Ci sono tre deputati, un vicesindaco e un (possibile) ministro. Sembra il classico incipit di una battuta umoristica e invece è nulla più che la descrizione della foto qui sopra (ci scuserà l’ex sindaco Lucini, ndr).
Il giorno dello scatto era il 12 marzo 2016, poco più di due anni fa allo Yacht Club. Lo stesso giorno in cui Alessandra Locatelli, fino ad allora sostanzialmente nota soltanto all’interno della Lega Nord (allora era “Nord”) ma molto meno al pubblico, diventava il nuovo segretario del partito a Como città. Come a dire, il primo gradino di una scalata terminata 24 mesi dopo in Parlamento, dopo che – 11 mesi prima, la primavera le porta evidentemente bene – Locatelli era già diventata vicesindaco del capoluogo.
Dell’erbese Eugenio Zoffili, già nel 2016 si sapeva molto di più e pressoché tutto si conosce ora: da sempre vicinissimo a Matteo Salvini, ha ricoperto praticamente tutti i ruoli di vertice nel partito a livello locale e padano (ha guidato la gioventù leghista, ora è persino commissario in Sardegna) ed è stato anch’egli eletto in Parlamento il 4 marzo scorso continuando ad essere consigliere comunale nella città brianzola.
Forse leggermente meno noto ai comaschi – ma da tempo pilastro a livello nazionale della Lega salviniana – è invece Claudio Borghi. Nato a Milano, laureato in Scienze economiche e bancarie all’Università Cattolica, vanta numerosi lavori nel mondo dell’alta finanza (Deutsche Bank e Merrill Lynch per fare due nomi) ed è anche docente universitario della stessa materia. Amante e cultore dell’arte, è collezionista e soprattutto – a Como, assieme all’architetto Attilio Terragni e al medico e consigliere comunale Franco Brenna – tesse la tela per realizzare tra Casa del Fascio ed ex Uli un museo di caratura internazionale su Razionalismo ed Astrattismo, puntando addirittura a portare il Razionalismo stesso sotto il cappello dell’Unesco.
Da circa 4 anni, Borghi (a sinistra, foto sopra) è il responsabile economico della Lega, oltre che consigliere regionale in Toscana, deputato della Repubblica dal 4 marzo scorso (eletto in Toscana nel proporzionale), nonché consigliere comunale proprio a Como (eletto nel giugno 2017) dove ha casa sul lago. Un curriculum di estremo rispetto, dunque, che paradossalmente però potrebbe diventare persino stretto rispetto ai tantissimi rumors convergenti che arrivano da Roma.
Ossia dove – in vista del pressoché certo nuovo governo Lega-Cinque Stelle – Claudio Borghi Aquilini è dato in ballottaggio con l’altro economista Alberto Bagnai, docente di Politica economica all’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti e Pescara, per diventare ministro del nuovo esecutivo nazionale (c’è da presumere all’Economia). Un duello che, peraltro, ha un filo unificatore fortisismo: sia Borghi che Bagnai sono infatti gli alfieri della politica “no euro” della Lega.
Il solo consiglio comunale di Como, dunque, se Borghi la spuntasse, avrebbe almeno per qualche ora un deputato e un ministro tra le sue fila, cosa che poche assemblee cittadine potrebbero vantare (al netto del sicuro addio dell’economista a Palazzo Cernezzi).
Se a questa Lega di città così potente si aggiungono poi il ruolo di Nicola Molteni, probabilmente uno dei 10 leghisti più importanti in questo momento a livello nazionale e già eletto presidente della Commissione speciale della Camera, la senatrice erbese Erica Rivolta e pure il neosottosegretario in Regione nonché segretario provinciale del partito, Fabrizio Turba, si ha forse definitivamente chiaro quanto parlare di “strapotere leghista” sul Lario sia tutt’altro che un’esagerazione.