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Gaddi chiede a Fontana di invitare anche Bruni, Caradonna, Lucini e Landriscina per inaugurare piazza Cavour

Il consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi ha scritto una lettera al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, in cui chiede di invitare anche i vecchi sindaci di Como all’inaugurazione del tratto antistante piazza Cavour, nell’ambito del cantiere per il nuovo lungolago e delle paratie antiesondazione. Il giorno fissato è il prossimo 27 marzo, quando Fontana e l’assessore regionale agli Enti locali Massimo Sertori compiranno il sopralluogo per restituire alla città di Como un altro pezzo di passeggiata, che arriverà dal molo di Sant’Agostino a tutta piazza Cavour.

“Non esiste merito alcuno dell’attuale sindaco di Como sulla questione lungolago, né diretto né indiretto, per il semplice fatto che il cantiere è di Regione Lombardia e che i lavori sono ormai conclusi – dice Sergio Gaddi per spiegare il senso della lettera a Fontana – È chiaro che il discorso vale anche se ci fosse un altro al posto di Rapinese, ma siccome sono stato in Comune per 18 anni dal 1994, ricordo perfettamente che l’attuale sindaco è sempre stato violentemente contrario al nuovo lungolago, ha sempre detto no a ogni forma di collaborazione con il suo consueto stile, e ha dichiarato più volte che non avrebbe mai partecipato a qualsiasi inaugurazione. Posizioni legittime, per carità, ma che allora sia conseguente. Va bene che il potere fa dimenticare la coerenza, capisco che la forza simbolica di una fotografia sorridente al taglio del nastro possa far sparire in lampo anni la memoria di decenni, ma far credere di aver concluso quello che invece si è sempre combattuto mi sembra veramente troppo. È una questione di rispetto dell’intelligenza delle persone, prima ancora che della città”.

Di seguito il testo della lettera inviata dal consigliere regionale Sergio Gaddi al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, inviata anche all’assesore Massimo Sertori.

Caro Presidente Fontana,

Come Tu stesso hai annunciato, è oramai prossimo il giorno dell’inaugurazione del Lungolago di Como, opera che da 16 anni ha segnato la storia recente della città.

Finalmente, e per merito esclusivo di Regione Lombardia, verrà riconsegnata ai comaschi piazza Cavour, area di maggior pregio dell’intero intervento e cuore dell’intero nuovo Lungolago.

A tal proposito, e facendo seguito a quanto ti avevo già accennato a voce, mi permetto di suggeriti di invitare alla cerimonia di inaugurazione tutti i sindaci di Como e gli assessori ai lavori pubblici che si sono succeduti dalla data della prima progettazione. Purtroppo, Alberto Botta è mancato, ma Stefano Bruni, Mario Lucini e Mario Landriscina, prima dell’attuale sindaco Alessandro Rapinese in carica da poco meno di due anni, hanno accompagnato un tratto della vita del progetto.

Credo sia un atto non solo di cortesia istituzionale, ma anche di onestà intellettuale in quanto, pur con tutte le difficoltà e senza voler entrare nel merito tecnico, politico e giudiziario delle disavventure che il cantiere ha subito in questi anni, le varie amministrazioni hanno lavorato perché il progetto fosse realizzato e concluso.

Oggi, a lavori oramai ultimati e con un profilo a lago completamente ampliato, immagino che nessuno possa rimpiangere la situazione di partenza, pur nei disagi di una dilatazione eccessiva dei tempi. Oggi è il momento di rallegrarsi degli sforzi di Regione Lombardia e del lavoro di un lungo passato, e per questo motivo credo sia giusto che tutti i protagonisti debbano essere presenti.

Conoscendo la tua sensibilità istituzionale, ti ringrazio augurandoti buon lavoro

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14 Commenti

  1. ma sto schifo di transenne quando le tolgono ?? non sono assolutamente obbligatori i parapetti sul lago .. sto sindaco non ne azzecca una ..aveva cominciato bene all’inizio ma adesso sembra solo un dittatore!!!

