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Como e Cantù, Laura Santin guida la Lega: “Con Rapinese battaglia solo se serve alla città. Galbiati merita il bis”

Una squadra di 166 tesserati tra donne e uomini Lega nei consigli comunali dei comuni della provincia di Como. Il Carroccio dell’era Laura Santin è cresciuto e ora può finalmente mostrare i muscoli in vista delle prossime sfide elettorali. Riflettori puntati in particolare sulla roccaforte Cantù, dove Santin sembra sposare senza se e senza ma il Galbiati bis, alleati di centrodestra permettendo naturalmente. La segretaria avvisa anche Rapinese, la luna di miele sembra essere finita e con l’aiuto della “zarina” Elena Negretti l’opposizione potrebbe diventare ben più dura. Ecco l’intervista a Laura Santin, la 40enne che diventò commissario provinciale della Lega già nel febbraio 2018.

Forse mai come in questo momento la Lega comasca può contare su persone di spicco al governo italiano, in Regione, a livello di sindaci consiglieri comunali. Una squadra decisamente pesante. Quali sono gli obiettivi per le Europee e le prossime amministrative?
Il nostro obiettivo è sempre il bene del territorio. Avere esponenti di spicco e tanti bravi amministratori ci permette infatti di essere a contatto con un grandissimo numero di cittadini, associazioni, categorie, raccogliere istanze, ascoltare e conoscere i problemi quotidiani della cittadinanza. È vero, ci aspetta un 2024 intenso, con 90 Comuni al voto e le elezioni Europee. Continueremo con il lavoro quotidiano di risposta alle problematiche dei cittadini e confidiamo che il giudizio che verrà espresso attraverso il voto consideri l’impegno e la preparazione degli amministratori. Per quanto riguarda le elezioni europee è sotto gli occhi di tutti che gli eurodeputati della Lega, si battono perché tutte le norme “futuristiche” dell’Europa non mettano in ginocchio il nostro Paese.

Nelle “partite” di Cantù e del nuovo presidente di Villa Saporiti quale ruolo avrà la Lega?
A Cantù abbiamo un ottimo Sindaco, Alice Galbiati, militante Lega e che sta terminando un mandato unico nella storia, avendo gestito anche il difficile momento della pandemia. Credo che i canturini meritino che questa amministrazione possa continuare a lavorare bene, senza le restrizioni e le preoccupazioni dell’emergenza sanitaria. In ogni caso il centrodestra sta dimostrando su tutti i livelli di essere una soluzione di buon governo, il dialogo con le altre forze politiche sarà essenziale e, sono certa, proficuo.

Il nodo della rappresentanza nel Comune di Como rimane invece un problema irrisolto e diciamo “storico” per la Lega. Quale può essere la ricetta per il futuro?
A Como siamo rappresentanti dall’ex Assessore Elena Negretti, consigliere di minoranza che, anche grazie ai cinque anni in giunta, conosce la città e risponde quotidianamente a tanti cittadini. Crescere nel capoluogo per la Lega è senz’altro una sfida. Nel pieno spirito della militanza leghista per noi la squadra ha sempre e comunque un’importanza fondamentale.

L’opposizione al sindaco Rapinese rimarrà “morbida” e relativa ai singoli temi o ci dobbiamo aspettare una Lega più battagliera anche a Palazzo Cernezzi?
L’intensità dell’opposizione non dipenderà tanto dalla volontà politica, quanto dalle scelte che farà l’amministrazione Rapinese e dai modi con cui il sindaco le approccia. Ci sembra evidente sia difficile poter rappresentare una minoranza costruttiva, visto il poco margine lasciato ai consiglieri tutti, ma per rispetto verso il voto dei cittadini daremo battaglia sempre e solo se c’è in gioco il bene della città.

A livello personale le si riconosce un gran lavoro di rete e di condivisione anche con la base. Non le manca un ruolo istituzionale?
La “base” è il cuore della Lega, centinaia di militanti della nostra provincia che dedicano le domeniche mattina ad aprire gazebo e informare la cittadinanza. È doveroso nel mio ruolo ascoltare tutti e fare da collettore tra militanti e vertici ed istituzioni. Ho un passato da assessore comunale (Laura Santin è stata assessore alla Pubblica Istruzione a Inverigo dal 2011 al 2016 ndr) in cui ho imparato tanto, attualmente sono vicepresidente di Como Acqua, altra splendida esperienza che mi arricchisce anche grazie al continuo confronto con i sindaci della nostra provincia.

