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Politica

Pd, il risultato finale dai circoli comaschi: Bonaccini primo ma Schlein vicinissima, seconda per 12 voti

AGGIORNAMENTO DEFINITIVO DEL 19 FEBBRAIO ORE 12.45

Arrivato anche l’ultimo esito, quello del circolo di Mariano Comense, si è conclusa la fase territoriale del congresso Pd in provincia di Como. E la distanza tra i due maggiori sfidanti, ossia Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, si è ridotta ulteriormente. A dispetto di un distacco a favore del primo che a livello nazionale si attesa attorno ai 20 punti (Bonaccini al 54%, Schlein al 34), nel Comasco prevale un grande equilibrio.

I dati finali dei circoli dicono che Bonaccini si è attestato al 46,58% (225 voti) mentre Schlein è al 43,89% (212, soltanto 13 in meno). Davvero vicinissimi, insomma. Per quanto riguarda gli altri sfidanti, Gianni Cuperlo si è fermato al 6,83% (33 voti) mentre Paola De Micheli al 2,69% (13). Ancora più chiara la tendenza generale di una sinistra Pd che, sommati i risultati di Schlein e Cuperlo, rappresenta almeno tecnicamente la maggioranza del Pd comasco. Ora, prima dell’incoronazione del nuovo segretario nazionale dei Dem, mancano due passaggi: le primarie del 26 febbraio e poi il successivo confronto congressuale vero e proprio con l’elezione del successore di Enrico Letta.

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(Articolo pubblicato sabato 18 febbraio) Che responsabilità, all’improvviso, si trova il circolo Pd di Mariano Comense. Previsto oggi, il voto degli iscritti in vista delle primarie e del congresso che deciderà il nuovo segretario nazionale del partito ha subìto un rinvio di qualche ora causa raffica di influenze stagionali. Ma questo non farà altro che accendere qualche riflettore in più sul popolo Dem marianese perché per quanto riguarda tutti gli altri circoli comaschi, che hanno già votato, i risultati delle consultazioni riservate agli iscritti lasciano intuire un esito sicuramente sorprendente.

A dispetto di previsioni che sembravano dare il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, quale netto favorito sul Lario rispetto agli sfidanti, i numeri – benché in attesa dell’ultimo esito – dicono altro. Ad esempio che Elly Schlein è decisamente più vicina di quanto si pensasse alla vigilia. E che, in generale, l’area più a sinistra del partito che fa capo alla deputata Chiara Braga, almeno in provincia di Como, ha ormai pareggiato la forza di quella moderata-cattolico-lettiana oggi “bonacciniana” (cioè l’asse storico che dall’ex capogruppo in Regione Luca Gaffuri discende fino all’appena rieletto al Pirellone Angelo Orsenigo e arriva fino al segretario provinciale Federico Broggi e all’omologo nel capoluogo Tommaso Legnani). Ma passiamo ai numeri parziali, sempre Mariano esclusa.

A questa sera, nei circoli Pd lariani hanno votato 474 iscritti. A Bonaccini sono andate 223 preferenze, pari al 47.15%. Ma colpisce soprattutto il distacco davvero contenuto con Elly Schlein, capace di raccogliere 204 voti e attestarsi 43,13%, solo 4 punti sotto. Seguono poi con larghissimi distacchi gli altri due candidati, ossia Gianni Cuperlo con 33 preferenze e il 6,98% e infine Paola De Micheli con 13 voti e il 2,75%. Eppure anche da questi ultimi due dati si ricava un’altra indicazione politica: benché non associabili tout court, viste anche le candidature contrapposte in campo, sia Schlein che Cuperlo incarnano l’anima più a sinistra del Pd. E sommate, le loro percentuali tratteggiato comunque un’area di sinistra almeno paritaria negli equilibri comaschi di casa Dem (tendenza che ha trovato sublimazione addirittura estrema nel circolo Centrolago, con Bonaccini a zero rispetto a Schlein e Cuperlo con 4 voti ciascuno).

Insomma, per i risultati definitivi – che però difficilmente saranno stravolti – bisogna aspettare Mariano Comense. Bonaccini probabilmente resterà in testa, ma Schlein sembra destinata a rappresentare una forza poco meno che paritaria sul Lario. Evidentemente, qualcosa si muove sotto la pelle apparentemente immutabile del Partito Democratico comasco. Chissà se dopo primarie e congresso nazionale, questo trend provocherà qualche scossa tra piano locale e nazionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. Tipico, è storicamente così.
    Là dove la sinistra non riesce ad esprimersi come forza di governo tenda a virare verso posizioni più estreme, la dove governa pratica posizioni più riformiste.
    E’ così da sempre cos’ , nulla di nuovo sotto il sole.
    Invece di sorprendervi informatevi!

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