Secondo copione e accordo, il congresso di Fratelli d’Italia ha eletto il segretario uscente Stefano Molinari come nuovo segretario provinciale del partito. Anzi, tecnicamente Molinari è il nuovo presidente. Come noto, lo sfidante della vigilia, ossia il sindaco di Rovellasca Sergio Zauli, ha ritirato la propria candidatura con l’intesa che tra due anni e mezzo prenderà il posto di Molinari al comando di FdI (con Molinari che diventerà suo vice).
“Alla parole unità ho sempre preferito il termine comunità – ha dichiarato Zauli – E’ da qui che dobbiamo ripartire per costruire un partito nel quale lavorare fianco a fianco in nome dell’interesse comune, dando voce a istanze e singolarità di tutto il territorio. Per questo sono felice di fare questa piccola rinuncia personale per sostenere l’amico Stefano Molinari e lavorare insieme a lui per il partito”.
Dal canto suo, Molinari ha sottolineato “l’ampia partecipazione al congresso che segnala la vitalità del nostro partito”.
“Sono molto soddisfatto della riconferma – ha aggiunto – e orgoglioso di lavorare al servizio di un partito al quale sono legato fin dalla sua fondazione, in continuità con la mia gestione precedente di coordinatore provinciale e con la prospettiva di passare il testimone all’amico Sergio Zauli tra due anni e mezzo. Guido questa comunità dal 2018, eravamo in pochi a credere in Fratelli d’Italia e in Giorgia Meloni che ha voluto un partito nuovo ma forte delle sue radici e della sua storia. Insieme abbiamo lavorato e raggiunto risultati entusiasmanti da quel lontano 2013 e siamo passati dal 3% al 30% dei consensi elettorali e anche nelle amministrazioni locali siamo passati da pochi e molti e in molti casi al governo delle istituzioni”. Tranne, come noto, a Palazzo Cernezzi, dove il candidato scelto proprio da Fratelli d’Italia, Giordano Molteni, nel 2022 non arrivò al ballottaggio.
Molinari ha poi illustrato ai delegati gli obiettivi di FdI: “Dovremo costruire su tutta la provincia una struttura all’altezza del primo partito della nazione, sostenere l’azione di governo a sostegno degli italiani più in difficoltà e in difesa dei valori occidentali. Sarà inoltre fondamentale organizzare insieme al gruppo consiliare e al coordinamento cittadino un’opposizione incisiva e intransigente a Como, per offrire ai comaschi un’alternativa seria e credibile a questa amministrazione totalmente indadeguata”.
Il congresso doveva anche eleggere 13 dirigenti mentre altri 7 sono di nominati diretta del presidente eletto, cioè Molinari: la composizione del direttivo darà il segno del peso effettivo delle due correnti interne al partito, al netto della staffetta tra numero uno e vice.
4 Commenti
Partito che ha espresso gente del calibro di Andrea Bernasconi, Fulvio Caradonna, che continuano a imperversare in società partecipate di Comune e Regione. Ah e il magnifico Gianandrea Gandola… Anche basta.
Grazie
Caspita io li vedo bene nella 4×100 alle prossime olimpiadi di Parigi, basta che a fine corsa non tornino a Como.
Un po’ come Rivera e Mazzola
La staffetta
una bella cosetta
che assomiglia ad una pastetta