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La Como del futuro, la lavagna, il polo moderato, i Traglio e i Frangi: sprazzi di neo-renzianesimo comasco

Un cahier de doléances pubblico dove sono apparsi tanti tasti dolenti ormai classici per la città di como: dalla carenza di piscine e palestre alla Ticosa, passando – anche fisicamente – dal tema dei senzatetto.

A mettere a disposizione dei cittadini la lavagna dei problemi, il gruppo comasco di Italia Viva che oggi è sceso in piazza, a Porta Torre, per il primo banchetto della sua recente storia lariana dopo il varo della creatura di Matteo Renzi.

Almeno in senso figurato, i renziani – presenti i due coordinatori provinciali Barbara Ferrari e Alberto Gaffuri oltre a iscritti e militanti – hanno messo a disposizione anche circa 24 milioni. Ovvero la somma tecnicamente spendibile per investimenti che compone il gigantesco avanzo di amministrazione del Comune di Como, complessivamente superiore agli 80 milioni.

Fin qui, dunque, un classico sabato politico a Como. Ma dopo?

“Dopo proseguiremo con un impegno che ha una logica molto chiara – spiega Gaffuri – Ovvero guardare alla Como dei prossimi 10, 20, 30 anni. Dare un orizzonte e una prospettiva con un respiro ampio alle proposte per questa città, perché l’ordinaria amministrazione è importante ma per uscire dalla palude e dallo stallo in cui è finita Como serve soprattutto un piano di sviluppo, uno sguardo che vada davvero oltre l’immediato”.

Qualche esempio: “La Ticosa? Va bene discutere dei parcheggi ma non ci si può fermare lì, serve ragionare su un polo culturale e sull’inserimento di funzioni utili allo sviluppo della città. Un nuovo palazzetto? Discutiamone, ma siamo sicuri che a Como non servano di più 10 nuove palestre diffuse per le scuole e per le società? Lo stadio: andiamo oltre la questione del terreno di gioco in erba o in sintetico, altrimenti ne riparleremo tra 12 anni. E poi, vogliamo o no tornare a parlare e a realazionarci con realtà come Milano o vogliamo rimanere sempre confinati nel nostro orticello?”.

Con chi prendere il binoloco e pianificare un futuro diverso, però, per i renziani di Italia Viva oggi non è ancora chiarissimo. O, per meglio dire, non è ancora definito.

“Noi siamo fuori dalle rigide logiche di schieramento – aggiunge Gaffuri – Siamo convinti che esiste una vasta area di cittadini, nell’area moderata e oltre gli estremismi delle varie coalizioni, che attende una proposta politica diversa. Per questo non abbiamo pregiudizi, né steccati. Crediamo soprattutto che prima di tutto vadano identificati 10 punti qualificanti per lo sviluppo e il futuro di Como e su quelli le forze politiche si siedano a discutere, piuttosto che ragionare su alleanze basate su percentuali, pesi, contrappesi, nomi, posti. Così non funzionerà mai”.

Ma gli interlocutori?

“Chi vorrà ragionare secondo il metodo del programma e delle cose da fare per la città, prima di ogni altro calcolo. E naturalmente anche i privati, le forze della società civile e delle categorie economiche e sociali, ognuno con un suo ruolo ma tenendo sempre presente che rappresentano risorse importantissime per rilanciare Como”.

Vengono in mente renziani d’un tempo o post-renziani come Maurizio Traglio e Mauro Frangi.

“Non mi lancio in nomi. Ma se figure così fossero interessate a collaborare per un progetto di sviluppo e di orizzonte per la città, magari ognuno con un suo ruolo, sicuramente sì. Ma ci sono diverse formazioni politiche oggi che sono fuori dalle logiche degli schieramenti e soprattutto, da qui a qualche mese, la sensazione è che anche l’intero quadro politico possa cambiare e pure profondamente. E allora nuovi scenari si apriranno e potrebbero essere molto interessanti e differenti dagli attuali”.

 

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5 Commenti

  1. Serve, per superare l’immobilismo degli enti locali che chi fa politica, si riappropri della possibilità di decidere che in questo momento grazie alla legge “Bassnini” è saldamente in mano ai dirigenti pubblici che specialmente a Como dopo la questione delle paratie non firmano i provvedimenti per paura di finire davanti ai magistrati

  2. Qualcuno ha annusato la “liberazione” di qualche poltrona futura e si affretta a metterci un segnaposto prima che lo facciano altri.

  3. Che dire. Finalmente qualcuno che di fronte all’imbarazzante immobilismo dell’Amministrazione di centro-dx e alla timida opposizione di centro-sx, decide di metterci la faccia e di iniziare a riempire la lavagna con proposte e idee per immaginare Como tra 10-20anni. Finalmente. Non c’è che dire. Non ci si poteva aspettare di meglio.
    Ho solo un piccolo suggerimento per questi entusiasti e coraggiosi amici. Non limitatevi a dialogare con Frangi o Traglio. Guardate ai Verdi e alla loro portavoce. Guardate al gruppo di Azione. Guardate perfino al sonnolento e vecchio PD. Ma guardate anche e soprattutto a chi di sinistra non è ma che non si riconosce più nella destra succube delle piccole meschinità della Lega.
    La battaglia a Como non è tra sinistra e destra ma tra chi vede il cambiamento come un’opportunità e chi, invece, pensa a difendere il proprio orticello. Tra chi vede il futuro (voi!) e chi, invece, difende il proprio passato (loro!). Solo le battaglie che sembrano perse sono quelle che vale la pena combattere. Copiata dagli aforismi di Churchill ma chissenefrega. Ci sta a pennello.?

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