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Elezioni regionali, scontro totale Moratti-Fontana. Lei: “C’era impegno a passaggio di testimone”. La Lega la attacca

Dopo le schermaglie più o meno aperte dei mesi scorsi, ora tra il governatore della Lombardia Attilio Fontana (Lega) e la sua vice, Letizia Moratti, è frattura totale. I due, come noto, sono da tempo in lizza per la candidatura a presidente della Regione: Fontana già sostenuto ufficialmente dalla Lega per il bis, Moratti invece promuovendo la sua controcandidatura sebbene non ancora ufficialmente schierata con uno o più partiti. Ora a far deflagrare la crisi, l’intervista su Rai3 di Marco Damilano alla vicepresidente di Regione Lombardia.

“Sono stata chiamata dal presidente Fontana in un momento difficile – ha dichiarato Moratti – e ho accettato per responsabilità e amore per la mia regione, con l’impegno parallelo di un passaggio di testimone a fine legislatura”.

“Ho lavorato e lavoro coerentemente a quell’impegno ma coerentemente a quelle indicazioni ho costruito anche una rete civica. La mia non è un’autocandidatura ma una disponibilità, è diverso”.

C’è stato “chi me lo ha chiesto ma per riservatezza istituzionale, finché il centrodestra non chiarirà la sua posizione non dirò chi”.

Poi sono arrivate la replica del governatore e la dura posizione della Lega: “Il primo dato sorprendente, che merita un’attenta riflessione – ha replicato il presidente della Regione – è che Letizia Moratti non dichiari di aver votato domenica per il centrodestra. Poi, contrariamente a quanto da lei affermato, non ho mai promesso a nessuno un passaggio di testimone al termine del mio mandato. È una prerogativa dei partiti allora come oggi. Non era né allora né oggi nella mia disponibilità. Come tutti sanno non sono cariche ereditarie. Quindi non è molto chiaro quale spirito di servizio invochi se la condizione era quella di essere nominata vice presidente e anche candidata presidente. Non mi è chiaro dove sia il senso di responsabilità. A questo punto, però, sono io a chiedere un chiarimento netto e definitivo, già dalle prossime ore, a Letizia Moratti: perché una cosa è far politica, un’altra giocare sull’onorabilità delle persone e amministrare senza sapere da che parte si voglia stare: con noi o contro di noi”.

“C’è stupore e sconcerto – attacca Fabrizio Cecchetti, coordinatore lombardo della Lega – per un assessore come Letizia Moratti che ha lavorato e sta lavorando in una giunta di centrodestra, ma che da mesi annuncia di volersi candidare con altri partiti, appoggiata magari anche dalla sinistra. Con coerenza, ne tragga subito le conseguenze. Con tutte le sfide che attendono Regione Lombardia nei prossimi mesi, non abbiamo tempo da perdere con dubbi, polemiche o ambizioni personali. Avanti con Attilio Fontana e la sua squadra, premiata da oltre il 50% dei voti anche domenica scorsa. Se qualcuno ha cambiato idea o squadra si faccia da parte”.

“Io – aveva intanto sottolineato ancora Letizia Moratti – sono in campo con una rete civica ma coerentemente aspetto una decisione da parte della intera coalizione del centrodestra”. “Ho detto in maniera leale e coerente – ha poi ribadito – che aspetto una decisione dal centrodestra che penso debba essere definitiva, naturalmente dopo la formazione dell’esecutivo” ma “ho lavorato anche a una rete civica che ho costruito, ascoltando diversi mondi dall’industria al terzo settore, per costruire un programma”.

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11 Commenti

  1. Altre candidature ? Ben vengano ! Sicuramente ci saranno candidati che meglio possano amministrare la Regione, occorre però figure che abbiano capacità politiche ma anche amministrative e di buon livello.
    Occorre che gli altri partiti non presentino candidati “di facciata” o calati dall’alto con nomi altisonanti ma persone , ed un programma, che scaldi gli lettori lombardi.
    Ci saranno e saranno capaci i partiti di rinunciare al loro ego per amministrare una Regione complessa come la nostra ?

  2. …ma direi anche nessuno dei due!
    Chi fa gli interessi della Lombardia? Chi porta avanti L’ ECCELLENZA di questa regione?
    Altre candidature, please!?

