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Molteni sconfitto, Molinari affonda sulla Lega: “Basta colpe a FdI, nome condiviso a Roma. Il ricorso sul voto? Decisione a giorni”

“Voglio fare chiarezza mi sembra che ci sia stata un po’ di confusione su come sono andate le cose”. Dopo la clamorosa esclusione del centrodestra di Como dal primo turno elettorale e dopo la vittoria di Alessandro Rapinese su Barbara Minghetti al ballottaggio, il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari si toglie i più classici macigni dalle scarpe.

“Leggo e sento parlare di colpa, di scelta sbagliata” sottolinea Molinari a proposito della decisione, come noto in capo al suo partito, di candidare l’ex sindaco di Lipomo, Giordano Molteni.

Cioè?
Il dato di fatto è che la prima rottura arriva da Forza Italia che ha detto no a un Landriscina-bis (qui). E questo è il primo punto.

Il secondo?
Fratelli d’Italia, dopo l’uscita azzurra, indica il mio nome per la corsa elettorale. Perché? Su stimolo di Salvini che dice di non voler fare la fine di Roma e Milano e chiede di trovare i candidati amministrativi entro novembre 2021. Il mio nome resta sul piatto per tre mesi e mezzo e poi arriva il no.

La Lega non ha mai opposto una contrarietà netta.
Il mio nome non è mai stato dato per buono e poi rilanciavano continuamente su Landriscina. Ma il punto era andare uniti. Quando furono decisi i candidati lombardi Monza andò a Forza Italia, Lodi alla Lega, entrambi sindaci uscenti. Como andò a Fratelli d’Italia con il veto azzurro su Landriscina e il mio nome che non andava bene. Così il mio partito propone una rosa di tre papabili  (Giordano Molteni, Silvio Santambrogio, Vincenzo Graziani) e la porta al tavolo nazionale. Viene scelto Molteni, condiviso e apprezzato da tutti, ho i messaggi che lo dimostrano. Così parte la campagna elettorale.

Insomma, sta dicendo che la scelta non è stata unilaterale.
Venire a dire che la sconfitta è colpa di Fratelli d’Italia non mi va bene. Si parla di scelta sbagliata ma, ripeto, è stata condivisa. In casa Lega ancora qualcuno dice “era meglio Landriscina”, faccio notare che gli uscenti di Lodi e Mantova hanno perso.

E avete perso comunque anche a Como.
Beh, per 103 voti non siamo andati al ballottagio. Ero e sono convinto che se fossimo passati noi avremmo certamente vinto contro Minghetti. Ne sono assolutamente convinto.

Avete annunciato ricorso per il riconteggio vista la forbice così stretta tra Molteni e Rapinese al primo turno. Novita?
Entro fine settimana faremo sapere qualcosa, arriverà una decisione. E’ un tema delicato, non è un ricorso come gli altri, stiamo ancora studiando le carte.

E così i rapporti con la Lega non sono buonissimi, per dire.
No non direi, a parte il caso di Cantù ma è una questione cittadina, non provinciale (qui).

Però sentendola parlare non è tutta una festa.
Non mi piace che il racconto post-elezioni scarichi la colpa su Fdi, è poco rispettoso anche nei confronti di Giordano Molteni. Ripeto: elogiato e apprezzato anche dai vertici della Lega e da Salvini.

Salvini che ha poi detto di votare Rapinese. Come fa a dire tutto bene con la Lega?
Non dico tutto bene, ci sono questi problemi e li risolveremo.

Per approfondire:

Como, centrodestra tesissimo. Molteni: “La Lega non ha fatto il suo dovere”. Replica Santin: “Basta polemiche” 

Como e Cantù, guerra sanguinaria nel centrodx. Il feroce (finto mite) attacco di Alessandra Locatelli a FdI e Molteni 

ANALISI Rapinese, trionfo ovunque e trasversale. Minghetti, meno voti di Traglio. Gli errori del centrodestra decisivi 

 

 

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6 Commenti

  1. Gentile Sig.Eugenio, ha ragione. Ignoravo come i partiti di centrodestra scelgano i candidati Sindaci e, probabilmente, i candidati in Parlamento e in Regione. L’intervista di Stefano Molinari è stata assolutamente istruttiva. Posso assicurarLe, tuttavia e sempre che si fidi, che il candidato Sindaco di Como del centrosinistra è stato deciso, e non senza discussioni interne ai singoli partiti, a livello provinciale e comunicato a livello nazionale. Rapinese è un discorso diverso e sicuramente tutto da scoprire. Non esiste nessun’altra leadership se non la sua all’interno della sua lista e questo per lui sarà il più grande ostacolo a fare bene. Tuttavia, bisogna riconoscergli che nel bene e nel male, non potrà dire d’aver lasciato spazio al Rapi di Monza o a quello di Lodi o di aver abiurato al Rapi nazionale la sua discesa in campo. Insomma, Como non sarà il paesello in mezzo ai bricchi ma la scelta è di chi conosce Como e i comaschi e non di chi è nata alla Garbatella…..suvvia!!!

