La battaglia del deputato Alessio Butti, che da giorni contesta i costi del preventivo messo a punto da Villa Erba per ospitare uno dei due hub vaccinale nei padiglioni, sembra fare proseliti.
Anzi, per la precisione si connette con le perplessità storiche di Bruno Magatti e della lista Civitas su gestione, assetto, priorità, conti del polo cernobbiese. Oggi, in una lunga nota, il tema torna alla ribalta, sebbene sotto una luce diversa: quella del potenziale conflitto di interessi nell’assegnazione di Ats a Villa Erba di hub vaccinale.
“Fermiamoli prima che vada in scena l’ultimo maxi spreco di Regione Lombardia”, è l’incipit del documento di Civitas.
“Si torna a guardare all’urgenza sanitaria come occasione di business: un insulto a tutti i cittadini comaschi – prosegue la nota – Non mancano, infatti, strutture pubbliche in grado di sopperire agevolmente a questi carichi con costi in house decisamente inferiori”.
Ma la lista civica si spinge oltre.
“Ats Insubria è braccio operativo di Regione Lombardia che possiede il 21,05% di Fondazione Fiera Milano. Quest’ultima ha una partecipazione del 21,244% in Villa Erba S.p.a. Chiediamo: sarebbe corretto un incarico lucrativo da Regione Lombardia a una società che per tramite della propria società Fondazione Fiera Milano porterebbe a Regione stessa un utile?”, è la domanda.
“Gli scenari che si aprono in termini di opportunità devono avere rilevanza pubblica e un’accurata verifica di conflitti d’interessi – dice la nota – L’esorbitante pretesa rispetto alla proposta di Lariofiere (100mila euro + parcheggio gratis) impone di non sottovalutare tali aspetti. L’eccessivo costo pone chiaramente l’offerta di Villa Erba S.p.a. del tutto fuori mercato rispetto all’esigenza di ospitare l’Hub vaccinale”.
“In secondo luogo, esiste un problema in tema di bisogni e rischi. Regione Lombardia ha in buona parte smantellato il sistema di prevenzione (gestione dei rischi) e ha investito, anche per mezzo di privati, nei sistemi di diagnosi e cura (gestione dei bisogni) – è la conclusione – La pandemia ha evidenziato l’impreparazione di Regione Lombardia. I mancati investimenti, le mancate risorse (umane e materiali) e i mancati aggiornamenti dei piani pandemici regionali hanno inciso sulle vite dei cittadini lombardi. Gli Hub vaccinali devono essere all’interno di strutture degli Enti Pubblici Territoriali (in primis Ats e comuni) senza ricorrere a sistemi costosi e inefficienti già visti nei sistemi di diagnosi e cura”.