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Bello, bravo e (politicamente) sanguinario. Forza Italia, oggi nasce Alessandro il Terribile

Probabilmente gli occhi azzurri, l’innegabile savoir faire, una certa eleganza di fondo ingannano (anche i cronisti). Eppure, con oggi, si può certificare un dato politico di fondo: Alessandro Fermi, oltre che indubbiamente abile, sa essere politicamente cattivo. Cattivissmo. Spietato, a dispetto dell’aspetto da “principe”.

Non bisogna andare molto lontano per comprendere come oggi la maschera buona del galantuomo gentile e comprensivo con tutti, nemici inclusi, sia irrimediabilmente caduta (come, peraltro, accade a tutti i leader politici, locali o nazionali che siano). Dunque, facciamo 3 passi indietro. Un indietro vicino-vicino, a dire il vero.

Autunno 2017. Alessandro Fermi e Gianluca Rinaldin (quest’ultimo l’uomo che 5 anni prima portò il primo in Forza Italia strappandolo ai nascenti Fratelli d’Italia), apparentemente si avviano verso una campagna elettorale per le regionali sulla stessa lunghezza d’onda. O almeno così pensava soprattutto Rinaldin.

Il quale, invece, inizia a percepire sempre più nitidamente che quello che appariva un obiettivo condiviso con Fermi (sostenere assieme l’ingresso in Regione di Domiziana Giola, quando ancora il coordinatore provinciale forzista pareva destinato a un assessorato) diventa minuto dopo minuto una chimera.

Giola e Fermi

Fermi, infatti, compie l’ormai celeberrimo parricidio politico: rompe con Rinaldin, ufficialmente dichiara che non sosterrà nessuno degli altri candidati di Forza Italia alle regionali, ma nei fatti si affianca piuttosto chiaramente a Federica Bernardi, “abbandonando” al suo destino Domiziana Giola. La fine della storia, invero, è stata beffarda: Fermi non diventa assessore ma presidente del consiglio regionale e dunque non libera un secondo posto al Pirellone. In apparenza, entrambe le contendenti al sotto-soglio milanese rimangono escluse. Non sarà così, in realtà, come vedremo. E intanto la ferita tra le due fazioni continua a sanguinare copiosamente.

Ma questo primo passaggio già coincide con il secondo, nel veloce cammino verso l’esplosione del Conducator Fermi.

Aprile 2018. A urne ancora calde, Domiziana Giola lancia accuse pesantissime di tradimento e scorrettezze verso Fermi, colpevole dal suo punto di vista di aver sostenuto “sotto banco” Federica Bernardi alle regionali a suo discapito. E il neopresidente del consiglio regionale come risponde? Con la più crudele e spietata della mosse: poche settimane dopo il voto lombardo e a polemiche interne sempre roventi, porta con sé Federica Bernardi nello staff in Regione.

Il messaggio all’ala-Giola di Forza Italia è chiaro: più sbraitate, più comando io.

E arriviamo a oggi, terzo anello della caten(in)a.

23 Maggio 2018. Dopo averlo ampiamente annunciato in precedenza, Alessandro Fermi ufficializza l’addio al ruolo di coordinatore provinciale di Forza Italia con una lettera inviata alla coordinatrice lombarda (uscente), Mariastella Gelmini.

Estremamente istituzionali i toni della nota ufficiale, in cui si legge che “i molteplici e improrogabili impegni istituzionali non mi consentono di dedicarmi appieno – come penso di aver fatto sino ad oggi – alle attività del partito a livello locale”, da cui le dimissioni e il testimone passato (“Sino all’indicazione del nuovo Coordinatore provinciale da parte del partito”) ad altri.

