In un lustro poverissimo di colpi d’ala dialettici, resterà probabilmente uno dei discorsi più significativi di questo mandato politico 2017-2022 quello pronunciato ieri sera in consiglio comunale dall’assessore al Bilancio, Adriano Caldara (Lega).
Classe 1963, dottore commercialista, docente, spiccata passione per montagna, cinema e materie storiche, eloquio tecnico inossidabile, principe dell’asfissia dell’aula comasca per dovizia di dettagli e padronanza di anfratti economico-contabili inafferrabili ai più, feticista della slide, in lizza per il titolo di miglior assessore della squadra pur non memorabile del mandato centrodestra-Landriscina, ieri sera Caldara ha prodotto la più convinta e a tratti appassionata difesa di questi cinque anni di governo.
Argomenti largamente opinabili, naturalmente – ma cosa non è opinabile in politica? – ma che almeno, in un quinquennio che ha visto la comunicazione della giunta diventare un autentico tallone d’Achille tra lunghissimi silenzi o improvvise e improvvide accelerazioni dannose prima di tutto per la loro stessa credibilità, beh, almeno con un discorso coraggioso, l’assessore ha alzato lo scudo sul lavoro della giunta Landriscina con toni quasi liberatori, si potrebbe dire quasi “sfrontati” nella rivendicazione totale di quanto fatto e realizzato dal 2017 a oggi.
Caldara ha preso la parola per la replica di prassi sul Documento Unico di Programmazione (per gli amici detto Dup), dopo la raffica di critiche giunte nella seduta precedente dai gruppi di opposizione. Alla fine, il documento è passato (19 voti a favore dalla maggioranza di centrodestra, 5 contrari e 5 astensioni). Ma, come si diceva, il nocciolo delle parole dell’assessore è stato un altro, ben più complessivo e forse anche già proiettato al voto 2022. Per questo motivo, soprattutto, riportiamo integralmente il discorso di Caldara, inedito baluardo quieto, innalzato davanti al mandato della giunta Landriscina.
Di seguito, il testo.
Il Dup 2022-2024 rappresenta il documento principale attraverso cui sindaco e giunta presentano la programmazione amministrativa e politica, ma ho sentito da più parti una mescolanza di temi del bilancio 2021 e di quanto fatto anche negli anni precedenti.
Meglio così, perché posso citare a titolo esmplificativo e non esaustivo: la nuova e attesa illuminazione della città, il fondamentale sforzo l’edilizo sull’scolastica, la gestione della pandemia, la ripresa delle manifestazioni culturali e sportive, il ripristino e l’aggiornamento della videosorveglianza, la messa a norma di alcune strutture culturali, le maggiori risorse per le politche sociali in attivazione di progetti anche innovativi, la riqualificazione delle Serre di Mognano con un progetto di inserimento lavorativo per disabili, la manutenzione di strade, asfalti e marciapiedi, l’esternalizzazione della mensa scolastica con esito positivo, la riapertura del Centro di aggregazione giovanile di Rebbio, la partecipazione a progetti educativi e scolastici innovativi, una politica attenta a favore delle famiglie durante la pandemia specialmente per l’utenza degli asili nido, l’ampliamento dei limiti Isee per l’esonero Tari per le famiglie in maggiore difficoltà, la riattivazione del forno crematorio.
[riferito all’opposizione, ndr] Stiamo vedendo due film diversi: il nostro è un lungometraggio, una serie concatenata di episodi successivi, vero, con episodi difficili e momenti critici, ma chi non ne ha o pensa di non averne è autorizzato a scagliare la prima pietra. Certo, alcune puntate precedenti di questo film non ci hanno agevolato il cammino, ma rimane comunque un film a colori perché entusiasmo e voglia di fare non ci mancano, anzi devono raddoppiare proprio per controbattere le pessimistiche previsioni che ho sentito ieri e anche questa sera.
Si è parlato di inadempienze contrattuali, strade degne di una città bombardata, mancanza di fiducia per inaffidabilità, perdita di ruolo-guida di Como, orientamento spento e senza prospettive, mancanza di idee, e perfino la lapide come testamento politico. E ho citato solo alcune espressioni, tralasciando forse alcune tra le più tristi e potenzialmente scoraggianti.
E’ questa la vostra visione di Como? Un film in bianco e nero, un cortometraggio, una trama noir, dai toni cupi e senza speranza. Perché vedete, io non userei mai queste espressioni per definire Como e la sua amministrazione, nemmeno se servissero per demolire o tentare di ridicolizzazione il più feroce dgli oppositori.
Noi vediamo invece Como come la città più bella del mondo, ricca di vitalità grazie alle persone che la vivono. Il Dup rappresenta questo: idee e obiettivi da raggiungere che proiettano Como verso il futuro per il miglioramento della vita in città.
5 Commenti
Sì, un film a colori.
Dell’orrore, però.
E speriamo che non producano il seguito, che di solito i seguiti sono sempre peggio dell’originale…
E una risata li seppellira’….
Anche se qualche s**** in pubblica piazza se lo meriterebbero appieno
…e dire che porta anche gli occhiali!
Come al solito, come tutti i politici, l’unica cosa che sa fare di fronte alle critiche è dare la colpa all’amministrazione precedente (“alcune puntate precedenti di questo film non ci hanno agevolato il cammino”)…
Imbarazzante.