A Como città hanno certamente “vinto” in tre le ultime elezioni europee: Fratelli d’Italia con il suo largo 26.62%; poi il Pd, vicinissimo ai meloniani, che si conferma forte quando il voto è fortemente politico, tanto da arrivare a un eccellente 24,69%; e poi Alleanza Verdi Sinistra con un clamoroso 8.44%, forse l’impresa più rimarchevole di tutte in termini percentuali (basti pensare che alle Politiche 2022, tornata elettorale che per portata e natura extra locale prendiamo qui in considerazione, Bonelli e Fratoianni si fermarono alla metà, il 4,4%). Ma il solo confronto percentuale, per quanto fondamentale, non basta a raccontare il vero andamento dei partiti. Nelle pieghe dei numeri assoluti – tenendo ben chiaro in mente che alle Politiche a Como votarono 41.255 persone (65,59%) mentre a queste Europee soltanto 31.844 (45,12%) – si nascondono altre verità, non meno importanti. Anzi.
Qualche esempio, così da avere qualche strumento in più per interpretare il voto in città (ed escludendo volutamente il raffronto sia con le Europee del 2019, che pure sarebbero l’evento più omogeneo ma svolte cinque anni fa in uno scenario radicalmente diverso da quello attuale, con la Lega alle stelle e FdI ancora minuscola, sia con le Regionali 2023, sia ancor più con le comunali del 2022, per l’enorme differenza che nelle ultime due introducono i fattori locali e il peso delle liste civiche e indipendenti, come dimostra il trionfo di Alessandro Rapinese con il 27%).
E allora ecco una prima “scoperta”, mettendo a fianco Europee e Politiche 2022: nel quadro del calo complessivo di quasi 10mila elettori, solo due partiti sono davvero cresciuti in termini di voti assoluti. Quei due partiti sono stati Alleanza Verdi Sinistra, passata da 1.658 a ben 2.613, con un boom veramente sensazionale come già accennato; e poi a sorpresa Forza Italia, capace, nonostante la morte di Silvio Berlusconi un anno fa, di incrementare i 2.501 voti del 2022 fino a 2.859 oggi. Non tantissimi, per quanto già utili a passare dal 6,6% al 9,24% in meno di due anni, ma conquistati davvero contro tutto e tutti: dalla scomparsa del leader assoluto e fondatore, passando per uno scenario politico sempre più polarizzato, fino a una concorrenza al centro sempre vivace (almeno sulla carta). Insomma, un exploit che anche solo 12 mesi fa sembrava una chimera.
Venendo ai big, in realtà Fratelli d’Italia a Como città ha perso 1.326 voti assoluti passando da 9.566 a 8.240 (pur crescendo in termini percentuali) e la Lega ne ha lasciati per strada 579 scendendo da 4.070 agli attuali 3.491 (pur salendo percentualmente dal 10,8% delle Politiche all’11,28 dell’altroieri). Uscendo dal centrodestra, i Cinque Stelle (a queste Europee al 5,61%, alle Politiche al 7,5%) sono scesi in voti assoluti da 2.845 a 1.735, un’emorragia pesantissima di oltre mille voti.
C’è poi, per concludere, il caso del cosiddetto centro popolato da Renzi (assieme a Bonino alle ultime Europee) e Calenda. Nel 2022, gli aspiranti terzopolisti si presentarono assieme arrivando a prendere a Como città 5.360 voti per un ottimo 14,2% e Bonino da sola con +Europa prese altri 1.668 voti per il 4,4%; dunque queste tre forze sommate avevano raccolto un consenso di ben 7.028 comaschi. Alle Europee appena terminate, da divisi, Azione di Calenda ha preso 1.641 voti per il 5,30% mentre Renzi con Bonino 1.577 per il 5,09%. Sommate le schede, si arriva a 3.218. Insomma, a Como il polo centrista separato ha buttato al vento qualcosa come 3.810 voti rispetto al cammino comune di due anni prima. Un enorme patrimonio dilapidato.
Un commento
Il calo dei terzopolisti è in realtà ancora peggiore laddove si consideri che queste erano elezioni vigente il proporzionale, e quindi il potenziale derivante dal c.d. voto di opinione si sarebbe dovuto dispiegare maggiormente. Ben gli sta, cmq.