  3. la gestione della Lombardia e’ stata inadeguata:beninteso le scelte sulla Sanita’ sono precedenti alla giunta Fontana,ma questo non assolve ne’ lui ne’ gli altri,a cominciare dal fatuo Gallera,sostituito da Moratti che ha in pratica commissariato il presidente.Come si possa ripresentare un personaggio non all’altezza e come si possa strillare”la Lombardia e’ nostra”(no,caro mio:e’ di chi ci vive e che domenica scorsa si e’ espresso molto diversamente..)resta un mistero,o forse no:e’ faccia di tolla,come scrive Gioele,tanta faccia di tolla..

  4. La capacità di autocritica della Lega è la stessa del suo leader maximo Salvini: zero.
    Tutti in Lombardia ricordano le situazioni tragi-comiche che hanno contraddistinto Fontana negli ultimi anni, ma il ragionamento in casa Lega è chiaro: se non riproponiamo Fontana, ammettiamo le sue colpe nella gestione della pandemia.
    Troppo per una persona piena di sé come Salvini.

    1. Lo stesso motivo per cui a Como hanno insistito tanto, nonostante il fallimento totale, per ricandidare Landriscina…

  5. Gioele è sempre attento nei suoi commenti. La gestione della Regione Lombardia da parte della Lega è stata fallimentare , tutto quanto osservato sono della realtà indiscutibili che dimostrano come la Lega abbia mal governato, Aggiungerei fra le note dolenti la gestione del settore acqua e la ridicola farsa del problema cinghiali nell’Olgiatese e nella Bassa Comasca, problema drammatico per gli agricoltori e pericolosissimo per gli automobilisti.
    Nonostante ciò come ben dichiarato da Nicola Molteni la Lombardia è “nostra” e “noi la dobbiamo governare.”
    Fontana ed i vertici della Lega avevano effettivamente promesso alla Moratti la guida della Regione consci della disastrosa gestione Fontana & Co, ma dopo l’assoluzione di Fontana per il guaio dei camici hanno pensato bene di cambiare idea chiedendole di fare un passo indietro.
    Rimango sempre convinto che governare ed amministrare non sia mai un fatto personale , una occupazione di spazi e di poltrone ma al contrario essere attenti a ai propri cittadini e fare il meglio per loro. Al contrario i vertici della Lega rimangono convinti che il tutto sia cosa loro senza autocritica.
    Un ultima nota anche se fuori contesto; si legge di Nicola Molteni nuovo Ministro dell’Interno , ritengo che non sia opportuno. Indiscutibili le capacità di Molteni ma lui si sente “uomo” di Salvini e come dice il ” capo non si discute mai”. Vedere Molteni al Viminale vedremmo in controluce l’ombra di Salvini.

  6. rete civica? tipo impegno civico del finalmente sparito di maio? con un altro partitino nin vacda nessuna parte

  7. La Lega sta sbagliando e segue gli errori del PD, non ascolta più il popolo ma impone scelte di partito.

  8. Quello che è sorprendente non è la disponibilità di Letizia Moratti ma la ricandidatura di Fontana. Quello che fa riflettere, è l’incapacità di alcuni politici, Fontana è tra questi, di fare un minimo di autocritica sui risultati del proprio mandato, sugli episodi che li hanno resi protagonisti, su come hanno gestito i problemi che il loro ruolo li ha chiamati ad assolvere. Per intendersi, Fontana, Gallera e il centrodestra in Regione saranno ricordati per la gestione della pandemia COVID nelle prime fasi dell’emergenza, quella che ha visto gli autocarri militari liberare gli obitori dai morti a Bergamo. Fontana, Gallera e il centrodestra in Regione saranno ricordati per la scelta di accogliere i malati COVID nelle RSA, per tanti episodi grotteschi e imbarazzanti: le mascherine a forma di pannolino, quelle indossate al contrario, i camici e i sacchi della spazzatura per proteggere dall’infezione il personale medico e paramedico. Fontana e il centrodestra in Regione saranno ricordati per il primo sistema di prenotazione dei vaccini. Quello che non funzionava. Fontana e il centrodestra in Regione saranno ricordati per aver fatto arrancare la Lombardia dietro a Emilia Romagna, Veneto e Lazio. E se non vogliamo mettere la croce a Fontana per tutto quello che è successo a causa del COVID, pensiamo a Fontana e al centrodestra in Regione quando dobbiamo salire su treni pieni come un uovo e perennemente in ritardo. Insomma, a parte le simpatie politiche, bisogna avere un gran faccia di tolla per ripresentarsi come se in questi cinque anni non fosse successo nulla.

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