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Attualità, Politica

Elezioni, Landriscina: “Chi voterò? Sorpresa. Il mio candidato consigliere è Elena Negretti e il voto disgiunto una possibilità”

Il 12 giugno, giorno delle elezioni a Como, è a un passo e il sindaco Mario Landriscina è pronto a raccogliere le sue cose, svuotare ufficio e cassetti per poi dire addio al Palazzo che ha guidato per cinque anni.

A un certo punto, quando non aveva ancora chiarito se ripresentarsi o meno spuntò il nome di Giordano Molteni, attuale candidato sindaco del centrodestra. Lei subito disse, non poco stizzito: “Non lo sosterrò” (i due, entrambi medici e primari al Sant’Anna si conoscono da una vita, Ndr).
Molteni ha preferito una scelta di riservatezza nei miei confronti e ha messo in discussione tanti anni di amicizia.

Cioè non le ha detto: “Guarda Mario, mi hanno chiesto di correre e ho accettato, tra poco sarà pubblico”.
Ha ritenuto opportuno rimanere fedele alla consegna del silenzio. Per me i principi di amicizia valgono di più. Comunque ho il mio candidato consigliere ed è Elena Negretti. Vero, è collocata nel perimetro di Molteni, ma sostengo fortemente una persona che per cinque anni mi è rimasta fedele e che ha fatto cose importanti per la città. Abbiamo discusso in certi momenti ma è sempre stata al mio fianco. Candidarsi (da indipendente con la Lega, Ndr) è stata una scelta sofferta, avrebbe optato per un nuovo cammino con la nostra lista “Insieme” ma le cose sono andate così. Io la sostengo fortemente, è una persona di grandissimo valore, di grandissimo interesse per la città e la voterò”.

Voterà Negretti e poi col disgiunto un altro candidato sindaco o sceglierà Molteni?
Io voto Negretti, inviterò chiunque creda che il nostro sia stato un buon lavoro a fare altrettanto. Lei è la continuazione della civica.

Ma lei voterà Molteni o no?
Lasciamo un po’ di suspense, il disgiunto è una possibilità che c’è e che prospetterò anche a quanti sosterranno Elena da collocazioni politiche diverse. Per il resto non escludo sorprese, vedremo.

La Lega in questa campagna elettorale continua a ringraziare il sindaco Landriscina, ma la bocciatura degli altri è nota e viene spesso ribadita.
Non nego che a un certo punto ero amareggiato e un filo arrabbiato. La verità è che molti hanno tentato di convincermi a ricandidarmi e a lungo ho avuto la tentazione.

Poi?
Il mio modo di ragionare non è quello di questa politica, avevo elementi incoraggianti per poter pensare a una nuova corsa. Alcuni sondaggi mi davano anche una certa visibilità ma mi sono chiesto perché farlo, una mia candidatura si sarebbe risolta in qualcosa contro qualcuno ma io vivo d’altro e ne sono orgoglioso, ho sempre lavorato per e mai contro. Mi hanno anche spiegato che, in caso di secondo turno, ci sarebbe stata la possibilità di apparentarsi. Magari sbaglio ma non mi piace questo approccio. Non sono un patologico della politica, ho avuto un’esperienza gratificante e faticosissima e faccio le mie scelte. Ho capito che il mio modo di vedere non è dei più.

Questo addio ha responsabili precisi? Nomi e cognomi?
Il mio nome sicuramente (sorride, Ndr). Poi certo, la prima rottura di Forza Italia è stata dolorosa, ho ingoiato amaro per molto tempo. Ci sono i responsabili provinciali dei partiti che hanno fatto le loro scelte. Vede, io ho governato per dare risposte alla città non per fame di potere. In questi giorni ho licenziato il Bilancio di Mandato, sarà presto pubblico e credo dica cose interessanti su quanto è stato fatto.

Avrà pur commesso errori.
Sono stato ingenuo. Ero abbastanza impreparato a svolgere questo ruolo. Ho passato tutta la vita a lavorare in un Ente Pubblico (era a capo del 118 di Como, Ndr) e confidavo di avere padronanza dei meccanismi, invece ero digiuno di una macchina come questa. Arrivavo da un sistema dove tutti lavorano nella stessa direzione, qui invece, e ci ho messo un po’ a capirlo, prevalgono interessi diversi. Spesso mi è stato detto: “La cosa che vuoi fare è giusta ma politicamente insostenibile”. Non è il mio modo.

Ed errori amministrativi?
Sicuramente alcune materie non le ho presidiate con la dovuta ferocia.

Tipo?
Ticosa. Poi sicuramente la mancanza di comunicazione è stato un errore. Ho iniziato a comunicare poi, ma evidentemente non sono stato abbastanza attrattivo oppure ho sbagliato qualcosa.

Tutto qui?
No, un certo mondo lamenta scarsi investimenti sullo sport, vero, abbiamo messo qualche pezza. Però io ho scelto di investire, e molto, sulle scuole. Sarà anche meno redditizio sul piano politico ma è stato importante ed era urgente.

Dove si promuove?
Abbiamo lavorato sugli spazi espositivi, su Villa Olmo che ora ha il finanziamento per essere restituita alla città, i giardini a lago si faranno, il lungolago sarà arredato in onore di Plinio, abbiamo lavorato alla mostra sulle monete del Cressoni. Como è Città Creativa Unesco ed è una cosa incredibile per quanto nessuno ne parli in campagna elettorale. Vado a testa alta sulla gestione del sociale, della grave marginalità e dell’emergenza freddo per i senzatetto che hanno avuto tutti un letto.

Sì, però avete sradicato le panchine in piazza San Rocco dove trovavano appoggio i senzatetto.
Andate a vedere com’è piazza San Rocco oggi. Comunque tutti si dimenticano qualcosa in questo momento.

Cosa?
Andiamo verso un periodo complicatissimo. Il costo dell’energia aumenterà drammaticamente, nuove povertà si affacceranno. Sono cose che metteranno in discussione ampiamente ogni promessa elettorale. Cinque anni fa non lo sapevo, oggi dico, sommessamente, andateci piano con le promesse. Le sole bollette del Comune stanno per esplodere.

Che farà, finito tutto?
Sogno di dormire qualche notte di fila. Sono stati anni difficili tra pandemia, crolli, alluvioni ed episodi drammatici che lasciano ombre nel cuore.

Tornerà a fare il medico?
Non rientro nel mio vecchio mondo. Sono in pensione, magari farò il medico in libera professione. Deve essere chiaro: non ho ricevuto promesse, non ho fatto richieste, non ho preteso nulla in cambio anche se mi dicono sia normale. E comunque ho anche pagato la mia indipendenza da alcuni partner.

Quali?
La Civica è sempre stata con me e non posso lamentarmi di nulla con la Lega che non ha mai tradito la fiducia e i patti. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno preso le loro posizioni, benissimo ma ci sono state grandi difficoltà. Comunque siamo arrivati a fine mandato, dunque in definitiva non mi hanno mandato a casa prima, sono rimasti tutti. In qualche momento ho pensato di lasciare ma ho preferito servire la bandiera del Comune e ne sono fiero, ho imparato tantissimo. Lascio agli altri ogni giudizio, io di certo non mi ammanto di eroismo.

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