Azione finisce in pezzi a livello nazionale e i frammenti arrivano anche a Como e provincia. Il partito di Carlo Calenda nelle ultime ore ha dovuto incassare quattro addii pesantissimi: dopo il deputato Enrico Costa, tornato in Forza Italia, è stata la volta delle ex ministre Mariastella Gelmini e Mara Carfagna (che contestano l’adesione al campo largo del centrosinistra e la cui destinazione dovrebbe essere Noi Moderati di Lupi con il ritorno dunque nel centrodestra) oltre che della senatrice Giusy Versace (foto qui sotto). E se il passato di coordinatrice regionale di Forza Italia di Gelmini – con tantissime presenze anche a Como – è effettivamente un ricorso ormai lontano nel tempo, l’addio di Versace riporta a cronache decisamente più recenti.
Era soltanto il 16 novembre 2022, infatti, quando la senatrice Giusy Versace, precedentemente eletta nel 2018 nel collegio uninominale di Varese per Forza Italia e poi passata al partito di Carlo Calenda con cui è stata rieletta in Parlamento il 25 settembre scorso, veniva nominata nuovo Commissario di Azione per la Provincia di Como.
Era stata la direzione nazionale di Azione, su indicazione dell’allora consigliere regionale lombardo e ex segretario regionale del partito, Niccolò Carretta (che lasciò il ruolo nel febbraio 2024 dopo il deludente esito delle regionali lombarde) a nominarla. Versace avrebbe anche dovuto portare al congresso la provincia di Como così da poter eleggere il segretario provinciale: “Ci sarà la massima disponibilità da parte mia per un ascolto profondo al fine di ridare alla provincia di Como un segretario eletto dagli iscritti, a cui è giusto dare voce e rappresentanza, e che organizzi i lavori sul territorio”, disse all’epoca Versace. Tutto rimasto sulla carta.
Nonostante questa serie di colpi durissimi, Azione Como fa buon viso a cattivo gioco: “Como in Azione intende ringraziare la senatrice Giusy Versace per il lavoro svolto insieme alla nostra comunità politica in questi due anni di commissariamento – si legge nella nota – Con Giusy perdiamo non solo una compagna di partito, ma anche una vera amica. Un amica con la quale abbiamo vissuto momenti felici e frangenti più difficili, ma la cui integrità morale non è mai venuta meno. Ne abbiamo passate tante insieme in questi due anni, ma la sua passione e il suo impegno non hanno mai cessato di essere da esempio per ognuno di noi”,
“Una pagina di politica si è chiusa oggi con la decisione di Giusy di lasciare Azione. Come si è soliti dire in ambito sportivo, i giocatori passano, la propria squadra resta – chiude la nota – Come Como in Azione abbiamo il dovere di proseguire la nostra azione politica nel segno dei principi fondanti del nostro partito. Una forza politica che si prefigge l’obiettivo di unire socialisti, liberali e popolari per superare la politica del rumore che contraddistingue da ormai troppo tempo l’attuale sistema incentrato sul bipolarismo. Perché Azione, in fondo, è questo. La casa di chi vuole un’Italia più forte di chi la vuole debole”.
9 Commenti
E se ci tassassimo tutti per pagare un trasferimento a vita di Calenda e Renzi in Groenlandia?
Pro capite sarebbe una somma irrisoria, ma per l’Italia sarebbe un passo in avanti.
Basta non votarli. Per il resto fanno mangiare le agenzie di stampa, i giornali ed i giornalisti, i talk televisivi e l’indotto di TUTTO QUANTO FA SPETTACOLO.
L’aspetto sorprendente non è l’uscita di Gelmini, Carfagna, Costa e Versace. Ciò che avrebbe dovuto destare sorpresa, era l’entrata di questi politici in un partito che si prefiggeva dalla sua fondazione di ricostruire il Partito d’Azione. Cosa avessero in comune Carfagna e Gelmini, con Lussu, La Malfa e Lombardi, lo sa solo Calenda. Non si può pretendere che l’ex Ministro di Industria 4.0, che è un manager, possa fare bene il mestiere più lontano dal suo che è quello del politico. Soprattutto quando ha a che fare con politici di mestiere come Costa, Carfagna, Versace e Gelmini che, ovviamente, dopo le loro esperienze da Ministro e Sottosegretario, hanno dimostrato di non avere idea di come si debba fare il manager. Ma questo è un altro tema.
D’altro canto, anche Renzi, che invece da sempre fa il politico, non riesce a tenere a bada le sue schiere spiazzate dalla svolta verso sinistra del suo piccolo partito; svolta contrastata dall’intrepido quanto ingenuo liberaldemocratico, Marattin. Chissà poi cosa significa precisamente liberaldemocratico. Esistono i “liberali” non “democratici”? Oppure, non esistono partiti in Italia “liberali” e non “democratici”? Si riferiscono ai partiti al governo? Li accusano di essere poco democratici o poco liberali? Mah…non mi sembra. Mi dovrò informare. Una cosa è certa. Qualche “spiazzato e tradito” ci spiegherà, come fecero i grillini, che la sinistra e la destra sono la stessa cosa e la “liberaldemocrazia” è il sol dell’avvenire…..dopo, come per il grillismo, capiremo perfettamente cos’è.
Avremo la dimostrazione che il dilettantismo non è del leader ma di chi si sente “spiazzato e tradito”. Ma ci sta. Anche loro hanno diritto a protestare. Non troppo ma ogni tanto sì.
Gioele, disamina perfetta
Il vero problema è che molti “politici di mestiere” non sanno fare i politici di mestiere, perché la politica sarebbe un mestiere serio. Ma per fare seriamente un mestiere serio bisogna essere seri, e coerenti. Ricordiamoci la recente doppia piroetta carpiata di Letizia Brichetto Arnaboldi in Moratti… Quanto a Calenda, che mi è pure simpatico, credo che ormai non sappia nemmeno bene come faccia di nome.
Simpatico come una badilata sui….
Di sicuro più simpatico di molti esponenti dell’attuale governo e loro satelliti. Ma, come si dice, de gustibus non disputandum
Notizia devastante, soprattutto in considerazione dell’importantissimo ruolo, sia nazionale che locale qui a Como, dell’indispensabile partito di Calenda…
purtroppo la guerra Renzi-Calenda ha prodotto un quasi “rompete le righe” generale