Non fu soltanto il Pd, nel giugno del 2018, a dire no (astenendosi in consiglio) alla proposta di Svolta Civica di individuare un immobile comunale da destinare a dormitorio permanente per senzatetto. Tema, come noto, tornato di enorme attualità proprio in queste ore.
Anche la stessa Patrizia Maesani (all’epoca ancora capogruppo di Fratelli d’Italia) e pure la parte del gruppo consiliare di Forza Italia presente in aula nel momento fatidico – entrambi ora tra i primissimi a chiedere il nuovo dormitorio – votarono contro il documento, pur essendo nuovamente entrambi ora a chiedere identica cosa (qui i dettagli e la nuova mozione).
Ma perché queste posizioni diverse a distanza di 11 mesi?
Maesani, il 4 giugno in aula, spiegò così nella dichiarazione di voto contrario del suo gruppo alla mozione di Svolta Civica: “Tutti vogliamo trovare una situazione per le persone che dormono all’aperto a San Francesco, ma non possiamo rispondere a emergenza con emergenza”. Il vero focus dell’intervento di Maesani, però, fu un altro che spiega certamente meglio il paradosso attuale. La capogruppo di Fratelli d’Italia, infatti, sottolineò come “tutti se la prendono con il sindaco e con il Comune perché vengono eletti, mentre il prefetto e il questore no. Ma perché dobbiamo sempre e comunque rivolgere la domanda al Comune?”.
“Abbiamo il campo governativo di via Regina (poi chiuso nell’ottobre 2018, ndr), ha 400 posti e oggi ospita circa 150 persone in diminuzione – proseguì Maesani – avrei qualcosa da dire sulla presenza dei minori non accompagnati ma non è sovraffollato. Là potrebbero trovare assistenza e protezione le persone e si potrebbe dare un senso a un campo che una regola certa non ha. Altra cosa sono le condizioni di grave marginalità, su cui però il Comune si sta impegnando”.
Come detto, anche Forza Italia votò contro un nuovo dormitorio comunale 11 mesi fa pur sostenendo oggi la stessa proposta. Fu il capogruppo Enrico Cenetiempo in consiglio comunale (che per la verità risultò assente nell’attimo del voto assieme ai colleghi Biondi, Canova e Tufano; presenti e contrari Gervasoni e Veronelli) a motivare la decisione dell’epoca: “Non si può non tenere conto di queste persone ma la nostra istituzione dovrebbe prendere atto e portare il discorso della consigliera Maesani in altra sede (in Prefettura, ndr)”.
“Probabilmente – aggiunse Cenetiempo – se andiamo a spulciare gli immobili ci sono anche, ma il problema è che se scoppiasse l’emergenza caldo, sotto San Francesco ne troveremmo anche di più. I 40-50 posti che lei (Vittorio Nessi di Svolta Civica, ndr) chiede in questa mozione non li troveremmo comunque”.
Alla fine, però, Cenetiempo a nome del gruppo di Forza Italia aggiunse un passaggio ancora più significativo se riletto oggi: “Sappiamo che alcune delle persone che dormono all’aperto dicono di stare bene in strada, e noi togliendogli quello togleremmo qualcosa alla loro esistenza, andremmo a scontrarci con la loro volontà. Non deve essere così: alcuni nella loro vita vogliono dormire per strada. Sono d’accordissimo con quello che lei scrive (rivolto a Nessi, ndr) ma avrebbe dovuto già individuare nella mozione le strutture comunali utilizzabili. Invece da mandato alla giunta e agli uffici di farlo, cosa che per scarsità di tempo e immobili non riusciremmo a fare”.
Intanto, il Pd ha diffuso una nota per spiegare proprio il no del 2018.
“Non siamo mai stati in assoluto contro l’ipotesi di un nuovo dormitorio – spiegano Stefano Fanetti, Patrizia Lissi, Gabriele Guarisco e il segretario cittadino Tommaso Legnani – tant’è che, l’anno scorso, ci siamo astenuti sulla mozione. La nostra posizione era motivata dal fatto che ci sono soluzioni migliori per il futuro di queste persone che invece continuano a rimanere in strada”.
“Ma cosa è stato fatto per una vera inclusione? Il nulla assoluto – è l’attacco politico del gruppo Pd – Nessun reinserimento, niente percorsi di uscita dal disagio. E se compito di una forza politica è rispondere alle aspettative della sua comunità, in questo momento arriva forte dalla città di Como la richiesta di un intervento, giustamente. Perciò, non resta che la soluzione più immediata, sebbene meno inclusiva: diamo un tetto e una forma di protezione a queste persone, completamente abbandonate dalla Giunta leghista di Como. E tra loro vi sono molti italiani, vogliamo ricordarlo”.
Un commento
“Errare humanum est perseverare diabolicum”.
Astenersi non significa votare a favore ma neppure contro. Per quanto riguarda, invece, la migliore dei nostri Consiglieri, per sua stessa ammissione, non avrebbe mai e poi mai votato contro i suoi compagni di schieramento. Credo che non ci siano dubbi che allora le sia pesato moltissimo quel voto come adesso le stia a cuore il cambio di rotta della città su questo tema.
A parte questo, dobbiamo tener conto di una serie di aspetti fondamentali che possono aver modificato le valutazioni politiche che stanno alla base di quel voto. Non è solo “buonismo” come si vorrebbe far credere.
E’ evidente a tutti che con il nuovo Decreto Sicurezza il principio di sussidiarietà sta vacillando. Le associazioni volontaristiche stanno facendo fatica non solo sul fronte migranti ma anche sul tema bisognosi in genere (sempre che voglia la differenza). Se per affrontare il problema, non sono sufficienti i privati, diventa necessario l’intervento pubblico. Senza l’intervento pubblico e con leggi che disincentivano l’azione dei volontari, il problema non può essere risolto.
Inoltre, è evidente a tutti che la chiusura del Centro rifugiati ha accentuato il problema dei mendicanti e dei senza tetto in città. Allora si era fatto presente ma quelle voci, tra cui quelle dei consiglieri PD e dell’Avvocato Maesani, non sono state ascoltate.
Infine, è evidente a tutti che questa Amministrazione ha dichiarato guerra ai “poveri” ma non alla “povertà”. Tutte le azioni sono finalizzate al “decoro” cittadino. Mettere la polvere sotto il tappeto per far credere alle amiche che la casa è pulita, non è la stessa cosa che avere la casa pulita….!
Per concludere, quel che conta è quello che stanno facendo oggi! Mi auguro che continuino nella loro azione politica. Non è solo “buonismo”.