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3 Commenti

  1. Buonasera 🌇 devo fare un’ analisi lacaniana, in pratica la Dottoressa Laura Santin in Cecchetti (Fabrizio Cecchetti (Rho, 3 dicembre 1977, è un politico italiano. Coordinatore Regionale Per La Lega Per Salvini in Lombardia e parlamentare) ha detto che in Consiglio Comunale a Como non sono all’ opposizione. Qui passo dalla psicanalisi politica all’ analisi di giornalista, sarei curioso cosa ne pensano gli elettori e i militanti, Donne e Uomini. Il paragone non è coerente per dati, popolazione, storia, ma ieri in Ticino per il voto federale a livello delle singole formazioni politiche, il dato che forse più conta è il crollo della Lega dei Ticinesi, che cede ben 4 poltrone, ma tra i perdenti c’è anche il Plr, che resta il primo partito ma si vede sfuggire ben due deputati, e c’è l’area progressista, con Ps e Verdi ai quali ne sfugge uno ciascuno. Intanto, l’Udc cresce, il Centro conferma i suoi seggi e diventa il secondo partito, Avanti con Ticino e Lavoro e altri due partiti o movimenti (HelvEthica e i Verdi Liberali) entrano per la prima volta in parlamento con, nell’insieme, 7 seggi: sono i vincenti. Però rimango ad osservare. Siamo in Campagna elettorale per le elezioni Europee dove voteremo con il proporzionale. Vedremo. Volendo provare a definire il concetto di opposizione, si può affermare in termini molto generali ed in primissima approssimazione, che, parlando di opposizione politica in senso oggettivo (ovvero delle attività oppositorie), ci si riferisce ad una tensione contrappositiva, che si esprime attraverso condotte pratiche di varia natura e rilevanza, tenute da un’opposizione o da opposizioni al plurale in senso soggettivo (i soggetti dell’opposizione), sulla base di indirizzi politici, più o meno strutturati, nei confronti degli indirizzi politici sostenuti, e delle decisioni adottate in attuazione di tali indirizzi, dai soggetti/dalle istituzioni che detengono ed esercitano il potere politico. La definizione deve essere poi integrata dal riferimento ad un elemento “esterno” rispetto a quelli costitutivi dell’opposizione considerata nella sua materialità, ovvero al contesto giuridico in cui l’opposizione si manifesta, che ne definisce, insieme ad altri fattori, ma in maniera peculiare, le condizioni di esistenza ed operatività.
    Schematicamente, si può, dunque, affermare che nello studio dell’opposizione politica sono da considerare due dimensioni fondamentali: 1) la dimensione fattuale, alla quale sono riconducibili il “contenuto materiale” delle attività di opposizione (le forme e i modi in cui le attività di opposizione possono materialmente svolgersi) ed il profilo soggettivo/organizzativo dell’opposizione (i soggetti o gli organi che svolgono attività oppositoria); 2) la dimensione giuridica, ovvero il contesto normativo, con riguardo in primo luogo alle norme di rango costituzionale, entro cui l’opposizione deve svolgersi. Si tratta di una dimensione rilevante ai fini della definizione del concetto di opposizione legittimamente esercitabile all’interno di un dato sistema politico-costituzionale.
    Un caro saluto e un abbraccio 🤗.
    Davide Fent
    @davidefent

  2. Tre sono le grandi deleghe che lo Stato ha lasciato alle Regioni: la Sanità pubblica, il Trasporto Pubblico e la Formazione professionale. Il resto rientra negli ambiti su cui si muovono i ripopolatori del lavarello e gli inventori di fantozziane piste da sci. La Sanità sta presentando lacune enormi: la mancanza di medici, chirurghi, professionisti sanitari e le liste di attesa infinite sono la controprova. Il Trasporto pubblico è deficitario per tutto meno che per gli incentivi ai manager di TreNord e per maledizioni ai manager di ASF. Per la scuola professionale basta sentire le difficoltà degli imprenditori (intervista a Brenna di CZ) nella ricerca di personale qualificato. C’è da chiedersi se la Signora Laura Santin, segretaria provinciale della Lega, che darà battaglia a Rapinese Sindaco per il bene di Como, non debba anche dare battaglia al Governatore Fontana per il bene della Lombardia. Ma si sa il ruolo della Lega a Como è contare le tessere e ripopolare il lavarello. Chi comanda sappiamo bene che è altrove e di quelli di Como e provincia non sanno cosa farsene.

  3. La risposta su Como è la certificazione del patto RapiFermi iniziato con il boicottaggio del candidato Molteni (con l’invito al voto disgiunto di Landriscina, alias Negretti), proseguito nel ballottaggio, passando da legami sempre più forti tra la giunta comunale e quella regionale, arrivando al sostegno a Fermi con le preferenze in città. Il tutto condito dall’assenza e il silenzio di quella che avevate chiamato Zarina e che oggi pare aver smarrito la sua tenacia

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