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Scuole al San Martino, Bartolich stronca: “Inutile e dannoso. Anfiteatro, residenze universitarie e parco: le mie proposte”

Si riapre il dibattito sul futuro dell’ex ospedale psichiatrico al San Martino. A riproporre il tema è la candidata sindaca Adria Bartolich che lo fa partendo da una stroncatura assoluta, quella riservata al progetto della Provincia di spostare lì alcune scuole superiori, a partire dal Setificio, creando una sorta di campus studentesco.

“La Provincia si è recentemente espressa per il concentramento delle scuole superiori nelle strutture inutilizzate dell’ospedale psichiatrico al colle San Martino – scrive Bartolich – Questa intenzione è stata definita genericamente Campus Studentesco: una cosa che nessuno in città si è mai sognato di chiedere. Dopo la fuga del Politecnico di Milano da Como (ennesima occasione perduta dalla politica locale) potrebbe caso mai avere a un senso nel riordino delle sedi universitarie cittadine, attualmente sparse qua e là in edifici spesso inadeguati e poco funzionali, a parte la sede di Sant’Abbondio e di via Valleggio (il Setificio)”.

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“E’ sorprendente con quale fantasia si lancino proposte così inutili, facendole passare per interventi necessari alla città – prosegue senza mezzi termini Bartolich – Anche provando a ragionarci sopra, francamente è difficile capire quali sarebbero i vantaggi collettivi di questo “sradicamento” delle sedi scolastiche dalla trama della città, soprattutto alla luce delle tragiche esperienze locali. Abbiamo assistito al decentramento dell’Ospedale Sant’Anna, trasferito altrove in vista di un vasto progetto immobiliare sulle sue stesse aree, con tanto di autosilo pubblico nella Val Mulini, pagato dalla collettività, realizzato e ora quasi del tutto inutilizzato”.

Dopo aver ulteriormente bocciato quella che “ci pare una fuga in avanti assolutamente pericolosa”, Bartolich avanza alcune proposte che pubblichiamo di seguito:

a) avviamo un programma di graduale apertura del bellissimo parco del San Martino alla città, creando percorsi ciclabili, sentieri botanici, aree per agricoltura urbana e lavoriamo per creare, nelle parti attualmente libere degli stabili esistenti, un nuovo Polo Universitario in ambito agricolo-botanico-alimentare, votato alla salvaguardia e allo sviluppo del territorio che costituirebbe il livello formativo conclusivo del settore che nella Fondazione Minoprio ha una delle eccellenze del nostro territorio provinciale;

b) utilizziamo i restanti edifici , attualmente non utilizzati , come residenze per studenti universitari, oggi praticamente inesistenti;

c) creiamo sulle pendici del colle un ampio luogo naturale ad anfiteatro per gli spettacoli all’aperto della “ Como città turistica”. Se la Como turistica potesse usufruire di una spazio a gradoni , modulato sulle curve di livello esistenti, per spettacoli musicali e teatrali all’aperto, tutta l’area est della città sarebbe rivitalizzata.

d) ampliamo e miglioriamo anche gli attuali parcheggi di via Castelnuovo, oggi sottoutilizzati.

“Fermiamoci un attimo a pensare quanto sia stata dannosa per le nostre città una logica dello sviluppo da anni ’60, quella che ha riempito di cemento gli spazi urbani, con la contestabile logica di chi pensava e forse ancora pensa, che basti qualche infrastruttura e un po’ di soldi, e lo sviluppo arriva d’ufficio – conclude la candidata sindaca – Non è mai stato vero , né allora né tanto meno oggi. Gli spazi delle città, italiane spesso di pregio sul piano artistico, hanno bisogno di interventi mirati e di qualità. Non di aumenti di volumetrie (e ulteriore consumo di suolo) in aggiunta ad altre che si svuotano senza sapere cosa farci dentro. Incominciamo finalmente a pensare la città come un sistema complesso e unitario e non come un sistema a lotti su cui intervenire con progetti parziali e scollegati dal resto della città”.

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Un commento

  1. Sarebbe bello ed utile riuscire a creare un percorso ciclopedonale che colleghi il quartiere di Lora con la città: ad oggi l’unica possibilità è pedalare sulla Cappelletta o da Via Carso; oppure, a piedi, sfruttare un sentiero molto stretto che parte da via Pannilani e sbuca in via Crotto del Sergente.

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