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Attualità, Politica

Singolar tenzone Cesareo-Gaddi: “I comunisti col rolex, la dominatrice, le offese a Locatelli e Negretti, Bukowski con la ‘i’ e non la ‘y'”

D’altronde mancano sei giorni al voto. Non c’è più tempo per le – anche solo apparenti – cortesie e certo il caldo dalle temperature agostane di questi giorni non aiuta. Così fuori e dentro le reti social si consumano conflitti, colpi d’ascia e martello (i fioretti son deposti nelle custodie) e ben poche carinerie.

Scoppia così in un pomeriggio di giugno un bel match tra Sergio Gaddi (assessore alla cultura designato da Giordano Molteni in caso di vittoria del centrodestra) e Andrèe Cesareo, notissima esponente Dem candidata consigliera.

Parte Gaddi, tornando sulla ben nota vicenda legata alla candidatura di Lady Demonique con Azione Como (poi ritirata e ora corre a San Bartolomeo Val Cavargna come candidata sindaco):

I comunisti col Rolex sono sempre meravigliosi. Scopro che la fantomatica lista Como 2030 che candida bestemmiatrici di mestiere, mi accusa per una dura posizione politica di 10 anni fa ai tempi della rottura con il Pdl (qui l’antefatto, Ndr). Fatica archeologica sprecata; se me l’avessero chiesto, l’articolo di giornale gliel’avrei dato io direttamente. Stessa musica che vale per un altro bamboccione del PD locale che rovista negli archivi dei miei post e poi chiama la maestra, diventa tutto rosso e sbatte i piedini per terra perchè si scandalizza del mio linguaggio caustico e poco ortodosso rispetto alle felpate bugie, alle squisite falsità e alle delicatissime coltellate che abitualmente volano nel suo partito, dove il più sincero è Giuda. Nei loro salotti buoni è tutto un prego, scusi, non c’è di che, ma tra una tartina al caviale e un flute di champagne ti trovi avvelenato con l’educatissimo polonio. Però il vaniloquio di questi signori mi fa riflettere sull’eterno conflitto tra la realtà e la mistificazione, tra la volontà positiva del fare e il gusto masochistico del distruggere. Mi dispiace per il loro fegato che sta evidentemente esplodendo, e li capisco anche. Il ricordo della più bella e ricca stagione culturale a Como è sempre più vivo, la città ha capito perfettamente che la bellezza porta vantaggi e tutti desiderano il ritorno di mostre, eventi, concerti e spettacoli. E chi è più credibile per poterlo fare? Chi l’ha già fatto con oggettivo successo, oppure chi ci ha provato fallendo miseramente? Ora, mi rendo conto che la verità detta in modo secco e anche spinoso possa disturbare le oscure trame del sottobosco della politica di sinistra, ma si mettano serenamente il cuore in pace. Mi piace parlare chiaro, e sempre lo farò.

Arriva Cesareo:

Da comunista senza Rolex mi permetto di fare un paio di precisazioni a Sergio Gaddi, giusto per mettere in luce che certe dinamiche afferiscono più alla sua parte politica che alla mia.
In tempi non così lontani, oggetto delle sue offese (sempre personali), sono state Alessandra Locatelli e l’Ass. Negretti, guarda caso due donne cui, al di là delle diverse posizioni politiche, va ed è andata la mia solidarietà. Qualcuno ha avvisato il designato assessore che entrambe sono candidate a sostegno di Giordano Molteni? Come lavorarci e guardarle in viso dopo aver dato all’una dello ZERO e all’altra della faccia di…..? Si sa, è più facile guardare in casa degli altri anziché lavare i propri panni sporchi. La coerenza, questa sconosciuta.
E allega vecchio post:
Risponde l’ex assessore:
Gentile comunista, come lei ben ricorderà anche nei suoi confronti mi sono sempre espresso con la massima e pubblica chiarezza. Se oggi lei si scandalizza per una parolaccia, è segno dell’ipocrisia che è parte integrante del vostro dna. Se non le piacciono i termini forti, allora smetta di leggere (ammesso che l’abbia mai fatto) non dico Henry Miller o Bukowsky, ma almeno i vostri e più facili Saviano, Travaglio, Vauro o Paolo Rossi. Se crede, entri nel merito delle questioni. Ma il frutto della vostra incapacità culturale l’abbiamo già visto: il nulla.
Replica la candidata:
Tre cose: 1. qui si parla di sostanza, non del suo turpiloquio.
2. citare Bukowski ed essere Gaddi è di per sé grottesco.
3. Bukowski non vuole la Y.
Conclude, per ora, Gaddi:

1. Forse non ha capito che per lei citavo Paolo Rossi, non Bukowski. 2. Nel caso (improbabile) abbia mai usato due dita per scrivere sulla normale (e piccola) tastiera di un cellulare, avrà notato che tra la Y e la I c’è solo uno spazio, quello della lettera U. Sono quindi assai vicine, e usare un banale refuso come considerevole appiglio retorico fa solo compassione. 3. Qui di grottesco vedo solo la sua conclamata insipienza. D’altra parte, quando vorrò una sua opinione gliene darò una.

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11 Commenti

  1. Che sfida di livello! Una, non so nemmeno chi sia, l’altro, sono anni che si vanta per tre mostre che, hanno sì raccolto un buon numero di visitatori, ma erano oggettivamente di basso livello: due opere importanti e, il resto, paccottiglia per riempire le sale.
    Le citazioni, a casaccio, di scrittori con nomi sbagliati, completano il quadro…

  2. Non so se arrabbiarmi di più con dei candidati che si “confrontano” come dei bambini dell’asilo, con comozero che ci scrive pure un articolo o con me stesso che ho perso tempo a leggerlo e commentarlo. Per Como ci vuole il commissario prefettizio.

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