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L’isola di Tufano: “Una ferita l’addio a Forza Italia ma Franco e Amelia sono stati fatti fuori”

Ridda di voci sull’ex capogruppo di Forza Italia a Palazzo Cernezzi, Tony Tufano, come noto ora nel gruppo misto per aperti e pesanti contrasti con i vertici azzurri. Si va dal passaggio (non avvenuto) a Fratelli d’Italia a una ipotetica candidatura alle elezioni provinciali del 7 aprile per una lista civica legata al presidente Fiorenzo Bongiasca.
Ci pensa lui a fare un po’ d’ordine. E a togliersi qualche sassolone dalle scarpe.

“La candidatura alle provinciali? Per me sarebbe un onore ma sinceramente con il presidente Bongiasca, che stimo, c’è stato solo qualche scambio di battute su questa ipotesi. Ripeto, mi piacerebbe ma per ora non c’è assolutamente nulla di concreto né tantomeno di ufficiale”.

Intanto lei, dopo la frattura con i vertici di Forza Italia al tempo del ritiro degli assessori Franco Pettignano e Amelia Locatelli, è stato accostato più volte a Fratelli d’Italia. Qui come stanno le cose?

“In cuor mio, ammetto che l’uscita dal gruppo di Forza Italia resta un dolore. E’ stata una sofferenza: ero in quel partito da quando avevo 18 anni, la mia esperienza politica è nata lì e si è sviluppata lì. Ma a un certo punto davvero ero diventato impossibile rimanere. Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, ho parlato con l’onorevole Butti, che apprezzo moltissimo, e mi piace davvero l’azione politica di Giorgia Meloni. Ho pensato al passaggio, poi, però, per una questione anche di coerenza rispetto agli elettori di Forza Italia che mi votarono nel 2017, mi sono fermato. Diciamo che per ora rimango in stand by e rifletto”.

Non è che per caso coltiva la speranza di un ricongiungimento con Forza Italia?

“In parte, all’inizio, c’è stato anche quello. Ma credo che la frattura sia ormai insanabile e tra l’altro potrei tornare soltanto se cambiassero i vertici provinciali. E poi resto convinto che la scelta di uscire dalla giunta di Como sia stata una cavolata enorme, un giochetto architettato unicamente per far fuori l’assessore Pettignano e, alla fine, anche Amelia Locatelli”.

Locatelli? Il partito, in realtà, ha sempre detto che sarebbe stata la prima scelta in caso di rientro in giunta.

“Macché, invenzioni. Parlo con Amelia e posso dire che, a oggi, non è previsto alcun rientro in giunta. E attenzione: non certo per sua volontà. Ecco, i vertici di Forza Italia non si permettano di dire che è Amelia che non vuole, sarebbe una bugia enorme. A meno che (dice ridendo Tufano, ndr) ora dopo queste mie affermazioni non si affrettino a chiamarla…”

Si parla del suo ex collega di di banco, Enrico Cenetiempo, come papabile assessore.

“Cenetiempo è il politico più preparato di tutto il consiglio, su questo non ho dubbi. Ha esperienza, sa come si fa. Però torniamo al punto: io credo che in giunta si debba arrivare con le proprie forze, non con i giochetti o con inspiegabili ritiri di assessori”.

Insomma, alla fine lei che fa?

“Per ora nulla. Resto da solo e mi dedico ai tantissimi elettori che mi votarono nel 2017 ai quali devo rispetto e attenzione. Poi, quando avrò le idee più chiare, farò la mia scelta”.

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16 Commenti

  1. Tufano chi? Cosa ha fatto per i giovani?

    La claque qui sopra è proprio ridicola: “grandissimo”, “sei il migliore”… ma dove? Qualche fatto, please…

  2. Gentile Signor Tony Tufano, giovane Consigliere Comunale, è importante che si aggiungano tasselli della deriva di questa aministrazione. Confido che la libertà di non appartenere ad un gruppo le permetta di intervenire sempre in Consiglio spronando Sindaco e Giunta sulle cose da fare. Sa confido che esperienza non diventi “cadreghismo” perché la verità l’ ha detto Sergio Gaddi tutto il resto finora è come il essere al bar di Guerre Stellari.
    Sa sul “cadreghismo” a livello nazionale le porto due esempi
    Pier Ferdinando Casini: uno degli ultimi figli della “Balena bianca” è stato rieletto al collegio di Bologna, antico feudo, ormai perduto, della sinistra italiana. Ma il viaggio che ha condotto Casini fino ad oggi è stato lungo: per otto anni al Centro cristiano democratico, poi quattordici anni all’Unione di Centro e, infine, con i Centristi per l’Europa. Fino al 2008 con Berlusconi, poi con Monti, ora in appoggio a Renzi. In passato il suo trasformismo l’ha portato ad essere l’ago della bilancia in molti comuni d’Italia, talora favorevole al centrosinistra, talaltra al centrodestra. L’unica cosa che non è mai cambiata pare essere la sciarpa rossoblu, che ha mostrato fiero durante l’ultima campagna elettorale.

    Bruno Tabacci: un altro ex democristiano che, come Casini, non si è fatto mancare nulla: Ccd, Udc, il movimento cristiano della Rosa per l’Italia, Alleanza per l’Italia di Rutelli, l’assessorato nella giunta dell’ex comunista Pisapia, le primarie del centrosinistra in gara, tra gli altri, con il leader omosessuale ed eco-socialista Vendola, il ritorno da Pisapia nel mai nato Campo Progressista e, infine, il generosissimo regalo a Emma Bonino, leader radicale, abortista, anticomunista e antidemocristiana. Tabacci si riconferma il parlamentare della “zona grigia”, dove le contraddizioni, a differenza della coerenza, sono ben accette.
    Ecco, forse dovrebbe azionarsi per far terminare l’ agonia di questa amministrazione e auspicare che arrivino persone di alto profilo culturale e tecnico dalla società civile. Vede su Forza Italia farò passo, passo un’ analisi più profonda, si sta autodistruggendo. La Lega si è resa conto e Fratelli d’ Italia forse poteva evitare certe scelte che un cronista nazionale avrebbe potuto definire apocalittiche. Buon lavoro per il bene della POLIS.
    Un caro saluto.
    David Ferrario

  3. Bravo Toni! Vai avanti per la tua strada,sappiamo bene che persona sei, in questa politica contemporanea ci vorrebbero più persone come te.. ti sosteniamo

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