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I botti di Cioffi: “Sulle monete d’oro, uffici dei Lavori pubblici vergognosi. Io porto Chagall”

Quando l’avevamo intervistata fresca di nomina, a fine luglio, l’avevamo soprannominata “il generale Cioffi” per il piglio deciso e le idee chiare con cui sembrava pronta a scendere in campo, terzo assessore alla Cultura e Turismo dell’era Landriscina arrivata nel pieno di una pandemia mondiale. Ora, sei mesi dopo, per l’assessore Livia Cioffi è tempo di bilanci, di buoni propositi per l’anno nuovo e di qualche sassolino da togliere dalla scarpa.

Togliamoci subito il pensiero. Nella classifica “Qualità della Vita 2020” del Sole 24 Ore appena uscita, per cultura e tempo libero Como è all’84° posto su 107 comuni (nel 2019 era al 61°). Un po’ poco per una città che è stata candidata a capitale italiana per la cultura nel 2016 e che, nel programma elettorale del sindaco, doveva addirittura ambire a diventare capitale europea, non trova?
Io sono arrivata da pochi mesi ma non nego che di errori di strategia ne sono stati fatti, a partire dal continuo cambio di assessori in un settore così importante. Forse, visto che il turismo andava fin troppo bene, si è pensato non servisse puntare su qualcosa di qualità per attirare le persone. Poi è arrivato il Covid e si è fermato tutto.

Beh non si può dire che il Covid abbia fermato chissà quali progetti, in realtà.
Vero. Non c’erano in cantiere grandi cose. L’ex assessore Simona Rossotti era più orientata al marketing e al turismo e Carola Gentilini aveva appena finito di capire come funzionava il sistema.

Ora che invece è necessario ripartire, una città come Lecco presenta il calendario mostre 2021. Como che fa?
Como fa. Ci siamo rimboccati le maniche e l’Ufficio Cultura sta lavorando splendidamente. Ecco, forse dovremmo comunicarlo meglio anche noi.

Può cominciare ora, se vuole.
A gennaio speriamo di riuscire finalmente a inaugurare la grande rassegna di Miniartextil e la mostra dedicata ai ritratti gioviani provenienti dagli Uffizi. A maggio, poi, sarà la volta di una mostra di Fondazione Ratti a Villa Olmo.

Appena nominata aveva anche dichiarato di voler riportare a Como le grandi mostre.
Chagall, per fine 2021 – inizio 2022. Ci stiamo lavorando. Vorrei che il mandato finisse con una grande mostra.

Ah, caspita. Se le riuscisse sarebbe un bel colpo.
Sì, ma non è l’unica novità. Credo che sia arrivata l’ora che il Comune si assuma in prima persona il compito di ideare e organizzare gli eventi.

Basta bandi?
Sì, basta bandi del fai da te. La qualità deve essere innalzata, dobbiamo svoltare e smettere di dipendere dal territorio. Il mio obiettivo è eliminare i bandi sia per gli eventi estivi che per quelli natalizi affidando l’incarico di ideazione a un consulente esterno qualificato.

Ma che ne sarà delle associazioni che contano anche su questo tipo di bandi per le loro iniziative?
Continueremo a sostenerle perché nella quotidianità fanno un lavoro davvero eccellente. E per i grandi eventi annuali possono essere un corollario, ma vorrei che l’organizzazione fosse del Comune.

Resta da sciogliere il nodo della messa a norma degli spazi espositivi. Quando riapriranno?

A fine febbraio riavremo il Broletto ed entro l’estate lo spazio Natta e San Pietro in Atrio.

E i lavori nella ex-chiesa delle Orfanelle per ospitare le monete?
Non mi faccia parlare, sono piuttosto arrabbiata. Non credo che vedremo le monete prima della fine del 2021 anche se continuo a battermi.

Cosa succede?
Siamo ancora alla progettazione preliminare dei lavori. Non ci sono neppure gli elementi per raccordarsi con il progetto espositivo che la Soprintendenza dovrebbe inviarci. È vergognoso che i Lavori Pubblici non siano attenti a interventi come questo, che oltretutto sono tra le priorità dettate dal sindaco.

Il problema sono gli uffici, quindi?
Il problema è che spesso non governa la politica, governano i dipendenti. Forse a volte bisognerebbe asfaltare un marciapiede in meno e occuparsi anche di altro. Io litigo ogni giorno con quel settore e a volte penso che andrebbe proprio raso al suolo.

Bombe in Comune. Cioffi: “Lavori Pubblici da radere al suolo”. Ira sindacato: “Bel regalo, dipendenti solito capro espiatorio”

Tosta è tosta ma con queste premesse è sicura di farcela a raggiungere i suoi obiettivi?
Se continuo a litigare con tutti gli uffici mi fanno fuori prima (ride). A parte gli scherzi, quello che dipende dal mio settore lo porterò fino in fondo. Certo che se poi ogni volta mi devo scontrare…

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4 Commenti

  1. Facile sempre criticare gli altri. Comozero, chieda in Comune quante delibere ha portato Miss “Simpatia”, da quando è arrivata, e quante ne ha portate il collega del Settore che vorrebbe far radere al suolo. Poi rendete noti i numeri. Grazie.

  2. la città dei balocchi negli ultimi 2 anni è stata un disastro: a Natale 2019 avevamo raggiunto livelli da kasba senza un efficace piano parcheggi e trasporti; a Natale 2020 non sono stati capaci neppure di proiettare delle luci sul duomo. Eppure sarebbe bastato rinunciare agli elfi (di un kitsch indifendibile, tra l’altro) e mettere dei fari puntati su gargoyle e bifore in piazza duomo e a S. Fedele, come luce di speranza per questo difficile Natale. ne vogliamo parlare? o aspettiamo di veder saltare mostre pretenziose (o devo dire presuntuose?). Piccoli progetti con budget gestibili sarebbero meno soggetti a fallimento in caso di prolungamento della pandemia, o sbaglio?

  3. No, basterebbe una modifica della Legge “Bassanini” riportando la responsabilità e la firma dei provvedimenti all’assessore competente.

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