“Ora basta. Chiedo risposte scritte, messe nero su bianco per capire una volta per tutte di chi siano le responsabilità di questa vergogna”.
Non si ha memoria recente, almeno in consiglio comunale, di un Fulvio Anzaldo sopra le righe. L’avvocato prestato all’amministrazione tramite la lista “Rapinese Sindaco” è sempre stato tanto misurato nei toni, quanto analitico nelle domande.
Ora, fedele allo stile, ha però deciso di conoscere una volta per tutte origini, cause, costi e prospettive dell’incredibile blocco del forno crematorio di Como, completamente fermo dal 4 giugno 2016 e finito in una nebulosa di pseudoprogetti e mezzi annunci rispetto a ripartenza, riparazione e/o rifacimento.
Ieri sera in consiglio comunale, dunque, Anzaldo ha annunciato un’interrogazione in 8 punti destinata all’assessore ai Servi Cimiteriali, Francesco Pettignano.
“Perché decine di famiglie, in un momento già doloroso come la perdita di un proprio caro, continuano ad affrontare attese, trasferte, costi maggiorati da oltre due anni – ha sottolineato Anzaldo – E questo senza che i cittadini sappiano quali siano i progetti dell’amministrazione. Con queste domande, spero di poter finalmente ottenere le risposte in maniera precisa e trasparente”.
Di seguito, le 8 domande contenute nell’interrogazione presentata ieri.
1) Quanti defunti residenti a Como sono stati cremati in altre strutture fuori città dal 4 giugno 2016 ad oggi;
2) A quanto ammontano i proventi derivanti dal forno crematorio di Como nell’ultimo quinquennio prima della chiusura;
3) Quante e quali Aziende sono state incaricate delle riparazioni dalla chiusura definitiva del forno ad oggi con indicazione del tipo di riparazione, della durata dei
lavori e del costo di ogni operazione;4) Quanto è stato speso complessivamente dall’Amministrazione comunale per le “riparazioni” dalla chiusura del forno ad oggi;
5) A quanto ammontano le spese complessive per la manutenzione straordinaria del forno crematorio dall’anno 2007 ad oggi;
6) Qual è lo stato attuale del forno crematorio e quali lavori siano eventualmente in corso ad oggi, con indicazione della previsione della fine dei medesimi e di chi stia eseguendo gli eventuali stessi;
7) Sulla base di quali elementi il Sindaco di Como ha dichiarato alla stampa nel mese di aprile 2018 che il forno sarebbe stato rimesso in funzione entro il mese di giugno del corrente anno;
8) Se vi sia un progetto per un nuovo forno crematorio, come riferito alla Stampa dall’Assessore Pettignano, e, nel caso, in che cosa consista e a che punto sia l’eventuale stesso e, in ogni caso, se si stiano valutando soluzioni alternative per rendere operativo, efficiente ed efficace il servizio di cremazione.
3 Commenti
Como è una città di ” trafficoni”, si è visto dalle paratie del lago, all’ospedale nuovo, e questa è l’ennesima conferma di tutto ciò. Chissà quante altri coperchi di pentole dovranno essere scoperchiati per far aprire gli occhi ai cittadini e ribellarsi a questa gestione a dir poco vergognosa e incapace di rendere una città piccola come questa, una meraviglia quale la natura con il suo lago e le sue valli ci ha donato. Vergogna!!!!!!!
Domandare e PIU che lecito …rispondere sarebbe DOVEROSO
Tutto legittimo,
ma non capisco perchè bisogna perdere tempo all’interno dei consigli comunali per questo tipo di richieste informative che dovrebbero essere poste (ed esigerne la risposta) agli uffici comunali competenti e semmai solo dopo discuterne in aula i risultati con critiche proposte ecc…