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Minghetti sconfitta. Fanetti (Pd): “Un pezzo di città non voleva il centrosinistra, anche da sinistra”

Ormai chiara la sconfitta della candidata sindaco di centrosinistra Barbara Mighetti (qui il dettaglio) arrivano le prime reazioni dalla coalizione che l’ha sostenuta

Il capogruppo uscente in Consiglio e candidato dem Stefano Fanetti dice: “Ci spiace abbiamo dato il massimo, sono dinamiche già avvenute nel passato, imprevedibili. Sapevamo di correre un rischio. Un pezzo di città che non voleva il centrosinistra si è coalizzato. Anche gli scontenti di sinistra, non solo quelli di centrodestra. Adesso a bocce ferme valuteremo cosa è successo”.

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8 Commenti

  1. Fanetti, inutile prendersela coi 70enni narcisi che si predicano di sinistra: gli elettori li hanno già messi al loro posto, condannandoli all’irrilevanza.

    Una lista Magatti da 500 voti; il genio Venneri con giusto le preferenze dei genitori e un paio di cugini; Bartolich che è diventata complottista come i veri boomer.

    Tra 5 anni nessuno si ricorderà di loro e Como magari riuscirà a fare quel passo avanti di cui ha forte bisogno.

  2. Signora Luisa, non bisogna “ringraziare” o colpevolizzare nessun soggetto astratto… “la gente”, “la città” (che se lo meritita)… qui i responsabili sono solo i dirigenti nazionali e locali di un partito, il PD, che di sinistra non ha più nulla, anche oggi che Renzi se ne è andato (in Arabia Saudita?) ed al quale gli elettori (dopo anni di voti dati tappandosi il naso per paura di Berlusconi prima e Salvini poi) hanno girato le spalle. Finalmente Fanetti ha capito che ci sono degli scontenti a sinistra (ma va?) e che forse forse chi ha sostenuto ieri il governo Monti e oggi Draghi si ritrova senza l’imprimatur di rappresentare la sinistra del Paese o più semplicemente della città.

  3. “Ci spiace abbiamo dato il massimo”? Tutta la campagna è stata un pesante fallimento comunicativo e l’aver perso voti rispetto a due settimane fa lo conferma

    “Anche gli scontenti di sinistra”: gente come Magatti & co, a parte la loro irrilevanza politica, è meglio perderli che trovarli.

  4. Questo è certo: è stato un voto “contro” in tutti i sensi, anche da parte di chi non è andato a votare

  5. Un pezzo di città voleva veder sistemata la Ticosa, gli asfalti ed i marciapiedi, il verde pubblico, la pulizia ed il decoro urbano, le piscine ed i campi sportivi, i parcheggi ed il traffico. Ai bla-bla-bla dei voli pindarici alla ” diventiamo come Milano” i comaschi hanno risposto: ” …grazie anche no…”.
    Nota Bene: il PD comasco è il problema della sinistra comasca.

  6. Peccato un’occasione persa ma la sconfitta non è una sorpresa. Molti all’interno della coalizione di centrosinistra se l’aspettavano. Chi ha votato centrosinistra al primo turno ha confermato il suo voto, Rapinese ha confermato il suo elettorato, il centrodestra ha trasferito buona parte dei suoi voti su Rapinese. È quello che ci si aspettava, nulla di sorprendente. Tuttavia, i motivi non dipendono né dal candidato che si è dimostrato all’altezza, né dal programma assolutamente ambizioso e ben fatto, né dal metodo eccellente e neppure dalla coalizione che il Segretario del PD ha reso la più larga possibile. Dipendono dalla scarsa incisività del centrosinistra all’opposizione. Rapinese ha guadagnato credibilità con un’opposizione dura alla Giunta Landriscina, un’opposizione che ha fatto intendere che con lui sarebbe stato diverso. È quello che è mancato. La percezione che centrosinistra e centrodestra fossero la stessa cosa, ha inciso molto più di quello che sembra. Su questo Rapinese ha giocato le sue carte.

  7. Ma cosa volete valutare….era la solita accozzaglia di sigle e siglette che dopo 5 minuti dell’elezione cominciava a far cinema….cose viste e riviste….sicuramente il 65% che non ha votato ha torto marcio…ma chi lo ha fatto ha dato un segnale chiarissimo

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