Un “altri” che tecnicamente è ineccepibile visto che, in assenza di un commissariamento, la palla tocca tipicamente all’allenatore in seconda. Ma nella Forza Italia comasca, il secondo “mister” non è uno qualsiasi. Si tratta del vicecoordinatore vicario di Forza Italia, Mauro Caprani. Ovvero, l’uomo più vicino di tutti a Fermi nel partito, il suo caposegreteria, il suo braccio politico e talvolta “armato” in ogni azione sul territorio, il cannone puntato contro l’ala-Giola ad alzo zero. Il diavolo, per l’ala rivoltosa dei forzisti lariani già arrivati a parlare di partito lacerato e diviso per l’azione dell’allora coordinatore provinciale.

Caprani: l’uomo che al culmine delle polemiche con Domiziana Giola e i suoi sostenitori per il trattamento ricevuto in campagna elettorale, bollò il fronte in protesta come “incapaci elettorali” annunciando un suo possibile passo indietro (peraltro mai avvenuto). Insomma, la famosa goccia di veleno nell’ampolla già satura.

Tutto questo può voler dire una cosa sola: nel volgere di 8-10 mesi Fermi non solo ha largamente vinto la battaglia elettorale con la frazione ribelle dei forzisti. Subito dopo, ha espressamente voluto stravincere. E ora ha deciso passare sopra ciò che resta dei vinti con il trattore (o con la ruspa, se si vuole),

Alessandro il Terribile è uscito allo scoperto, dunque. E non fa prigionieri.

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6 Commenti

  1. Bah.. a me risulta che parliate del terzo più votato in assoluto alle ultime elezioni regionali, o, leggendo le preferenze insieme al collegio, del più votato in assoluto!

    Quindi forse le analisi per cui vi spalleggiate a vicenda potrebbero anche essere un po’ sballate!

  2. Per capire chi è davvero Fermi non ci dimentichiamo che ai tempi della giunta, quando ancora sperava di diventare assessore, ha giurato e spergiurato in pubblico che non avrebbe mai fatto il presidente del consiglio regionale. Cosa fa oggi? Il presidente del consiglio regionale. Che pena. E poi ci si lamenta che con personaggi così Forza Italia perda voti.

  3. Grazie a Giorgio per la condivisione, leggo che abbiamo la stessa sensibilità sulla faccenda.
    Auguriamoci che qualcosa cambi , anche se ne dubito fortemente

  4. Purtroppo e nonostante tutto continuiamo a voler bene a Forza Italia ed a riconoscerci nei suoi valori.
    Per questo ci fa ancor più male vedere tutto questo e come queste persone abbiano portato il partito a livelli di disaffezione .
    Sarebbe opportuna una seria verifica da parte dei vertici , ma anche i vertici , Maria Stella Gelmini in testa , hanno ben poco interesse per il nostro territorio

  5. Stiamo parlando del coordinatore provinciale di un gruppo di 37 iscritti, non dimentichiamolo… Praticamente meno di una riunione condominiale. In un partito in vertiginoso calo di consensi. Non esageriamo nel dare importanza a certe questioni e certi personaggi.
    Il problema, piuttosto, è che questi 37 iscritti, purtroppo, riescono a condizionare la vita di tutti, e come sottolineato da Carlo, a favorire spudoratamente certe aree del territorio (o certi progetti) a discapito di tutto il resto.

  6. Occupazione del potere e sicuramente Fermi ne ha molto.

    Concordo modi ineffabili, grande capacità politica , intelligenza al proprio servizio , è stato abile nel gestire tutte le situazioni a proprio uso e consumo usando le persone a seconda delle convenienze.
    Ma anche grande freddezza si è interessato solo delle vicende che potessero accrescere il proprio potere “dimenticandosi” di aiutare parti del territorio che riteneva ininfluenti per lui.
    Meglio seguire l’Erbese , la zona del lago ma ci sono tanti angoli della nostra Provincia dimenticati dove Forza Italia non ha alcuna visibilità nessun uomo del territorio , nessuna possibilità di essere rappresentata .
    In questo modo le persone si disaffezionano e si allontanano

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