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Dormitorio, denuncia di Maesani. “Galleggiano nell’acqua. Benvenuti a Como, città senza bussola”

Basta una pioggia. Una di quelle d’aprile (anche se siamo a maggio): goccioloni gonfi, diagonali, abbondanti, freddi. L’emergenza non è solo il gelo, evidentemente.

Dopo la chiusura del dormitorio invernale di via Sirtori (in due fasi, prima a fine marzo con Caritas e poi a fine aprile con Como Accoglie) quasi un centinaio di persone è tornato a vivere in strada. Italiani, stranieri, senzatetto, persone.

Nei giorni in cui la richiesta di un dormitorio permanente a Como è diventata trasversale (pure in consiglio comunale: qui i dettagli) e ha occupato le cronache (anche nazionali) ecco che il dramma è esploso questa sera: brutale, reale.

SENZATETTO E DORMITORIO: TUTTI I RACCONTI

La denuncia è di Patrizia Maesani (consigliere comunale del gruppo misto) che pochi giorni fa ha lanciato l’hashtag #mettiamocilafaccia.

#mettiamocilafaccia Dilaga la campagna per un nuovo dormitorio. Le foto, i volti, le parole 

Una foto. Uno scatto chiaramente sgranato. Rubato: “Per evitare altre tensioni, malesseri. Queste persone stanno letteralmente galleggiando nell’acqua. Como Accoglie ha lasciato le coperte ma ovviamente non può fare di più senza una struttura di appoggio”.

Spiega Maesani: “Como, portico della ex Chiesa di San Francesco, ore 23.30. 25 esseri umani, metà italiani e meta’ stranieri (dato per gli amanti delle divisioni del genere umano!) stanno dormendo su cartoni bagnati. Piove e fa freddo. Beneventi a Como, benvenuti nella città che ha perso la bussola”.

Poi aggiunge: “Mi correggo, dove taluni hanno perso la bussola. Iniziate ad usare il buon senso, il pragmatismo, l’equilibrio ed abbassate l’asticella del cinismo di questa perenne campagna elettorale. I problemi devono essere risolti, siamo stati eletti per questo, gli esseri umani devono essere soccorsi, le città devono avere rispetto di se stesse, le città si governano!”.

 

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Un commento

  1. Gli amici “baluba” al Governo non hanno tempo ora. Si stanno battendo come leoni contro le sanguinarie orde islamiche della Val d’Intelvi.
    Si preferisce inventare problemi inesistenti per far vedere che si è in grado di risolverli. I problemi veri si negano, invece, per evitare di far capire che non si è capaci neppure di affrontarli.
    È un problema nazionale, Como è solo il laboratorio…..

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