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Minghetti dopo la batosta elettorale: “L’errore, non aver capito il malessere di Como. Una città in crisi”

Con 12.159 voti al primo turno sembrava che la volata di Barbara Minghetti verso il ballottaggio se non col vento in poppa fosse quantomeno baciata dalla stella delle ottime chance. Invece i 103 voti che hanno permesso ad Alessandro Rapinese di superare Giordano Molteni, candidato del centrodestra, hanno sparigliato tutto e portato, infine, il primo civico della storia sullo scranno più alto del Cernezzi. Con 14.067 voti contro gli 11.345 della concorrente del centrosinistra, un risultato eccezionale.

Domani alle 10 si insedierà il Consiglio comunale con Alessandro Rapinese sindaco (qui i dettagli), così proponiamo l’intervista alla ex candidata sindaco pubblicata su ComoZero Settimanale lo scorso 8 luglio.

Si è ripresa dalla batosta?
Mi sono presa una settimana per riflettere non senza amarezza e tristezza, ho camminato in solitaria tra i monti e lasciato sedimentare le cose. Poi ho detto: va bene, riparto con il lavoro, la vita e il Consiglio Comunale.

Quali le ragioni della sconfitta?
Abbiamo discusso a lungo sulla prima e sulla seconda parte della campagna elettorale. Le ragioni sono insite nella vittoria di Rapinese, ha presentato un progetto molto diverso dal nostro. Accetto la sconfitta, abbiamo presentato un programma che non ha vinto ma su cui abbiamo lavorato con dedizione e serietà e al primo turno siamo stati premiati.

Avrete pure commesso errori.
In campagna elettorale non saprei. Questa è una città in crisi, con criticità vere e concrete sotto gli occhi di tutti. Forse non era il momento giusto di presentare un progetto che oltre alle piccole cose guardasse anche al futuro. L’errore è stato forse non aver capito quanto profondo sia il malessere oggettivo dei cittadini. Malessere che ascoltando le persone ho percepito. Una totale sfiducia nei confronti dell’Amministrazione che non abbiamo saputo vedere in profondità e su questo punto non abbiamo messo in campo ‘armi’ sufficienti”.

Un eccesso di ambizione?
C’era molta concretezza nel programma, volevamo occuparci da subito delle piccole cose: quartieri, bandi per le associazioni. Poi il futuro. Io non ho un’esperienza politica di lungo corso, forse la voglia di essere propositiva non è stata una risposta completa al malessere di cui parlavo.

Non è che Barbara Minghetti sia stata percepita come distante dalla città? Più espressione di un sistema politico che una candidata di strada, quella che incontri al bar e saluti con un “ciao”.
Non lo accetto se non per un breve periodo di tempo. Certo, Rapinese ha 18 anni di esperienza e io ho avuto poco tempo per sedimentare, ma non accetto mi si dica che non sia stata empatica o che non sia stata in mezzo alla gente. Sono andata ovunque. È stata una questione di tempo, non di approccio.

La famosa foto mentre giocava a carte coi pensionati è parsa un po’ artificiale.
Non è vero, sono una appassionata giocatrice di Burraco, per dire.

La sua coalizione è all’opposizione. Lei ne sarà la leader?
Sto lavorando per essere la rappresentante della coalizione in aula.

Dunque resterà in Consiglio cinque anni.
Certo. Per me è fondamentale restare e rappresentare persone, realtà e associazioni che ho conosciuto e alle quali voglio restare vicina.

Che politico vuole essere?
Serio, prima di tutto. Mi riconosco in un mio modo, magari non giusto ma io cerco di essere discreta e propositiva, non distruttiva. Non cerco lo scontro. Questo è il mio modo di lavorare per trovare soluzioni, attraverso i progetti e in modo positivo. Che poi questa sia anche una mia criticità può essere, magari non si fa politica così.

Collaborerà con Rapinese?
Senza pregiudizi o preclusione. Non sono permalosa, anche se è stata una campagna tosta, e non ho apprezzato l’aggressività nei miei confronti. Vado oltre e dico che spero tutti vogliano lavorare per Como. Il sindaco ha detto che ascolterà le minoranze come mai è stato fatto in passato.

Pronto il primo discorso?
Lo sto pensando, è simile a quanto ci stiamo dicendo adesso. Voglio essere al servizio della città con una coalizione che si è dimostrata veramente compatta, seria e capace e il cui valore è la diversità.

Un giudizio sui primi giorni di Rapinese?
Diamogli il tempo di lavorare. Sono contenta vi sia questo grande entusiasmo che vedo, percepisco e leggo. Ha detto che farà cose importanti nei primi cento giorni.

Un messaggio diretto al sindaco.
Ci siamo sentiti, ho sottolineato, come dicevo prima, che non ho trovato giustificata l’aggressività nei miei confronti. Poi abbiamo parlato di via del Dos.

L’ARTICOLO CHE HAI APPENA LETTO E’ USCITO SU COMOZERO SETTIMANALE: ECCO DOVE PUOI TROVARLO

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