La decisione della giunta comunale ormai è presa in maniera definitiva e ufficiale: la materna di Ponte Chiasso chiuderà. Partita ormai chiusa, dunque, ma alla luce dell’esito oggi il Pd ha diffuso una nota decisamente critico, che pubblichiamo di seguito.
Basta trattare le persone come numeri. Le motivazioni del Sindaco a sostegno della chiusura della scuola dell’infanzia di Ponte Chiasso si basano solo su numeri, percentuali di occupazione e addirittura su una stima delle distanze dalle due scuole più vicine a quella di cui si annuncia la chiusura. E comunque 28 bambini e quindi 28 famiglie non sono certamente pochi.
Poi, ovviamente, c’è la solita motivazione basata sui costi: risparmio di energia elettrica, di manutenzione e di gestione. Ormai l’amministrazione comunale si comporta come quelle imprese che pensano solo a fare utili. Invece di investire, programmare e progettare, preferisce tagliare senza valutare le ripercussioni sociali delle proprie scelte. Il welfare indiretto attraverso l’erogazione di servizi essenziali quali quelli forniti da una scuola d’infanzia non conta più nulla, nonostante l’ assemblea che si è svolta il 18 settembre alla scuola primaria di Ponte Chiasso. In quella occasione genitori e docenti hanno fatto proposte precise e richieste concrete per non chiudere la scuola materna.
Troviamo ridicolo il fatto che mettano le distanze di percorso da una scuola all’ altra in linea d’aria, quando a piedi, in auto o in autobus, la distanza è decisamente più ampia e il tempo necessario, nell’ora di punta, non indifferente.
Sottolineiamo, inoltre, la mancata risposta all’interrogazione del capogruppo PD Patrizia Lissi, nella quale chiedeva al Sindaco di dire ai cittadini quali scuole avrebbe chiuso o accorpato.Il PD di Como e il Circolo PD Como Nord “Elide Greco”
2 Commenti
“Un numero minimo di alunni per classe e istituto scolastico, una soglia minima di parti annui per reparto di ostetricia, un certo numero di abitanti per la farmacia, per la caserma dei carabinieri, per l’ufficio postale, lo sportello bancario e così via. Tendenzialmente soglie elevate e fisse, a prescindere dalla densità demografica, dalla geografia e dalla topografia dei contesti.
Un vero capovolgimento di senso: la dimensione prima dei bisogni; il numero prima della vita; l’efficienza prima dell’efficacia; il processo prima dell’essenza.”
https://www.rivistailmulino.it/a/un-futuro-per-i-luoghi-demograficamente-rarefatti
Tutto bello e condivisibile, quando parliamo di un paese dell’Aspromonte, distante diversi km dal più vicino centro erogatore di servizi. Qui invece parliamo di una frazione cittadina, ben collegata alle altre, ove sono presenti plessi più moderni, funzionali, e perfettamente in grado di accogliere il (tutt’altro che crescente) fabbisogno educativo.