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Santarella, ex Uli, Museo della Seta, Palazzo Natta (con fotogallery): le profezie di Brenna

Era il 7 febbraio scorso, più o meno le 22.30. Serata organizzata in Biblioteca dall’associazione Officina Como per parlare del futuro dell’area Ticosa.

Momento degli interventi dal pubblico. Si alza il capogruppo della lista civica “Insieme per Landriscina”, Franco Brenna. E dice testualmente queste parole: “Io ci vedrei bene il Comune, in Ticosa. Sapete bene in che condizioni è Palazzo Cernezzi. Avremmo finalmente una struttura nuova più efficiente e facilmente raggiungibile dai cittadini” (qui l’articolo di allora).

La prima profezia di Franco Brenna era lanciata. Due mesi dopo, in una tranquilla riunione di giunta di fine aprile, il sindaco e gli assessori avrebbero largamente discusso della costruzione di un nuovo municipio nell’ex area industriale avviando l’iter per l’obbiettivo.

“Ma quel giorno non sapevo che sarebbe andata così”, sorride ora il consigliere. Che però ora rilancia sul bellissimo e abbandonatissimo (dal Politecnico) Palazzo Natta. Vuoto e meraviglioso, dopo un restauro milionario delle amministrazioni precedenti (sotto la gallery sfogliabile).

“Potrebbe essere una prestigiosa sede istituzionale e di rappresentanza – vaticina Brenna – Una profezia? Ma no, diciamo però che spero e penso che sia una giusta previsione. Parliamo di un edificio storico, magnifico. Di trasferire lì l’assessorato alla Cultura si parlò già con Simona Rossotti, prima dell’addio. Sarebbe un nuovo centro in una rete che a pochi passi vede la Biblioteca, la Pinacoteca, i Musei Civici”.
Insomma, la nuova sfida al futuro è lanciata.

“Sperando sempre in una sede nuova e più consona per il Museo della Seta – prosegue Brenna – ciò che manca a Como è un grande spazio per le arti contemporanee. La Santarella? Ottima una prospettiva culturale ma ci vedrei più la funzione di laboratorio dell’arte. Piuttosto…”.

C’è aria di terza profezia.
“Piuttosto – dice Brenna – se proprio dovessi dire per cosa batte il mio cuore, direi lo spazio dell’ex Uli (Unione fascista dei lavoratori dell’industria, progetto anni ’30 di Cesare Cattaneo e Pietro Lingeri, Ndr) dietro la Casa del Fascio. Ecco, il mio sogno sarebbe ridare l’aspetto originale all’edificio, riportandolo alla sua radice razionalista e immaginandone anche nuove funzioni”.

L’edificio, proprietà dell’Ats, andò vicino nei mesi scorsi ad ospitare l’Archivio del Moderno dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, sogno poi sfumato. “Ma non è detta l’ultima parola”, aggiunge sornione il profeta Brenna”.

Basta aspettare, di solito.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem

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