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Attualità, Politica

Lombardi cacciato da Rapinese, Minghetti: “Spiace, portava risultati e condivisione non usuale. Vicenda dal risvolto poco umano”

Dopo l’incredibile cacciata dalla giunta Rapinese dell’assessore Ivan Matteo Lombardi (qui i dettagli e qui la replica durissima dell’interessato) non sono mancate le reazioni, ieri è intervenuto il Pd con il segretario cittadino Tommaso Legnani, oggi lo fa da Svolta Civica Barbara Minghetti. “Non sorprende troppo la lettera di Lombardi – sdice  la ex candidata sindaco –  che spiega e dice veramente già tutto su le modalità di azione e di lavoro del nostro sindaco”. Evidenzia Minghetti: “La battuta sulla cellula tumorale (qui) devo dire che supera però pessimi modi di dire a cui non vogliamo abituarci. Spiace molto del licenziamento di Lombardi perché si è dimostrato da subito un grande professionista ottenendo di fatto già risultati visibili e inoltre con modi di condivisione e confronto non usuali. Spiazza, ma non troppo, il risvolto poco umano che si evince da questa vicenda”. Quindi conclude: “Credo che una squadra possa funzionare se ha obiettivi sensibilità e modi comuni. E mi convinco sempre più che la forma è contenuto. E questa manca ultimamente”.

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11 Commenti

  1. Quello che emerge dalla vicenda e dalla lunghissima e ampollosa comunicazione del Lombardi è il “metodo Rapinese”. La maggioranza è blindata e nessuno può fiatare.

    Però ciascuno si assume delle responsabilità, che non sono solo responsabilità politiche.
    Quando si ha una responsabilità di amministrare, questa è personale anche se la decisione nasce dal cranio del capo.
    Se il capo sbaglia, anche tu – assessore o consigliere – sbagli quando alzi la manina o dici sì o firmi. E se l’errore è grave, anche tu paghi.
    Questa aria da esercito coeso va bene solo per il capo con il suo linguaggio che spazia tra il bar all’angolo e la caserma (ci sono illustri precedenti in giro).

    Lombardi, come tutti, ha la sua testa. Non ha fatto cose eccezionali, non ha avuto idee eccezionali. Ma ha una testa. E la testa non concilia con il “capo”.

    Per quanto tempo gli umani di giunta e consiglio sapranno e dovranno nascondere la loro testa sotto la sabbia?

  2. Minghetti, in politica queste cose sono sempre avvenute. Le decisioni vanno prese quando sono necessarie e sopratutto in fretta se si vuole correre. Il PD con cui lei si è alleata, avrebbe fatto tavoli, tavoli tavoli, e intanto il tempo passava, comunque sono anch’io dell’idea che non puoi allargare il confronto con chi ti prende a pesci in faccia tutti i giorni. La guerra si fa sempre in due……

    1. Vero. La guerra si fa sempre in due ma in questo caso trattasi di fuoco amico o di punizione capitale per alto tradimento? Insomma, Rapinese Sindaco ha fatto tutto da solo…

  3. Quanto scritto senza entrare nel merito della questione Sindaco Rapinese – Assessore Lombardi…
    Personalmente ritengo che dialogare con Tutti, ascoltare, valutare e poi decidere sia importante…
    Ma forse sono solo un sognatore…

  4. Il TUEL conferisce prerogative assolute al Sindaco in carica riguardo nomina e revoca degli Assessori.
    Chiarito questo punto fondamentale necessita sapere (sia il Sig. Giole che la Sig.ra Minghetti sanno) che negli anni a Como città, in provincia di Como e anche fuori provincia, altre persone sono state revocate dalla sera alla mattina, a volte con possibili risvolti di ordine penale… (esempio interessi privati in atti di ufficio, concorsi pilotati … molestie sessuali)
    Ma come recita il Manzoni ne “I Promessi sposi” … sopire, …
    Ma … tutto con il massimo di attenzione alla forma… con revoche di incarichi istituzionali per cause di problemi personali, di famiglia, di lavoro … ect
    Assessori revocati da Giunte sia di destra, di centro e di sinistra… di ogni possibile colore.
    A volte i giornalisti (di solito quelli della carta stampata…) sanno la realtà dei fatti ma … il tutto rimane tra un sorriso e una smorfia… dopotutto anche Loro “tengono famiglia”
    .

  5. Quello che dice Barbara Minghetti è solo in parte condivisibile. È vero che la forma è contenuto ma, nel nostro caso, oltre alla forma manca soprattutto la sostanza. In questi sei mesi, Rapinese Sindaco ha mancato le promesse sulla piscina di Muggiò e su via del Doss. Ha sbagliato tempi e modalità per sostituire la “Città dei balocchi” con “Natale a Como” riducendo drasticamente le opportunità economiche degli operatori in città. Ha proposto la chiusura, con nessuna alternativa percorribile per le famiglie, di plessi scolastici senza portare alcun piano di recupero e di sostituzione dell’esistente. Non è riuscito a proporre nulla di alternativo alle eventuali e non ancora ben chiare proposte del Calcio Como 1907 sullo Stadio. L’unico Assessore che stava riuscendo a fare qualcosa, un ordinario ben fatto, è stato allontanato. Non c’è nulla che non sia andato come o peggio di prima. Non c’è nessun progetto su cui valga la pena scommettere. Nella sostanza non c’è nulla di nulla. L’impressione è che la mancanza di forma, il linguaggio fuori dalle righe, gli atteggiamenti arroganti, la mancanza di un confronto sia interno sia esterno alla sua coalizione, il poco rispetto per il 73% dei cittadini che ha deciso di farsi rappresentare dalla minoranza, serva a nascondere ben altro problema: l’assoluta mancanza di idee e di capacità per realizzarle. Si preannunciano altri cinque anni buttati al vento, magari fosse solo un problema di forma!

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