“La decisione di chiudere il campo governativo di via Regina dimostra come si affrontano le complesse situazioni del Paese, nascondendo e negando la realtà”, duro atto d’accusa, ieri sera a Palazzo Cernezzi dalla consigliera Dem, Patrizia Lissi.
“Pochi giorni fa 70 migranti sono stati trasferiti in altre località senza un minimo di preavviso, senza la minima considerazione per queste persone, per il loro iter istituzionale già iniziato e senza rispetto per le associazioni, il terzo settore, i volontari, gli avvocati, gli infermieri e i medici che dal 2016 offrono le loro competenze e la loro umanità per rendere il campo più accogliente e dignitoso, agendo sempre nella completa legalità, in un rapporto stretto con l’istituzione, la Questura, la Prefettura. Sappiamo benissimo che gli sbarchi sono diminuiti ma che il fenomeno migratorio non si fermerà, che la città di Como, essendo di frontiera, sarà sempre un luogo di attrazione per tante persone che cercano di passare il confine sperando in una vita migliore”.
Poi parole dirette al vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali, Alessandra Locatelli: “Come ha fatto comodo l’impegno di tante persone, come fa comodo, assessore ai Servizi sociali, telefonare e chiedere aiuto ad altri soggetti per risolvere un problema urgente, difficile, lavandosene le mani, tanto ci penserà qualcun altro, sarebbe stato il caso di avere poi altrettanta correttezza e delicatezza verso questi volontari”.
Locatelli: “Nessun migrante deportato da via Regina, abbiamo dato sollievo alla città”
A proposito della proposta di mettere i cancelli ai portici di San Francesco (arrivata da Confersercenti), Lissi ha detto: “Sento sempre ripetere che non ci sono soldi. Stranamente, però, li troviamo per tagliare gli alberi, per togliere le panchine, mettere il filo spinato, per fare “pulizia” alle 5 del mattino a San Francesco, per mandarvi 7 vigili quando le periferie restano sguarnite, dopo che la Giunta Lucini aveva fatto in modo di organizzare una presenza assidua della polizia locale”.
“Dunque – ha proseguito – ci sono i soldi per i cancelli che avete annunciato di mettere per impedire a chi è meno fortunato di noi di dormire sotto i portici perché non ha alternativa? E non esistono vincoli architettonici? La Sovraintendenza cosa dice? Poi, si metteranno i cancelli ai portici Plinio, in via Pretorio, davanti al Tribunale? È questo che volete? Ripeto: davanti alla povertà e a chi ha bisogno non si trovano soluzioni, non si affronta il problema, lo si nasconde. Allora diteci cosa abbiamo speso e cosa spenderemo”.
Per Lissi la volontà è solo distrarre i cittadini: “Intanto che si fa i forti con i deboli e si dimentica la parola dignità, si focalizzano i cittadini su queste questioni, mentre la chiusura di alcuni servizi alle famiglie (lo spazio giochi di via Palestro, il Centro di aggregazione giovanile di Sagnino), passa sotto silenzio. Per non parlare dei 75 bambini che vengono esclusi dai nidi, dopo che l’amministrazione Lucini aveva azzerato le liste d’attesa, e nessun vostro parlamentare si è fatto vedere o sentire. Ma questo non bisogna dirlo, altrimenti come farete ad urlare ‘prima gli italiani’?”