campione in carica parte per vincere tutto, poi vista la campagna acquisti e il campionato ci si accontenta di un posto in champions e poi si finisce retrocessi e si tenta di chiudere con un ricorso per sviste!!!
Bisogna prendere atto che questa è una sconfitta politica su tutta la linea; non si è riusciti a portare la gente a votare visto che erano la maggioranza uscente, il distacco con il csx è una voragine e in più beffa delle beffe i sovranisti battuti dal vero populista in corsa nelle elezioni!
Molinari potrebbe fare un ricorso al Tar per l’uscita del Signor Graziani…