Nel momento più difficile – con una crisi politica tra alleati senza precedenti – il sindaco spiazza tutti (o almeno noi). Dunque, meglio partire dal 20 marzo scorso, quando Mario Landriscina disse (video sotto) testualmente queste parole: “Ricandidarmi? Non credo e ne sono abbastanza sicuro. Non perché sono deluso. Penso sia indispensabile che la città torni ai cittadini e ai giovani. Tra 4 anni avrò 68 anni, tra i miei assessori molti potranno garantire continuità”.
Otto mesi esatti dopo, il sindaco di Como – curiosamente sereno, nonostante i mala tempora che currunt – ribalta il tavolo: “Ci ho ripensato completamente. E sa a chi lo devo? Alla consigliera Ada Mantovani che una sera, in consiglio comunale, mi imputò di scoraggiare i dipendenti comunali con un’affermazione del genere a pochi mesi dall’elezione. La ascoltai, ci pensai e modificai quasi subito il mio pensiero. Dunque ora posso affermare che sono disponibile a correre di nuovo, se vi fossero la necessità e il consenso necessari”.
La prospettiva di mandato torna decennale, dunque. “Non corriamo troppo. Però certamente mi piace guardare avanti, all’orizzonte e non soltanto all’immediatezza. Qualcosa di buono, in fondo, stiamo facendo: sulla Ticosa si può tornare a ragionare seriamente e liberamente, sulle paratie la Regione sta aiutando molto, potremmo avere nuovi giardini a lago a breve, abbiamo investito sulla manutenzioni delle strade. Ecco, una cosa mi fa soffrire: non aver ancora dato segnali forti su alcuni quartieri che reclamano maggiore attenzione. Nei prossimi mesi lavoreremo per dare segnali importanti anche lì”.
Un concetto ribadito più volte, quasi a rimarcare un concetto: qualcuno vuol far cadere la giunta prima del tempo? Non accadrà per mia volontà ma dei partiti.
“Io posso solo rivendicare il fatto che nessuno mi convincerà mai a rimanere attaccato alla poltrona: non lo sono mai stato, non lo sarò mai. Dunque resto e combatterò fino alla fine per fare il bene di Como e dei comaschi. Con serenità anche se il lavoro è impegnativo, forse più di quanto avessi immaginato. Ci sono logiche politiche che, devo ammetterlo, sono al di sopra delle mie capacità di comprensione, così come non mi sfugge che sul Comune di Como possono rifrangersi ricadute dello scenario nazionale, regionale e provinciale. Ma la cosa non mi scuote di un millimetro”.
Il consenso, a dire il vero, a oggi non sembra granitico nel centrodestra, visti gli stracci che stanno volando tra Fratelli d’Italia e Lega in particolare ma anche con Forza Italia che minaccia (o aspira) a ritirare i suoi due assessori (Franco Pettignano e Amelia Locatelli) dalla giunta (magari per sostituirli furbescamente, soprattutto il primo ndr).
“Io oggi non ho alcuna modifica della giunta da comunicare. Poi, se una o più delegazioni dei partiti verrà da me e mi chiederà espressamente di cambiare un nome o anche tutti i propri rappresentanti li ascolterò. Poi magari scopriremo che sono soltanto schermaglie per mandare segnali. Vedremo. Intanto il vertice di ieri sera con i segretari dei partiti è servito a chiarire un po’ il quadro”.
E però la pietra dello scandalo e della bufera del momento – la “famosa” Commissione Sicurezza di nuova istituzione tanto invocata da Fratelli d’Italia e detestata (almeno nella forma autonoma) da Lega e lista civica – è ancora dietro l’angolo a bollire.
“Io credo ancora che la la forma di una Commissione definitiva sia la migliore (dunque senza crearne una nuova, con nuovo presidente, come vorrebbe FdI, ndr) – spiega Landriscina – Di una commissione a tempo faccio fatica a capire i motivi, vedremo poi come si potrà trovare una via d’uscita”. Che – se ne ricava – a oggi non c’è ancora.
Un sassolino dalle scarpe – uscendo dal gorgo di palazzo – Landriscina se lo toglie parlando del mondo delle associazioni di categoria, anche soltanto nelle ultime ore molto critico su alcune scelte (Confesercenti lo era stata sulla maxipista ciclabile davanti al Mercato Coperto, Confcommercio lo è sul destino di piazza Roma).
“Se ripenso alla campagna elettorale e guardo a quanto accade oggi mi chiedo quale sia l’associazione che mi sostiene. Ma fa niente, va bene così, ognuno fa il suo ruolo. Ho capito che è un po’ come in politica: a volte chi condanna certi comportamenti poi è il primo ad adottarli”.
“Il mio rapporto con la gente? Per carità, per strada alcuni hanno da ridire, altri, magari di parte, criticano e si lamentano molto. Ma in tutta sincerità mi pare che i comaschi mi accolgano bene, mi parlino e abbiano tutto sommato una buona considerazione. Meno male, dico io: se la mia reputazione e la mia popolarità dipendessero soltanto dai voi giornalisti, sarei finito. Invece noto spesso un grande divario tra gli scoop dei media e ciò che interessa davvero i cittadini, per fortuna”.
5 Commenti
E finì che, alle prossime elezioni, Landriscina vinse su Rapinese. E ad Ada la lingua fu fatta mangiare nella pubblica piazza.
Leggendo il titolo ho avuto un tuffo al cuore, pensavo che il bis fosse riferito a Super Mario….. Lucini
vuol dire che finalmente inizia a fare il sindaco? o che farà il locatelli bis?
Inconsistenza infinita, una sagoma di vapore e polvere, il vuoto cosmico che galleggia su una poltrona.
Questa sua infantile intervista, completamente dissociata dalla realtà, suscita un misto di tenerezza e divertimento.
Non si ricandidi Landriscina la prego, non faccia perdere tempo ai comaschi e non ne perda lei.
Como ha bisogno di persone concrete, di spessore, motivate, capaci di dialogo vero (non propagandistico o autoreferenziale) e soprattutto serie.
Quanta sicumera Sig. Landriscina, sempre meno Dottore del 118 al servizio di chi é in difficoltà e sempre di più politico attaccato alla poltroncina (ovviamente con i benefit economici annessi)
Evidentemente non si rende conto o accetta il NULLA che al momento contraddistingue la sua amministrazione, che passerà agli annali come amministrazione BlaBlaBlaBla
Si metta comunque il cuore in pace, se scelleratamente deciderà di ripresentarsi, verrà spazzato via dal Rapi-Ciclone delle prossime elezioni