Con l’arrivo della stagione più fredda, a Como si ripropone – purtroppo come ogni anno – la questione delle tante persone senza dimora che in attesa dell’apertura dei ricoveri invernali deve trascorrere le notti all’addiaccio.
“Ogni anno la stessa storia – denuncia Graziana Gialdi, coordinatrice del Dipartimento Immigrazione del PD provinciale di Como – il freddo sta calando su Como e cresce l’incertezza per circa 50-80 persone senza dimora che vivono nella città. Nonostante la questione si ripresenti ogni anno, la risposta delle istituzioni arriva sempre all’ultimo momento. A oggi il piano freddo non è ancora stato attivato e la data di apertura della struttura supplementare per l’emergenza invernale che dovrebbe iniziare il 1° dicembre non è neppure certa”.
“Una situazione che solleva domande urgenti – prosegue Gialdi – perché ogni anno ci si trova a brancolare nel buio fino all’ultimo minuto? Perché non c’è un piano che garantisca, automaticamente, l’accoglienza durante i mesi più freddi? Ogni anno la città di Como è costretta a fronteggiare la stessa crisi dei senza dimora. Il dormitorio comunale permanente non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno. Ed è una situazione che non si limita, purtroppo, solo ai mesi più freddi. Nel periodo in cui la struttura per ‘l’emergenza freddo’ è chiusa, circa 50-70 persone sono costrette a dormire in giacigli improvvisati e in condizioni di grande precarietà igienico sanitaria. Inoltre non mancano le operazioni di sgombero, ma senza una proposta alternativa. Sperare che queste persone lascino la città è una politica fallimentare, confermata dai fatti e dai numeri che da anni sono consolidati. La povertà estrema, la mancanza di alloggi accessibili, le difficoltà di reinserimento sociale sono problemi strutturali che vanno affrontati tutto l’anno e non solo in vista dell’inverno”
Il mirino della polemica si sposta poi sul Comune di Como, in particolare sul sindaco Alessandro Rapinese e inevitabilmente sull’assessore a: “Il sindaco e l’Amministrazione comunale hanno una responsabilità diretta. Como è una città ricca ed ha le risorse per affrontare questo problema con soluzioni stabili. Gli immobili (inutilizzati) ci sono e l’amministrazione dovrebbe fare uno sforzo per creare un sistema di accoglienza che funzioni durante tutto l’anno. Invece, a ogni inverno, il servizio viene messo in discussione, senza certezze fino all’ultimo minuto. Ma la questione non riguarda solo l’aspetto umanitario: è una questione di civiltà. Le persone vulnerabili non possono essere abbandonate a se stesse. La città di Como non può restare indifferente”,
Il Partito Democratico dunque torna a chiedere “che la risposta a questo problema sia un sistema di accoglienza stabile e diffuso, che vada oltre l’emergenza”. Ovvero: un centro accessibile durante tutto l’anno, che non solo offra un letto, ma anche supporto psicologico, consulenza legale e opportunità di reintegrazione sociale, potrebbe rappresentare una risposta adeguata a una situazione che ormai è consolidata da anni.
“La politica dovrebbe occuparsi anche delle cause strutturali della povertà – continua la nota – I servizi sociali comunali dovrebbero essere il primo attore nell’organizzazione di questi interventi, diventando il coordinatore di una rete che coinvolga anche gli altri soggetti pubblici e privati, come le parrocchie, le associazioni di volontariato e gli enti di assistenza. Ma il primo passo per tamponare l’emergenza deve essere la creazione di un protocollo che stabilisca con certezza la data di apertura del riparo per i mesi più freddi e la modalità di gestione di questo servizio. Una città che vuole davvero essere inclusiva, inoltre, deve garantire servizi di accoglienza, ma anche politiche di prevenzione e reintegrazione che diano alle persone senza dimora una possibilità concreta di ricostruirsi una vita. Il lavoro dei volontari, che assistono tutto l’anno le persone senza dimora, è prezioso e merita il massimo sostegno da parte delle istituzioni”
“La città di Como ha il dovere di fare di più e di garantire a tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalla loro condizione sociale, il diritto a una vita dignitosa – conclude la coordinatrice del Dipartimento Immigrazione del PD provinciale – Le soluzioni, volendo, ci sono, ma serve una politica che vada oltre l’ordinaria gestione emergenziale. Le persone senza dimora non sono una statistica stagionale, ma una realtà con cui ogni Amministrazione comunale deve rapportarsi, giorno dopo giorno”.