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Militari in strada, vigili “potenziati”, pene più dure. Sicurezza muscolare: la proposta di Legge Butti

Nella partita sulla sicurezza (giusto a Como in questi giorni se ne sta giocando una parecchio interessante) chi ha sempre fatto bandiera del tema è Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni con la Lega al Governo non può certo concedere all’ex alleato di mettere il timbro definitivo sul proprio baluardo. Così oggi il deputato comasco Alessio Butti ha presentato la proposta di legge: “Disposizioni in materia di sicurezza urbana”.

Le riflessioni di Butti partono proprio da Como e da episodi di cronaca recenti: le aggressioni agli autisti di Asf, il caso dei giardini a lago. “Noi ci siamo accorti, e non da ieri del problema. Lo diciamo da tempo che ci sono ampie zone di questa città, addirittura di giorno, interdette alle famiglie, alle mamme, ai bambini, alle persone per bene. Altre zone, poi, all’imbrunire diventano interdette a tutti quanti non abbiano determinate caratteristiche sociali e etniche”.

Insomma secondo il deputato: “Qui cade il presupposto della libertà se una mamma non può andare ai giardini a lago perché spacciano, delinquono e si menano la libertà è il tema. Si vive con poca serenità già gli spazi gioco dignitosi a Como sono pochi, se poi diventano infrequentabili è evidente che serve una soluzione”.

E la soluzione sta nel dispositivo predisposto da Butti “e da tutto il partito”.

“Io so che il Prefetto e il Questore hanno organizzato diversi servizi di controllo anche non in divisa, ma so anche che le statistiche parlano di un’elevatissima percezione di insicurezza. Cosa che si può mitigare solo con la presenza istituzionale: bisogna vedere la divisa”. Infatti all’articolo cinque della proposta “Si propone poi una modifica legislativa che permetta di poter utilizzare l’Esercito Italiano, già brillantemente impiegato in concorso e congiuntamente con le forze di polizia nell’operazione “strade sicure”, anche autonomamente a bordo dei treni, presso le stazioni e i parchi”.

Spiega Butti: “Abbiamo aliquote di militari opportunamente addestrate in peace-keaping che possono intervenire su mandato del Prefetto. Oggi i militari sono giuridicamente preparati, sono agenti di pubblica sicurezza, pubblici ufficiali: possono identificare, perquisire e controllare, non possono arrestare hanno ampi spazi di movimento”. Viene previsto inoltre che gli stessi militari possano agire autonomamente: “A oggi devono girare nelle cosiddette pattuglie miste, in concorso con la Polizia, l’obiettivo è che siano autorizzati a muoversi da soli”.

Non si rischia la militarizzazione del Paese, onorevole? “Non vedo il problema, a parte che un provvedimento può essere sempre revocato ma parliamoci chiaro: i reati non sono diminuiti, anzi, semmai sono stati depenalizzati, e la paura di denunciare è sempre più alta. Comunque il provvedimento è a costo zero, i militari sono già pagati e non dimentichiamo che mancano circa 20mila uomini alle forze dell’ordine”.

Altri punti del progetto prevedono il potenziamento della Polizia Locale cui la legge rivoluzionerebbe il ruolo attribuendo poteri di polizia giudiziaria. “Di fatto – spiega l’assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato – daremmo pari dignità agli agenti. Tra tutte le forze in campo sono quelli che più pattugliano, spesso a piedi, quartieri e periferie che presidiano fisicamente il territorio, è necessario che abbiano più tutele. In questo senso, peraltro, sto cercando fondi regionali per garantire loro un’assicurazione, esattamente come previsto per la polizia e i carabinieri”.

inasprimento in materia di violazione di domicilio e oltraggio a pubblico ufficiale. Infine la nascita della Commission Provinciale di Sicurezza Urbana e del Comitato Tecnico Ristretto, tema di cui si è occupato anche, in fase di stesura, il consigliere comunale Sergio De Santis.

L’organismo ipotizzato è composto, si legge “dal sindaco del Capoluogo di Provincia, il prefetto, l’Assessore Regionale alla sicurezza o suo delegato, i sindaci e gli assessori alla sicurezza dei comuni con oltre 50.000 abitanti o loro delegati […] si riunisce presso il Comune Capoluogo di Provincia ogni 6 mesi e, comunque, ogni qual volta ne venga ravvisata la necessità […] per l’analisi, la valutazione e il confronto sulle tematiche di sicurezza urbana relative al territorio”. Obiettivi: “Prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria a supporto alle vittime; promozione e tutela della legalità; promozione del rispetto del decoro urbano; promozione dell’inclusione, della protezione e della solidarietà sociale nei confronti di chi abbia dimostrato volontà di integrazione”.

 

 

 

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