Lascio, non lascio anzi raddoppio. A leggere tra le righe – ma soprattutto dopo averglielo chiesto apertamente – ecco spuntare un profondo senso civico e la voglia sincera di fare qualcosa di importante per la città. Che amasse Como era evidente anche negli anni passati, quando Alessandra Bonduri aveva ricoperto, in quota Lega, la carica di assessore alle Politiche Educative e Giovanili durante l’amministrazione del sindaco Mario Landriscina.
Ecco allora che, quando alcuni giorni fa la neo-sposina Alessandra aveva postato un lungo messaggio su Facebook in tanti si erano chiesti cosa significasse. Chiare le sue parole: “Un nuovo capitolo della mia vita si è appena aperto e, con esso, la necessità di dare priorità a ciò che conta per me veramente. Dopo il matrimonio, l’impegno nello studio legale di famiglia (come scribacchina, sottolinea) e la mia collaborazione nell’associazione “Il Laboratorio dei Talenti” che tanto mi appassiona, ho deciso di prendermi una pausa dal pensare politico. In realtà, questa pausa è iniziata già da tempo, esattamente dopo l’esito del voto che ha visto vincere il sindaco Rapinese. Tuttavia, ora sento il bisogno di fare un ulteriore minuscolo passo indietro ed osservare tutto con maggiore distacco, per capire cosa è veramente importante per me e come voglio contribuire magari in futuro alla mia comunità. È necessario rompere le vecchie liturgie nel nome di un nuovo modo di agire, fatto collegialmente e con l’obiettivo di far respirare aria nuova e fresca alle persone, che sono sempre più in difficoltà. Ieri, un mio carissimo amico mi ha detto: “Danda, hanno tutti problemi… Siamo in una epoca dove tutti li hanno”. Questa affermazione mi ha fatto davvero riflettere, oltre che sospirare di amarezza, perché aveva ragione.

Questa solo una parte della sua confessione social. Allora eccoci qui a chiedere direttamente ad Alessandra cosa ne sarà del suo futuro. “Diciamo che il mio non è un addio alla politica ma sicuramente, ad oggi, un arrivederci, in attesa di un progetto che dia concretezza e speranze”.

Frase sibillina che apre a qualcosa di importante? Il 2027, anno delle prossime elezioni, non è infatti molto lontano. “Tutto nasce da una mia riflessione, magari anche molto semplice, ma per me molto profonda. Tornata progressivamente alla vita reale, dopo l’arrivo in città di Rapinese, ho maturato la convinzione che mai come in questo momento ci sia bisogno di un cambiamento, di un passo in avanti. Io, nata in una condizione di privilegio, voglio cambiare prospettiva ed entrare di più nella realtà. Una realtà dove tutti, purtroppo, hanno problemi: chi di salute e non si cura, chi perché non può accedere a certi servizi primari, chi, per fare un esempio concreto, si scontra magari con una razionalizzazione delle scuole che può anche essere realizzata ma che magari andrebbe discussa”.

Siamo difronte dunque a una Bonduri candidata sindaco? “Assolutamente no”, ride divertita Alessandra che però non nasconde un’ambizione, non personale, ma per il bene della collettività.
“Il mio sogno è cercare, trovare e riunire tante forze. Mettere insieme singole persone di valore, per un progetto comune. Punto a un futuro nuovo. Sarebbe magnifico avere a disposizione un gruppo di individui competenti, a prescindere dal colore politico, con le quali guardare avanti, immaginare e studiare non solo come fare il nuovo lungolago, altrimenti si continuerà a vivere un medioevo del pensiero. Uniamoci per andare avanti”.

Insomma, una chiamata alle armi, sotto nessuna insegna se non quella della città: “Vorrei che questa mia voce fosse da pungolo e servisse per far capire che questa città ha bisogno di unione, di trovare una vocazione e una classe dirigente – che lasciasse perdere i personalismi – per un ideale comune. Siamo diventati un marchio nel mondo ed è bellissimo ma io rivoglio la Città”.

Rimanendo in un ambio politico a lei caro sembrerebbe quasi guardasse a un governo tecnico: “No, ipotizzo una super squadra per Como, dove si guardi ai “cives”. Una grande coalizione, nessun personalismo, per incanalare le energie per fare ciò che serve. Vanno superate le competenze singole e va creata una squadra. La politica in questo, senza bandiere voglio ripeterlo, serve per aggregare le persone e poi, naturalmente, andrà trovata magari anche una persona al di sopra che si dovrà prendere le responsabilità. Ma non sarò io”.
E dunque cosa fare nell’immediato? “Dobbiamo iniziare a parlarne. Io sono disposta a lavorare nell’oscuro e se prendesse forma un simile progetto ci sono. Nessun nuovo partito. Solo un gruppo di volenterosi, con una visione che al centro deve avere Como e i suoi cittadini”.
Questo articolo è uscito su ComoZero Periodicodel 21 novembre 2025:
