Erano già stati i primi, almeno a livello formale, a “mettere fuori la testa” in vista delle elezioni comunali del 2022. Ora il quartetto di partiti che ha dato vita al progetto “Como Comune”, sodalizio composto da Articolo Uno, Psi, Sinistra Italiana, Socialisti in Movimento e donne e uomini senza tessera di partito che si riconoscono in un orizzonte ecosocialista, svelano le linee guida di un potenziale programma politico-amministativo condiviso.
Un passaggio pratico, peraltro, è già fissato: giovedì 16 settembre alle 20.45, nella Sala Felice Villa dell’Unione Circoli Cooperativi, ad Albate, si terrà infatti la Tavola rotonda a inviti “Como si muove”. Nel corso dell’incontro esponenti di Acus, Arci, Auser, Cittadella della salute, Città possibile, Fiab, Filt-Cgil, Friday for Future, Legambiente, Medicina Democratica, Obiettivo 2/3 si confronteranno, moderati da Stefano Rognoni di “Como Comune”, sul diritto delle cittadine e dei cittadini a muoversi in una città accessibile per tutte e tutti, in cui vivere meglio.
La discussione con gli esperti di organizzazioni sociali e culturali è il primo passo per proporre nei prossimi mesi altre iniziative nei quartieri di cintura e in convalle con cittadine e cittadini per la costruzione partecipata di un progetto di governo per la Città.
“Vogliamo una città che metta al centro la vita e la sua dignità, che sappia di essere interdipendente con la natura, che costruisca sull’uguaglianza le sue relazioni, sulla partecipazione le sue decisioni. Dove l’Amministrazione sia luogo di reale democrazia di prossimità, dei diritti garantiti dalla Costituzione, delle pari opportunità per tutti i suoi abitanti, del benessere individuale e collettivo”, esordisce la nota di presentazione.
La prospettiva è quella di un’alternativa di sinistra gli schieramenti più classici: “Le sofferenze e i lutti provocati dalla pandemia hanno fatto crescere la consapevolezza che occorrono cambiamenti radicali in campo economico, alternative credibili in direzione di un modello di sviluppo che garantisca la piena occupazione e sia orientato alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente, allo sviluppo della cultura, al rispetto dei diritti universali a partire da salute e istruzione, alla promozione di solidarietà e giustizia sociale. La prossima Amministrazione comunale si troverà di fronte a nuovi e più onerosi compiti che richiedono la collaborazione con le altre Istituzioni dello Stato, con i Sindacati e le forze produttive, con il Terzo settore e soprattutto una forte spinta ideale, un pensiero nuovo: porre al centro dell’operare la persona con i suoi diritti, i suoi bisogni, le sue aspirazioni e suoi sogni”.
Su temi dal sapore più amministrativo, “Como Comune” afferma che “la città prima che un insieme di edifici, di strade, di giardini, di infrastrutture materiali, è un insieme di persone in funzione delle quali vanno stabilite le priorità degli investimenti. Non può esserci una comunità sicura senza il superamento di tutte le condizioni di precarietà e la ridefinizione dei concetti di benessere ambientale e sociale, di lavoro, di reddito e di welfare locale, basato sulla cura del benessere collettivo, ma anche sulla valorizzazione del mutualismo solidale. Per rispondere a vecchie e nuove povertà, l’Amministrazione dovrà adempiere al proprio ruolo istituzionale e essere anche regista sensibile, attenta ed efficiente nel coordinare il lavoro dei vari soggetti, rimuovendo ostacoli, per ottenere i migliori risultati per la collettività”.
“Como – prosegue la nota – deve riassumere il ruolo di guida di città capoluogo di una vasta area, per riformare strutturalmente la mobilità, in collaborazione con i Comuni limitrofi, per predisporre un piano energetico comunale, per ridefinire una politica urbanistica ridisegnata in una visione policentrica, con la ricollocazione dei servizi che, a partire dalla sanità devono essere ripensati in funzione anche della composizione sociale della popolazione, per definire la destinazione del patrimonio pubblico: immobili, strutture sportive e aree di grande valore strategico per la città futura, che non possono essere sprecate o utilizzate per finalità di profitto per pochi, frutto di proposte estemporanee, spesso in contrasto con i bisogni dei cittadini, per pianificare un nuovo modello di sviluppo turistico orientato alla tutela dell’ambiente, alla valorizzazione del patrimonio culturale della città per contrastare la presenza di investimenti di provenienza oscura e il modello di turismo che ha desertificato parti del tessuto urbano e determinato un’offerta di lavoro precario e mal pagato”.
3 Commenti
Como negli ultimi decenni ha avuto amministrazioni “disgraziate” sia di sinistra che di destra che si sono distinte per la loro inadeguatezza e forse peggio. Forse è il caso di cambiare passo e affidarsi a qualcosa di diverso.
Condivido con Lei. Per cambiare passo è assolutamente necessario puntare su qualcosa che vada oltre il solito panorama politico cittadino. Quello che manca sono idee, piani e programmi. Bisogna però riconoscere che a differenza degli altri che per ora discutono solo di candidati, nomi, alleanze di palazzo; Como Comune organizza una tavola rotonda per discutere sulla mobilità e sull’accessibilità. Diamo atto agli organizzatori che promuovono un metodo sano: il coinvolgimento dei cittadini e della società civile per raccogliere idee da sintetizzare in un programma. Almeno, mi consenta, non ci ammorberanno con discorsi di lealtà a tempo, di Landriscina bis, di cosa pensano i bottegai del mercato coperto o, per par conditio, di ignari candidati Sindaco da presentare alle elezioni perché non c’era nient’altro che gli veniva in mente. Alla Tavola rotonda si sentirà finalmente parlare di politica e conoscendo chi è il saggio leader politico di questa coalizione, non avevo dubbi.
Interessante il tema, interessante l’elenco dei presenti ma altrettanto interessante l’elenco degli assenti. La sinistra a Como si presenta a una tavola rotonda sulla “Como che sarà” senza invitare il principale partito di centrosinistra, il PD. A luglio anche i partiti laici di centrosinistra (Italia Viva, Azione, +Europa) si sono presentati insieme sotto un infuocato gazebo rimarcando a chi li ha ascoltati che non c’entrano nulla con il PD. Perché? I meno attenti potrebbero anche pensare che sia il PD dall’alto dei suoi consensi in convalle a non accettare nessun rapporto paritetico con le pulci della costellazione di sigle e di partitini di centrosinistra. In realtà è proprio il contrario. Addirittura, mi dicono che molti del gruppo Como Comune sperano che il PD appoggi, come annunciato da Letta, la candidatura di De Santis per potersi distinguere agli occhi degli elettori della “vera” sinistra. E mi si dice perfino che all’interno di Italia Viva c’era chi avrebbe preferito un accordo con Verdi e con partiti e liste civiche “liberal” pur di non avere tra le palle gli ingombranti ex-amici. Anche se ai più sembrerà molto strano, sono le pulci che fanno fatica a confrontarsi con un partito elefantiaco senza sogni, senza idee, senza nulla di innovativo e con una vecchia classe dirigente che non ha più molto da dire ma che fa fatica a lasciare il campo ai propri giovani. E quindi se i giovani leader del PD non riescono a uscire dalla scia degli elefanti, si deve per forza fare affidamento sulle pulci.