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Landriscina in Tv ai senzatetto: “Capiscano che la città si spacca. Rischio azioni un po’ repressive”

E’ stato un intervento moltomolto chiaro quello di Mario Landriscina, sindaco di Como, ospite come ogni martedì negli studi di Etv, emittente cittadina (qui l’integrale).

Alla domanda di un telespettatore circa la situazione dell’ex Chiesa di San Francesco (notoriamente eletta a dormitorio improvvisato da alcuni senzatetto che, per un motivo o per l’altro, per scelta o impossibilità, non accedono a servizi come Emergenza Freddo) ha risposto con un ragionamento in un certo modo articolato, che riportiamo sotto, in cui è spiccato un passaggio chiave, dirimente e non fraintendibile a proposito dell’approccio alla questione.

“Ora questa cosa (San Francesco, Ndr) è evidente non potrà andare avanti a lungo, perché l’imbarazzo è quello sempre di agire su delle persone che sono più fragili e più deboli, però qualcuna di queste, magari, si potrebbe anche rendere conto che in questo modo la città si spacca e diventa anche conflittuale e si creano i presupposti perché si facciano azioni anche un po’ repressive“.

Posizione forte, fortissima, rispetto a una situazione oggettivamente difficilissima per tutti (cittadini e senzatetto) che raccontiamo da anni e che, fatte salve un paio di igienizzazioni all’alba della zona, non è ancora stata affrontata in termini amministrativi, nonostante il Consiglio Comunale abbia dato un chiarissimo parere (bipartisan) sull’apertura di un nuovo dormitorio 7/7 h24  (anche in vista della vendita della porzione del Cardinal Ferrari dove oggi è allestito Emergenza Freddo.

Approvata la mozione sul dormitorio permanente a Como 

Rivoluzione in città. Addio (a metà) Cardinal Ferrari: residenza per anziani con parcheggio pubblico. Incognita Emergenza Freddo

Nella risposta al telespettatore il sindaco ha parlato anche di “situazioni molto sofferte su cui siamo tutti i giorni, una situazione presidiata da mesi”. Poi subito ha messo l’accento sui rifiuti: “credo si siano rimossi da lì interi cassoni da Tir di materiale che ogni giorno viene tolto e ogni giorno qualcuno riporta. E’ un gioco un po’…scusate la parola forse gioco non si adatta molto, ma francamente stiamo a inseguire un problema importante”.

Il cuore e la latrina: un cappello, una vecchia giacca, per una notte sono stato un senzatetto 

Quindi, a proposito di chi si adopera per l’aiuto ai senzatetto: “Credo siano tutti mossi da una volontà solidaristica di sostegno di queste persone però questo non ci aiuta. Perché a fronte del fatto che una parte di questi…e sono pochi…ma ci sono ancora tante masserizie che ancora stanno lì. Durante la notte potrebbero essere ospitati grazie alle associazioni, Caritas innanzitutto in via Sirtori, ma non tutti aderiscono. Altri potrebbero trovare collocazioni diverse, e su alcuni, uso il termini ‘storici’ perché ci sono persone che vivono la città da anni stando fuori da questi circuiti, abbiamo trovato pazientemente soluzioni”.

Ph: Pozzoni

Quindi, dal primo cittadino l’allerta di cui scrivevamo sopra: “Ora questa cosa (San Francesco, Ndr) è evidente non potrà andare avanti a lungo, perché l’imbarazzo è quello sempre di agire su delle persone che sono più fragili e più deboli ,però qualcuna, magari, di queste si potrebbe anche rende conto che in questo modo la città si spacca e diventa anche conflittuale e si creano i presupposti perché si facciano azioni anche un po’ repressive. Grazie all’impegno delle forze di polizia alcune di queste situazioni sono andate a buon fine allontanando una serie di soggetti, poi ne arrivano altri”.

Così un nuovo passaggio sulla rete d’aiuto, che, dice Landriscina, in passato avrebbe servito troppe colazioni senza coordinarsi: “Abbiamo sfiorato il fatto che a queste persone si offrisse la possibilità di due-tre colazioni giornaliere, sto parlando di qualche mese fa, il che vuol dire che c’è tanta gente che vuole dare una mano ma lo fa in maniera non coordinata”.

Foto Pozzoni

Non manca il dormitorio: “Mentre stiamo pazientemente lavorando su soluzioni più strutturate, come il il famoso dormitorio, e un certo panel di soggetti si è reso disponibile a lavorare, su queste persone si stanno facendo dei tentativi anche importanti dal punto di vista del recupero al colloquio, per instradarle”.

Conclusione in levare, con allerta: “Non sarà sempre cosi ma prima o poi sarò costretto, ancora una volta, a prendere provvedimenti un pochino difficili. Preferisco sempre cercare di evitarlo con l’aiuto di tutti magari ce la facciamo”.