  2. Ho sempre stimato Gaddi, ma forse questa no.
    Caradonna, quello del muro.
    Lucini e Landriscina che con il loro vuoto cosmico hanno creato il disastro, obbligando la Regione ad intervenire.
    Proprio no.
    Sul lungolago, Rapinese non ha meriti, ma gli altri hanno le responsabilità e le colpe (politiche, che restano anche dopo le assoluzioni penali).
    Stiano a casa, a meditare ed a vergognarsi.
    Molto meglio

    1. Svelo un segreto che segreto non è:
      Avete presente il tanto contestato muro?
      Ebbene, le quote attuali non sono cambiate a quelle del muro.
      L’impatto visivo o meglio l’ingombro che si vedrà costeggiando la passeggiata in auto, vedendo il lungolago con le panchine, sarà lo stesso del muro di allora.
      Ergo tutto il vs. scandalizzarsi, strumentalizzare quanto allora fatto, non è servito a nulla se non a rallentare e cambiare un progetto che nella sostanza è rimasto lo stesso.
      Fatevene una ragione.
      E ben vengano gli amministratori che hanno sostenuto il progetto paratie, mentre chi invece ha fatto proclami, muri di scatole sotto casa di Bruni, chi si è stracciato le vesti dicendo “questo progetto non si doveva fare”, ecco, a quel personaggio l’invito è di stare a casa.

  3. Sembra ormai chiaro che la campagna elettorale per il comune di Como sia stata lanciata dal Gaddi ever green. Certo, bisogna che l’attuale sindaco sia sfiduciato al più presto (il problema è che i suoi nemmeno parlano, figurati se votano contro). Però anche Rapibluff è tornato ieri in piazza con un gazebo. Forse anche il nostro Masaniello, uomo del popolo, si sta rendendo conto che le sue chiacchere e distintivo non bastano e non basteranno.
    Tornando al nostro Gaddi, il nostalgico…
    Fa piuttosto rabbrividire rivedere i nomi di Bruni e Caradonna, ma d’altra parte sono i suoi compari del passato. Da lì viene Gaddi e lì vuol tornare.
    Forza… c’è un posto che ti aspetta. Vedrai che farai in tempo ad inagurare la Ticosa.
    Tanto la memoria dei comaschi fa acqua e di acqua ne è passata e ne passerà.

  4. Per come sarà il nuovo lungolago, effettivamente, c’è poco da giubilare: poche le panchine, rari e striminziti gli alberi (dovevano almeno essere il doppio), ridicole le vasche con vegetazione che lo “abbelliscono”. Ridicola, anche, la “ciclopedonabile”. Penosa la diatriba sui parapetti. E non dimentichiamo la passerella stralciata dal progetto finale. Insomma, come al solito, un’occasione persa. Ma le autorità festeggianti diranno che l’opera è magnifica, e che il cronoprogramma a geometria temporale variabile è stato perfettamente rispettato. Io mi aspetto, e spero, che almeno uno degli ex sindaci, se invitato, declini, e lasci tutta la penosa scena agli attuali amministratori, comunali, provinciali e regionali.

  5. Concordo con eeeeeeee, profilo basso, non c’è niente da festeggiare. Povero Gaddi !!! Ha paura che qualcuno gli rubi la scena ?? Si metta la fascia tricolore, un paio di forbici, e zac !!!! Che pensi ai buchi economici che ha creato nelle casse del comune con le sue mostre spettacolari…….

    1. Caro Mario, piuttosto che rilanciare sempre sui “buchi” delle mostre di Gaddi che fino a prova contraria hanno portato lustro e indotto a tutta la Città, perché con altrettanta veemenza non chiede conto al suo sindaco dei bilanci e relativi buchi delle sue due edizioni natalizie?!
      Già che c’è gli domandi quanto ha versato il Comune alle associazioni di volontariato e quali siano.

  6. Ormai di comaschi doc e con memoria ne sono rimasti pochi… 😉
    Anche se qui leggo chi si ricorda bene di chi ha visto il sole a scacchi o aveva approvato il progetto con un parapetto in calcestruzzo.
    Tanto alcuni di loro, fuori dalla porta… rientrano dalla finestra… in Regione.
    Mi accodo a chi ha scritto: “inaugurare sì il lungolago, ma alla chetichella è con sguardi bassi” fare in pompa magna un’inaugurazione che si doveva fare almeno 12 anni fa… meglio di no.

  7. Gaddi è una persona intelligente. Come possa ritenere opportuno invitare tutta la compagine, dopo i variegati trascorsi personali e politici di ognuno di loro, e dopo che il lungolago è stato AMPIAMENTE rimaneggiato e sminuito rispetto al primo progetto, trasformandosi in una anonima spianata schifata da qualunque architetto sia degno della sua qualifica, è un mistero. L’inaugurazione dovrebbe avvenire alla chetichella, con discrezione e sguardi bassi.

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