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Legalità, Molteni al convegno FdI: “Dopo la pandemia giovani fragili a rischio baby gang e bullismo”

Continua la campagna elettorale del centrodestra con la tavola rotonda di questa mattina di Fratelli d’Italia alla sala congressi Driver di via Pasquale Paoli, dal titolo “le nostre Città: tra sicurezza urbana e legalità”.

Presenti, oltre ovviamente al candidato sindaco Giordano Molteni, anche l’onorevole Wanda Ferro (da remoto), l’assessore regionale Riccardo Decorato, il responsabile regionale dipartimento sicurezza di Fdl Sergio de Santis, il coordinatore provinciale Stefano Molinari, l’ex questore Giuseppe de Angelis (dal 2017 al 2022) e l’avvocato Christian Galantucci.

Apre la serie di interventi la deputata Ferro: “La sicurezza è un tema complesso, in un momento in cui la Lombardia è scenario particolare con numerosi episodi di baby gang e bullismo. La sicurezza è un tema su cui non si investe abbastanza. Non si valuta la possibilità di aumentare gli organici delle forze dell’ordine e o di emanare adeguate leggi. Spesso in Italia lo stato ha cancellato capisaldi legislativi sulla sicurezza”.

Emerge poi il tema delicato dell’infiltrazione della mafia all’interno del tessuto sociale e nelle istituzioni: “La ‘ndrangheta ha invaso anche la Lombardia, mostrando la parte peggiore del sud. Spesso vengono sottovalutati questi problemi. Far capire che ‘ndrangheta è nuova generazione: parlano più lingue e spesso sono laureati. Non vengono più al nord con la coppola. Questa nuova generazione entra a gamba tesa in edilizia e rifiuti. Magari con atteggiamenti meno violenti rispetto al passato. E’ una sorta di ‘Ndrahgeta 2.0, che riguarda non solo il sud ma tutti i territori economicamente appetibili. Una volta il mafioso si prostrava al politico, ora è il contrario politico cerca il consenso”.

Successivamente prende la parola il candidato sindaco del centrodestra: “Sono contento di essere qui. Le problematiche dell’Italia rappresentano anche la nostra di città. I temi di sicurezza urbana e legalità, sono tra i punti fondamentali del nostro programma. All’interno del nostro gruppo abbiamo scelto persone che per competenza possiamo impiegare nei vari temi di cui la città ha bisogno. Questa pandemia ha creato ulteriori problemi su una fascia di ragazzi, che non potevano partecipare in maniera attiva ai programmi delle scuole.  Questi ragazzi sono diventati molto fragili e questo li mette nelle condizioni di entrare in realtà come baby gang e bullismo. ci deve essere collaborazione tra Comune e strutture scolastiche. Vogliamo mettere il nostro impegno su queste problematiche. Ci sono molte altre situazioni di questo genere, non solo nei quartieri ma anche all’interno della città murata. Ci deve essere una stretta collaborazione del Comune con le Forze dell’Ordine” commenta Molteni.

A questo punto emerge anche il problema della sicurezza sui treni in tutta la Lombardia: “La polizia ferroviaria non ha risorse tali per contrastare il problema – denuncia l’assessore regionale Riccardo Decorato – Insieme al prefetto di Lecco abbiamo scritto un protocollo, che spero si possa diffondere presto, in cui si fa ricorso alla polizia locale per risolvere il problema. La divisa incute timore a chi vuole commettere un reato. Serve una maggiore cooperazione tra le Forze dell’Ordine. E infine non capisco perché si debba lasciare stazioni aperte di notte dopo l’ultimo treno, con tutti i problemi che ne conseguono al mattino”.

La data del convegno (21 maggio) ha un significato ben preciso: “Tra poco sarà il 30esimo anniversario dalla strage di Capaci – sottolinea De Santis – In questi anni il gruppo di Fdl ha fatto tutto una serie di interventi relativi a tema sicurezza e legalità in consiglio. Oggi trattiamo di sicurezza urbana e legalità, tema che spesso non sono stati trattati adeguatamente dal Comune di Como”.

Prende poi la parola Galantucci: “Como un tempo era un’isola felice, in cui si verificavano perlopiù reati leggeri legati alla frontiera e al contrabbando. Poi con il tempo si è passati alla droga. A questo punto è lecito domandarsi se Como sia ancora un’isola felice. Vediamo in tribunale molti casi di violenza di genere. A volte sono legati a stranieri, che hanno una cultura diversa, legata a quella araba, in cui uomini e donne non vengono considerati sullo stesso piano. In questi casi bisogna fare cultura, insegnando loro la parità dei sessi”.

Non è però della stessa idea l’ex questore di Como De Angelis: “Como è un’isola beata – dice – In una classifica sulle provincie italiane con il più alto numero di reati, stilata da Il Sole 24 ore, siamo al 96esimo posto su 106. In Lombardia invece siamo 11esimi su 12”.

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