Difficilmente si assisterà a una notte da “big bang” come accaduto 15 giorno sulla “famosa” delibera appalti affossata da Forza Italia.
Ma di sicuro non parte benissimo nemmeno la discussione sulla delibera di indirizzo – in calendario lunedì – sulla fusione dei Consorzio Pubblico Trasporti (Cpt) in Spt Spa (i cui soci sono già lo stesso Cpt con il 28%, il Comune di Como con il 36%, la Provincia di Como con il 22% e, pur in fase di recesso, la Provincia di Lecco con il 12%).
Per quanto piuttosto bizzarro, infatti, a oggi praticamente nessuno, a partire dall’assessore alle Partecipate Adriano Caldara, passando per i capigruppo di liste e partiti, sa esattamente come cambieranno i rapporti di forza tra i soci a compimento dell’operazione.
Dettaglio non trascurabile, poiché è del tutto evidente che Cpt – che già vale il 28% nell’assemblea dei soci – fondendosi in Spt Spa potrebbe ulteriormente aumentare il proprio peso. Nel contempo, però, porterà interessi molto diversi ad esempio rispetto a quelli del Comune di Como, anche soltanto per il fatto che in Cpt (proprietario della Funicolare) sono raggruppati 115 Comuni del territorio che ovviamente hanno priorità alquanto differenti rispetto a quelle della città.
E se è vero che la delibera che approderà in aula lunedì sera a Como fissa soltanto l’indirizzo privilegiato da sviluppare in seguito – cioè, appunto, la fusione di Cpt in Spt Spa – l’alea di mistero sugli effetti veri e propri di questa operazione hanno indispettito buona parte della maggioranza.
Già nella riunione della giunta Landriscina sul tema, infatti, Forza Italia e Fratelli d’Italia si astennero sulla delibera. E – in un’atmosfera non molto più distesa dopo quella piccola frattura – uno scenario identico, segnato dai malumori, pare destinato a replicarsi in consiglio comunale.
Peraltro, il tema delle società e delle aziende di trasporto comasche è caldo anche su un altro versante. Si apprende in queste ore, infatti, che l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha avviato “un’attività di vigilanza” sulla trasparenza nella comunicazione di Asf autolinee (controllata al 51% proprio da Spt Spa).
Anac ha aperto la procedura lo scorso 28 giugno, non autonomamente ma sulla base di una segnalazione esterna inviata a Roma il 12 giugno precedente.
Difficile dire quale sia il punto esatto in questione, anche se in questi casi specifici Anac solitamente conduce un’attività ispettiva sulla trasparenza della comunicazione aziendale tramite i canali web ufficiali (sito internet in primis), dove come noto è obbligatorio pubblicare i documenti di bilancio e molta altra documentazione di rilievo pubblico.
Nello specifico, Anac parla di “attività di vigilanza nei confronti di Asf per le inadempienze segnalate”.
Si tratta dunque di una fase preliminare, al termine della quale tutto potrebbe essere archiviato senza rilievi oppure all’azienda potrebbe venire ordinato di rendere pubblici i dati e/o i documenti ora non consultabili.