Ieri la Uil ha diffuso i dati degli alloggi comunali sfitti a Como, ben 221 a cui se ne aggiungono anche altri occupati (qui lo studio completo). Una situazione antica, quella del patrimonio di Palazzo Cernezzi, che in prospettiva potrebbe trovare nuovi soluzioni con il passaggio in blocco degli alloggi alla gestione Aler (già in corso). Il Pd di Como, però, proprio su questo aspetto lancia alcuni moniti in una nota diffusa oggi.
“Gli articoli usciti sulle testate locali riguardanti l’emergenza abitativa nella città di Como sono tutt’altro che incoraggianti. Oggi, con l’aumento del costo della vita e delle abitazioni, che registrano impennate anche sul territorio di Como e provincia, le famiglie fanno sempre più fatica a permettersi una casa. Ma a rendere ancor più preoccupante il quadro è la situazione dell’edilizia residenziale pubblica, sulla quale ci siamo già espressi più volte in passato” affermano nel comunicato il segretario cittadino del PD Daniele Valsecchi e i consiglieri comunali dem Patrizia Lissi e Stefano Fanetti.
“Secondo il report fornito da Uil – proseguono gli esponenti del Pd – il Comune di Como è proprietario di 777 immobili destinati ad alloggi di edilizia residenziale pubblica. Di questi, solo 506 hanno un contratto di locazione in vigore o sono assegnati in gestione alle Politiche Sociali, 11 sono occupati abusivamente, mentre per 39 sono stati programmati interventi di manutenzione straordinaria già prima dell’Amministrazione Rapinese, con Landriscina, ma a oggi solo 4 sono stati ristrutturati. E i restanti 221? Sfitti, in attesa di messa a norma. Si tratta del 28%, ovvero più di un alloggio su quattro, che potrebbero dare riparo e respiro alle tante persone in difficoltà presenti sul nostro territorio”.
“A luglio, l’Amministrazione comunale ha frettolosamente approvato una convenzione con Aler per il passaggio di 297 alloggi, consegnando alle minoranze all’ultimo momento la documentazione sul tema e di fatto liquidando con leggerezza una questione particolarmente importante, in quanto interessa la porzione di cittadinanza più fragile – aggiungono Valsecchi, Fanetti e Lissi – E nei mesi a venire non sembra essere stato dato maggior peso al problema. Il passaggio ad Aler non deve essere un disimpegno dell’Amministrazione, che ha il dovere di occuparsi della crisi abitativa e di dare risposte ai propri cittadini, in un periodo storico tutt’altro che semplice”.
“A maggior ragione – è la conclusone – visto che la ristrutturazione degli alloggi dovrà essere comunque finanziata dal Comune e non è tramite la cessione che la questione è stata risolta. Aler si occuperà della gestione ordinaria. Per la manutenzione straordinaria, invece, segnalerà al Comune le necessità, ma dovrà poi essere quest’ultimo a finanziare gli interventi. E’ necessario, dunque, che l’Amministrazione si preoccupi che l’enorme quantità di alloggi sfitti ceduti venga riqualificata al più presto, investendo in tal senso, tanto più che la fine del 110% (il passaggio ad Aler era stato presentato anche come un modo per accedere ai bonus), riguarda pure gli interventi svolti dalle aziende di gestione dell’edilizia residenziale pubblica. Gli edifici sfitti devono tornare al più presto a essere una preziosa risorsa per i comaschi”.
Un commento
Perchè il PD e altri che hanno governato la Città negli ultimi decenni non provano una volta tanto ad assumersi le loro responsabilità eppure è di tutta evidenza una gestione disastrosa. Forse, se negli anni passati, vi fosse stata un minimo di gestione oculata e fossero state fatte le varie manutenzioni oggi non ci sarebbe bisogno di una valanga d’interventi straordinari e gli immobili sarebbero in godimento agli aventi diritto non agli abusivi.