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Bartolich da Rapinese? Stamattina incontro Minghetti-Graziani. Iniziano le grandi manovre per il ballottaggio

Adria Bartolich, partendo da sinistra, va al comizio di Alessandro Rapinese? Vincenzo Graziani, facendo il percorso inverso, incontra Barbara Minghetti. Sono iniziate, insomma, le grandi manovre in vista del ballottaggio che il 26 giugno vedrà la supersfida tra l’indipendente e l’esponente del centrosinistra.

Come noto, ieri ha destato scalpore la sorta di endorsement della candidata sindaco di Civitas e Bene Comune verso Alessandro Rapinese, secondo la versione ufficiale incontrato casualmente dopo una birra esattamente dove teneva il comizio ma a quanto risulta a chi scrive – indagando sul non detto ufficiale e sui dietro le quinte – in realtà una stretta di mano molto meno casuale di come è stata descritta (che non significa apparentamento, ovviamente, ma ignorare il significato di un gesto simile nel momento più caldo e dirimente della campagna elettorale sarebbe come minimo da ingenui). Il male minore: così sarebbe identificato Rapinese rispetto a Minghetti, con la quale – storia ormai arcinota – Bartolich e Civitas (peraltro presente anche Bruno Magatti al comizio del candidato indipendente) ebbero uno scontro ai tempi della scelta della candidata sindaco che poi portò alla spaccatura e alle due corse concorrenti. Alla fine i numeri hanno detto Minghetti al 39,4% con 12.173 voti e Bartolich al 3,68% con 1.137 preferenze.

Ma, come si accennava, anche Minghetti si sta muovendo per capire possibili convergenze sul suo nome in vista del 26 giugno. In questo quadro si inserisce il caffè bevuto questa mattina in piazza Roma con Vincenzo Graziani, candidato sindaco della lista Verde è Popolare che con le sue 233 preferenze è costato la sconfitta del candidato del centrodestra, Giordano Molteni (8.341 voti contro gli 8.443 di Rapinese, una differenza di sole 102 crocette). Cosa si sono detti Minghetti e Graziani? Impossibile saperlo, nessuno conferma nemmeno il faccia a faccia (che è certo). Ma i testimoni – la città, notoriamente, è piccola – parlano di un confronto abbastanza approfondito e molto cordiale. Che poi questo significhi un appoggio dell’ex comandante della Polizia locale alla candidata del centrosinistra, ovviamente, è assolutamente impossibile dirlo qui con qualche certezza.

Per chiudere, va segnalato che al momento l’unica indicazione netta a favore di uno o dell’altra per il ballottaggio è arrivata da Roberto Adduci (0,44% e 136 voti), schierato apertamente con Rapinese. Inutile dire, insomma, che al netto di questi movimenti, le vere incognite capaci di sbilanciare pesantemente il tavolo a favore di uno o dell’altro, restano due: l’astensionismo al secondo turno (nel 2017 si passò dal 49% al 35) e l’eventuale schieramento dell’arsenale di voti incamerato comunque dal centrodestra.

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13 Commenti

  1. Bella mossa contattare uno che, in totale, ha preso meno voti di un consigliere di media entità. Il Napoli ingaggiò Maradona per vincere lo scudetto. Comunque i migliori rimangono Molteni & C., che ancora sperano di vincere un ricorso postumo per poi prendere una sonora batosta al ballottaggio. Ma veramente ci credono ancora? Si divertono a far perdere tempo e soldi pubblici? Non hanno capito che devono sloggiare? La Zarina ha capito che nonostante l’appello del suo fedelissimo ormai per fortuna ex Sindaco dovrà tornare a rispondere al telefono del 118 (e lo scrivo col massimo rispetto per tale lavoro)? Basta, è finita! Se ne facciano una ragione.

  2. Sono stati landrisciani e leghisti, col voto disgiunto, ad impallinare Molteni sul filo di lana.

    Poi, certo, sono teoricamente mancati i voti di rincalzo di Graziani, ma il ri-presentarsi in proprio di “Verde è popolare”, al di là di ciò che lo ha causato, avrebbe dovuto piuttosto consigliare alle basi dei partiti di destra maggiore coerenza nel votare.
    Invece, non avendo digerito, né gli uni né gli altri di cui detto sopra, il candidato sindaco scelto da Fratelli d’Italia, quello che avrebbe dovuto rimanere un segnale di disagio, un gesto stizzito di fronda consegnato alle urne, si è trasformato, dato l’esiguo divario tra i due candidati secondi al ballottaggio, nella condanna a morte delle fortune politiche dell’intera coalizione di centrodestra a questa tornata elettorale.
    Un vero e proprio catastrofico autogol!

    Adesso i traditi Fratelli d’Italia e gli inascoltati forzisti, al ballottaggio, che faranno?

  3. Ma diamo spazio a chi vuole dare ossigeno (finalmente)ad una città che annaspa!
    Abbiamo il coraggio di voltare pagina anzi cambiamo libro. Incoraggiamo chi porta avanti un programma che tiene conto dei giovani, della cultura del vivere la contempeaneita’ con idee nuove e costruttive che possano dare a Como, nuovamente, orgoglio e dignita’ e non incoraggiamo l’immobilismo/populista

  4. Questa eterna idea che i voti siano proprietà di qualcuno e possano essere barattati con qualche poltrona!
    Che schifo! x questo vincono tipi COME RAPINESE e questi imbecilli dei partiti non la capiscono!!!
    Avanti così!

  5. Mi sembra chiaro che Rapinese sindaco sia l’unica alternativa seria per Como e i Comaschi, consegnare la citta alla sinistra sarebbe un puro suicidio.

    1. Mi sembra un’ottima strategia: imbarcare Bartolich e Magatti così da non consegnare la città alla sinistra!

  6. Quando ti vota lo “zero e virgola” degli elettori, si può anche pensare di conoscerli tutti ma essere confidenti di poter direzionare le loro preferenze al ballottaggio è un po’ azzardato. In quello ha ragione Rapinese che ha detto che in questi quindici giorni si rivolgerà direttamente agli elettori (compresi i due elettori Bartolich e Magatti 😊). Tra l’altro, chi è stato così poco convincente da raccogliere poche centinaia di voti di amici e parenti, sarà più convincente nell’invitare a votare Tizio e non Caio al ballottaggio? Mah….

  7. Rapinese vuole annientare i partiti e da dove inizia? Ospitando Bartolich e Magatti al proprio comizio. Guardali come sono sorridenti!

    Annamo bene!

    Mossa che scompiglia l’elettore medio di destra, secondo cui “non possiamo mica votare Minghetti, che altrimenti mandiamo i comunisti al potere!”.

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