  2. Polemica stucchevole.
    Fratelli d’Italia propone tre nomi:
    – Molteni, sindaco di un paesello sconosciuto già avversario di FDI alle elezioni lipomesi (in FDI Lipomo credo non se ne siano ancora dati pace)
    – Santambrogio: che aveva già ritirato la sua candidatura prima della presentazione romana
    – Graziani, talmente sostenuto e convinto che non ha aderito alla coalizione ponendosi in opposizione ad essa.
    Ma la colpa è degli altri. Vallo a capire.
    Unico vero candidato trombato (mi scusi il sig. Molinari): Molinari. Persona seria e preparata ma con un enorme limite: amata dalla base FDI. E quando è un partito viene diretto col frustino … non è confacente al progetto del capo.
    Butti che, peraltro, non ha speso interviste per sostenerlo convintamente: questo avrebbe dovuto far capire a Molinari da che parte tirava il vento.
    FDI ha scelto di non avere alcuna “lista del sindaco” e quindi ha rinunciato a quel 9% che ha caratterizzato e fatto vincere (Rapinese a parte) anche in passato queste liste: mi viene da pensare sia stata una scelta dettata dal fatto di non voler ridurre il risultato percentuale di FDI, pena qualche serio problema al solito Butti.
    E allora mi sovviene una domanda: ma FDI voleva vincere o solo preservare la candidatura nel seggio uninominale al solito noto col solo buon risultato di FDI e nel caso dare la colpa agli altri?
    Non possiamo saperlo, noi poveri tapini.
    Quindi, stimato, Molinari non faccia l’avvocato delle cause perse e il volto lo faccia mettere a che questo psicodramma l’ha causato !

  3. Carissimo Gioele, immancabile come sempre, le faccio notare come il candidato sindaco Giordano Molteni fosse stato scelto a Roma, e scelto fra tre nomi proposti. Lei evidentemente ignora del tutto il modo in cui i candidati a sindaco vengono scelti. Magari i candidati per il paesello in mezzo ai monti con quattro abitanti e tre galline vengono scelti così in cinque minuti, ma per una città come Como, no. Ci sono state attente e approfondite valutazioni, che lei ignora, e non è colpa sua, ma le ignora. Lasci perdere di parlare di feudi e vassalli….. in questo caso l’unico che parlava di governare come in un feudo isolato dal resto del mondo è il sindaco appena eletto. Vedremo adesso cosa potrà fare chi crede di poter gestire tutto da solo, lo vedremo presto…..

  4. Non riesco a capire. Il trittico dei candidati l’ha presentato FdI. Roma ha scelto Molteni. Molteni ha perso. Di chi è la colpa? Della signora Roma?

  5. È curioso come la decisione del candidato Sindaco della coalizione di centrodestra sia stata discussa nelle stanze delle Segreterie nazionali dei partiti a Roma. Mi immagino Salvini, Tajani e Meloni leggere in dieci minuti i curricula di Molteni, di Santambrogio e di Graziani e decidere dopo cinque minuti del loro preziosissimo tempo chi, tra loro, fosse in grado di governare bene e per cinque anni la nostra città. Ed è altrettanto curioso come, chissà poi con quale criterio, il candidato di Monza dovesse spettare a un politico di Forza Italia, quello di Lodi a uno della Lega e, per forza di cose, quello di Como a uno di Fratelli d’Italia. Una sorta di manuale Cencelli delle candidature a Sindaco o il ritorno in chiave moderna di un modello feudale in cui i vassalli, valvassori e valvassini venivano nominati dall’imperatore a seconda della loro dichiarata fedeltà. Ma quello che è veramente sorprendente è che il Segretario provinciale di Fratelli d’Italia ritenga che sia normale anteporre le ragioni di potere dei partiti che li appoggiavano alle capacità e alle attitudini dei singoli candidati. In fin dei conti, quello che conta non è essere bravi ma essere scelti da gente che di Como, di Lodi e di Monza non frega nulla ma a cui frega molto mettere una bandierina sui loro campanili. Mah….

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