Tiene fortissimamente banco la tragica seduta del Consiglio comunale di ieri sera dove, come abbiamo ampiamente raccontato, la maggioranza si è spaccata sull’elezione del nuovo presidente dopo l’addio di Anna Veronelli: Como, il Consiglio comunale non trova il nuovo presidente. Tutto rinviato, intanto spunta Ada Mantovani all’ultimo.
Così sono partite le reazioni dei cittadini, con commenti alla nostra pagina Facebook: “Ridicoli”, “Penosi”, “Bimbi dell’asilo”. Lo sdegno per il surreale consiglio comunale tra ripicche, liti e voti inutili. E poi la ex presidente (e ex forzista ora passata ad Azione di Calenda): Veronelli, una notte d’accuse pubbliche al centrodestra. La cronaca di un lungo, cattivissimo addio.
Ora arriva l’accusa della candidata sindaca Adria Bartolich:
L’indecoroso e surreale spettacolo che sta dando il Consiglio Comunale di Como in questi giorni, per la rielezione del presidente del Consiglio Comunale, soprattutto se accostato a quello altrettanto indecente, anche se a lieto fine, dato al momento della recente elezione del Presidente della Repubblica, ci parla a chiare lettere di una imperversante crisi delle istituzioni che le attraversa ad ogni livello. Le ragioni stanno in primo luogo nell’incapacità dei partiti di assumere decisioni chiare e non strumentali, come se tutto dovesse essere piegato alla causa o alle convenienze di parte.
L’incapacità di fare sintesi nei luoghi preposti, i partiti, si traduce pressoché meccanicamente in un conflitto che diventa immediatamente istituzionale, trascinando le istituzioni, appunto in situazioni caotiche e ingovernabili, sminuendone il ruolo e rendendole, invece che il luogo di tutti, un terreno di battaglia. Inutile poi lamentarsi dell’alto numero di astensioni al momento del voto. Con gli spettacoli che si offrono agli elettori, è praticamente inevitabile.
Consentitemi di dire che, considero questa tradizione che negli anni si è affermata di eleggere persone nei ruoli di garanzia (e il Presidente del Consiglio comunale lo è) a colpi di maggioranza e in totale omogeneità con lo schieramento vincitore delle elezioni, che diventa una sorta di asso pigliatutto, e poi significa darlo all’amico, e poi all’amico dell’amico, una vera ferita in un sistema che si autodefinisce democratico e alle istituzioni come bene di tutti.
Il rispristino di un minimo di serietà istituzionale sarebbe molto apprezzabile: il Presidente del Consiglio Comunale, per il ruolo di equilibrio e garanzia che lo contraddistingue, deve essere per definizione assegnato all’opposizione. Chiunque sia l’opposizione e qualunque sia la maggioranza. Questo pantano indistinto con la confusione di ruoli e competenze che ha prodotto, negli ultimi decenni ha fatto solo danni.
Se mai dovesse accadere di essere la sindaca di Como – in pieno accordo con le realtà che mi sostengono – il mio primo atto sarà questo: garantire all’opposizione la Presidenza del Consiglio.