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E invece – con coraggio, va riconosciuto – il Pd di Como parla di Bibbiano. Ecco cosa dice

Comunque la si pensi – deliri a parte – è un gesto coraggioso. Perché, riprendendo direttamente l’accusa che da giorni – spesso con intenzioni tutt’altro che limpide – gira soprattutto sui social, il Pd comasco “parla di Bibbiano”. Lo fa con una nota apparsa sulla pagina ufficiale di Facebook, un testo lungo e articolato (non firmato, dunque si desume condiviso dal gruppo dirigente) in cui viene riacapitolata la vicenda e in cui i dem comaschi fanno alcune precisazioni. Pubblichiamo la nota integralmente di seguito (link a un’articolo de “il Post” incluso).

“IL PD NON PARLA DI BIBBIANO”
Bene. Parliamone. Anche se siamo sicuri che questo non basterà a fermare gli strilloni da strada che vogliono solo fare rumore per non parlare dei loro problemi ben più seri (crescita zero, governo immobile, la Russia che ci vuole comprare per pochi euro…cosine così).
In realtà di Bibbiano ne parlano tutti, Di Battista addirittura ha gia capito come tirarne fuori dei soldi e uscirà un suo libro a breve…oltretutto basato sul niente visto che l’indagine è ancora in corso. Ma forse (speranza utopica, davvero) parlandone anche noi qualche altro partito si deciderà a parlare di temi ben più urgenti.

– L’indagine, chiamata “Angeli e Demoni”, riguarda un presunto sistema illecito di gestione dei minori in affido nel comune di Bibbiano, che si sarebbe sorretto sulla manipolazione delle testimonianze dei bambini da parte di assistenti sociali e psicologi.

– Secondo i pubblici ministeri di Reggio Emilia, gli psicologi e gli assistenti sociali coinvolti nell’indagine volevano guadagnare sfruttando l’affidamento dei bambini: a questo scopo avrebbero falsificato documenti e manipolato le dichiarazioni dei bambini in modo che emergessero situazioni di abusi e violenze in famiglia, tali da giustificare il loro affido ad altri nuclei familiari.

– Uno dei dettagli più ripresi dalle intercettazioni riportate nell’ordinanza – e poi rivelatosi infondato – è quello dell’elettroshock che sembrava essere stato usato sui bambini per manipolare i loro ricordi. Nelle prime ore dopo la notizia degli arresti, i giornali avevano scritto con molta enfasi che gli psicologi durante le loro sedute con i bambini avrebbero utilizzato un apparecchio per trasmettere impulsi elettrici scoperto dagli investigatori, salvo poi correggersi nei giorni seguenti. L’apparecchio trovato dai carabinieri, infatti, non era un apparecchio per l’elettroshock e non serviva a trasmettere scariche elettriche ai pazienti: era invece un apparecchio usato nell’ambito della psicoterapia EMDR, una tecnica utilizzata e rispettata dalla comunità scientifica, che permette di mandare ai pazienti stimoli acustici e tattili. I “due fili” di cui hanno parlato i giornali non danno scosse elettriche ma sono collegati a due manopole che vibrano.

– Tutti questi argomenti sono stati presentati dall’accusa, che non possono essere valutati in modo indipendente, che sono stati almeno in parte già smentiti e non possono essere considerati “prove” (perché siano tali dovranno essere sottoposti a contraddittorio, durante il processo). Inoltre riguardano contesti molto delicati, che possono essere complicati da capire per chi non si occupi di psicoterapia e di abusi su minori.

– il Corriere della Sera ha scritto che i casi di affido su cui sono in corso verifiche sono diventati complessivamente settanta.

– Tra i principali indagati ci sono la dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val D’Enza, Federica Anghinolfi, e l’assistente sociale Francesco Monopoli, entrambi agli arresti domiciliari, che avrebbero gestito tutto il sistema di affido illecito dei bambini.

COSA C’ENTRA IL PD CON TUTTO QUESTO, VI CHIEDERETE:
Ecco, l’inchiesta si occupa anche dell’affidamento dei servizi di psicoterapia da parte del comune di Bibbiano. Il sindaco del comune, Andrea Carletti, del PD, è indagato per concorso in abuso di ufficio per aver «omesso di effettuare una procedura a evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a 40mila euro». Come evidenziato dagli investigatori stessi, in realtà la sua posizione non ha nulla a che fare con l’affido dei minori.

Il procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini ha infatti specificato che che il sindaco non ha nessun ruolo in quella parte dell’inchiesta, e che gli «viene contestato di aver violato le norme sull’affidamento dei locali dove si svolgevano le sedute terapeutiche, ma non è coinvolto nei crimini contro i minori».

Ricapitolando: una vicenda gravissima e delicata su cui già sono state scritte montagne di stupidate (vedi “elettroshock”) poi rettificate, su cui la magistratura sta indagando e che non coinvolge il PD per i reati più gravi. Come sempre queste occasioni di cronaca drammatica servono a vedere chi riesce a abbassare l’asticella della dignità fino a usare drammi di minori per attaccare il PD. Ancora complimenti ai professionisti dello sciacallaggio per averci ricordato di che pasta sono fatti.

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