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Attualità, Politica

Governo Meloni e totoministri: spunta il nome del comasco Nicola Molteni all’Interno (al posto di Salvini)

Sono i giorni in cui i cronisti parlamentari si esercitano in una delle pratiche più classiche del post elezioni: il totoministri. Così in un lungo articolo di Repubblica oggi vengono inquadrati nomi, geometrie, equilibri e soprattutto trattative.

Al capitolo Interno viene riassunta la situazione nota da giorni: la Lega che spinge per un ritorno di Matteo Salvini, già alla guida del dicastero nel Conte1, e dall’altra parte i dubbi di Fratelli d’Italia e della leader, Giorgia Meloni, che si avvia a diventare presidente del Consiglio. Lo scetticismo sull’incarico a Salvini spiega il quotidiano sarebbe questo: “l’inchiesta su Open Arms è una delle ragioni per cui Meloni ritiene che dare quella poltrona al leghista non sia possibile, perché potrebbe non superare il vaglio del Quirinale”.

Così, sempre secondo la ricostruzione di Repubblica, il punto di equilibrio e diplomazia si potrebbe trovare nominando un fedelissimo del numero uno leghista. E spuntano due nomi: quello del deputato comasco, sottosegretario all’Interno uscente, Nicola Molteni e quello del prefetto, ex capo di gabinetto di Salvini, Matteo Piantedosi.

Molteni, intervistato su queste pagine pochi giorni fa dopo la rielezione alla Camera, a domanda precisa (Sarà ancora sottosegretario nel prossimo Governo Meloni?) ha risposto: “Sarò il parlamentare del territorio, sono molto orgoglioso di essere stato eletto in un collegio uninominale ampio come quello di Como. Sarò parlamentare del territorio come sempre, il resto non lo so. Ho maturato esperienza in questi anni, sono stato due volte sottosegretario all’Interno (prima con Conte, poi con Draghi, Ndr), la prima volta con Salvini ministro è stato straordinario, la seconda complicata e difficilissima. Quello che farà adesso Nicola Molteni non è un problema”.

Ora viene dato per possibile ministro. Si vedrà naturalmente.

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5 Commenti

  1. “la prima volta con Salvini ministro è stato straordinario” (quando l’obiettivo era bullizzare un paio di ONG e tenere per qualche giorno sulle navi qualche centinaio di migranti come prova di difesa dei confini), “la seconda complicata e difficilissima” (quando c’era da realizzare il piano del PNRR e affrontare situazioni geopolitiche senza precedenti).
    Speriamo che Molteni si prepari per un’altra esperienza complicata e difficilissima piuttosto che puntare a vivere altri momenti “straordinari” emulando il suo capo.

  2. Per quale motivo non potendo o volendo mettere il suonatore dell’organetto al posto a cui ambisce, si deve per forza metterci la scimmietta? Mah…..se questa è la destra dura e pura che non ama i compromessi dei sinistri politicanti, chissà cosa dovremo aspettarci quando inizierà a doversi assumere la responsabilità delle proprie scelte e non esprimere giudizi sulle scelte altrui. 😊

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