C’è ancora qualcuno che a Como – forse persino oltre l’etichetta istituzionale che imporrebbe il ruolo – dice pubblicamente qualcosa di sinistra, come piacerebbe Nanni Moretti. E quel qualcuno – che ad altri certamente piacerà meno – è il segretario provinciale della Cgil, Giacomo Licata. Il quale, alla notizia del blocco dei porti per l’attracco in Italia della nave della Ong Aquarius con 629 migranti a bordo, è stato preso da una furia crescente, incontrollabile, potentissima.
E tramite Facebook, quasi a mettersi a capo di una sorta di rivolta politica di un (immaginario, per ora) centrosinistra locale, ha scatenato la sua ira contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a cui risale la decisione politica (con l’hashtag lanciato sui social #chiudiamoiporti).
Tutto è iniziato circa tre ore fa, con un primo messaggio dai torni fortissimi: “629 persone, 123 minori, 11 bambini, 7 donne incinte bloccate in mare. In una nave a cui è impedito di attraccare nei porti italiani. Con il governo del cambiamento è finita l’umanità”. Inutile sottolineare la pesantezza dell’ultima frase.
Ma il fiume in piena Licata si è ingrossato ancora. Ed è via via esploso.
Due ore fa, con un secondo post che chiama addirittura alla disobbedienza civile a favore dell’accoglienza dei migranti: “La prima cosa che mi viene in mente è la voglia di disobbedienza. Sindaci, amministratori, associazioni, organizzazioni, singoli cittadini seguano l’esempio del sindaco di Napoli De Magistris. Occorre rendere noto al mondo che un’altra Italia esiste già #disobbedienzacivile”.
Poi, spazio anche per un pensiero riferito anche alla propria esperienza personale: “La seconda riflessione riguarda l’Italia che ha salvato migliaia e migliaia di vite umane in questi anni e il cittadino Licata Giacomo non ha dovuto rinunciare a nulla. Io non sono più povero perché il mio Paese ha salvato vite umane. Nessuno è più povero perché l’Italia è stata in prima linea nelle azioni umanitarie. Chi sostiene il contrario racconta balle, e ripete a pappagallo le parole dei leghisti”.
“La terza riflessione riguarda Malta – ha poi temporaneamente chiuso il segretario della Cgil comasca – Oh, stiamo parlando di Malta! 440mila abitanti, più piccola della sola provincia di Agrigento. E noi facciamo la voce grossa con Malta. Ma fatemi il piacere! #vigliacchi”.
Infine, l’affondo – anch’esso pesantissimo – tutto diretto a Matteo Salvini e alla comunicazione del leader leghista. Definiti, senza metafore, di stampo fascista.
“L’avete vista la foto di Salvini con l’hashtag #chiudiamoiporti? È un’immagine iconograficamente fascista – ha scritto Licata – Lo sfondo nero, lo sguardo forte e fiero, il messaggio chiaro e duro. Caro elettore, hai votato M5S per il cambiamento e hai consegnato il Paese a un fascista. Non esiste un pensiero grillino, diciamocelo. Non c’è un messaggio dei grillini sopravvissuto al ciclone nazionalista salvinano. Adesso tocca a voi, elettori pentastellati, aiutateci ad uscire da questo disastro o sarete complici della disumanità”.
2 Commenti
….. non sono in pericolo di vita..sono su una nave ben attrezzata..non si fanno mancare certo nulla!!
Ma il sindacato non si occupava di lavoratori?