QUI LA TRASMISSIONE COMPLETA

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9 Commenti

  1. Landriscina a casa. Debole con i forti e fortissimo con i deboli. Che vergogna. La destra sociale (a Como storicamente presente) dovrebbe farsi sentire su queste tematiche. Non aiutarli – oltre alla povertà della scelta di per sè – significa creare ancora più disagio a dei poveracci e avere uno spettacolo indecoroso in città.
    Vergogna

  2. Un argomento complesso che dovrebbe essere trattato con tutte le informazioni necessarie (numeri posti disponibili, numeri persone senzatetto, quanti per scelta volontaria e quanti per mancanza di akternative ……) e magari spiegando perchè si è chiuso il centro di via Regina per poi fingere di cercare un secondo dormitorio (che probabilmente non risolverebbe il problema).
    Detto questo affermare che “però qualcuna di queste, magari, si potrebbe anche rendere conto che in questo modo la città si spacca e diventa anche conflittuale e si creano i presupposti perché si facciano azioni anche un po’ repressive“ mi sembra surreale ed esemplificativo di come il virus leghista possa contagiare (spero non irrimediabilmente) anche le persone più capaci e autorevoli

  3. La velata minaccia di prove di forza non è tanto rivolta ai poveri senzatetto che alloggiano sotto i portici di San Francesco.
    Chi conosce il loro vissuto sa che il loro problema non è una manganellata in più o una in meno e tanto meno la preoccupazione che “la città si spacca”. La velata minaccia è nei confronti della “società civile” che aiuta i senzatetto.
    L’interpretazione è abbastanza chiara……non riusciamo a trovare le soluzioni promesse in campagna elettorale. Il “decoro” è una fantastica utopia. Sono tre anni che dobbiamo risolvere il problema ma non sappiamo cosa fare. Solo slogan da “megafono e distintivo” e nulla più. Toglieteci voi dall’empasse senza farci litigare con i “nostri” amici leghisti che non vogliono il dormitorio….. altrimenti sgombero e conseguenti manganellate ai “vostri” poveri senzatetto……
    La politica “forte con i deboli e debole con i forti” prosegue con i modi del “buon” Sindaco ma è sempre la stessa. Con la società “incivile” potrebbe anche funzionare, con quella “civile” molto meno. Ma che squallore….

  4. Che burla di sindaco… Il primo cittadino è l’unico che non ha capito che i dormitori, Emergenza Freddo compreso, sono pieni e che queste persone sono costrette all’addiaccio. Quindi chi è che si “deve rendere conto”?
    Imbarazzante

    1. È vero ciò che dice? Io sinceramente non ho ancora capito se a Como manchi veramente l’accoglienza. Esiste una tabella con i dati di strutture/posti letto disponibili/posti letto occupati giornalmente?

      1. I dati quotidianamente registrati dai servizi di accoglienza confermano che i posti nei dormitori, via Sirtori in primis, sono tutti occupati e che, addirittura, ci sono persone in lista di attesa.
        Questi dati sono noti anche al Comune di Como, ai servizi sociali. Colpisce dunque ancor di più che il primo cittadino li ignori (o finga di ignorarli).
        Indipendentemente da ciò questo suo tentativo di “colpevolizzare” le persone in strada e le associazioni di volontariato, provando a sottrarsi alle proprie responsabilità (o all’ammissione della propria incapacità politica), è davvero indegno.

        1. Grazie, non ne ero a conoscenza (non lo sono tutt’ora ma mi sento di potermi fidare di questa sua informazione). I dati quindi congelano la situazione, rendendo il tutto inaccettabile e ingiustificabile. Ma c’è sempre un ma: non dubito che diverse persone scelgano di stare in strada e non accettino altre soluzioni, anche a rischio della loro stessa vita. Il Comune dovrebbe quindi, e sarei felice se usassero anche i soldi delle mie tasse per farlo, rendere disponibili i posti necessari, ma rimarrebbero comunque persone per strada. Per loro volontà. E il dilemma non è semplice. Usare la forza per sgomberarle mettendole ogni notte in strutture sapendo che il giorno dopo si ripresenteranno ai portici e si ripartirà da capo? Continuare a “scacciarli” dai soliti posti fino a quando sceglieranno di andare in un angolino, magari boschivo, dove non saranno più visti e quindi cacciati, ma sempre al freddo? Arrestarli? Penso che il problema (perchè è un problema di dignità umana e sociale) non si possa risolvere fino a quando non si avranno più “nuove leve” di senzatetto, nel senso che temo che chi faccia questa scelta estrema oggi sia irrecuperabile. Non vorrei essere nei panni di chi dovrebbe gestirli in questo momento. Non è affatto facile. Certamente perderà, sia che faccia bene sia che faccia male…

  5. Visto lo stallo per le alienazioni non si può pensare di destinare lo stabile di via Grossi?
    È chiuso da anni, lo si sistema e si accoglie per bene chi vuol essere accolto.
    Poi ci sarà sempre chi vuol dormire all’addiaccio e sottozero e nessuno riuscirà mai a convincerlo del pericolo che corre

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