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Ticosa, il capitolo di bilancio della bonifica non esiste più. Il bivio che scotta: appalto bis o palla ai privati?

Che cosa resta al capitolo “bonifica della Ticosa” nel bilancio comunale di Como? Circa 374mila euro, che poi sono in realtà soldi già spesi. Di tutto il resto – e che resto: il capitolo prevedeva 5,3 milioni di euro specificamente destinati al risanamento dell’ex area industriale – è stato completamente defalcato e immesso con un grosso affluente nel lago metaforico della casse municipali.

Un altro segnale chiaro, insomma, dell’incertezza che alberga oggi a Palazzo Cernezzi sulla via da intraprendere per completare la bonifica dell’area Ticosa, come noto azzerata dal pasticcio delle scorse settimane.

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Ma cancellato di fatto l’impegno contabile di 5 milioni per completare quest’operazione eterna, che succede ora?

Due sono le strade davanti alla giunta Landriscina. La prima sarebbe reimputare le stesse identiche somme nuovamente a un capitolo specifico “bonifica Ticosa” con il prossimo assestamento di bilancio e dunque riavviare la procedure per finanziare in proprio l’operazione, indicendo una nuova gara d’appalto dopo quella finita malissimo in precedenza. Ma, come noto, ce n’è una seconda. Che è totalmente diversa.

Ovvero, tenersi in pancia quei 5 milioni e – proprio come anticipato da ComoZero nei giorni scorsi – affidarsi completamente ai privati, con l’ipotetica via di un project financing che metta in gara la bonifica stessa, la costruzione di un maxiautosilo da mille posti (da dare poi in concessione per qualche decennio, così da rientrare dei costi di realizzazione), una parte di sistemazione a verde connessa al posteggio e la viabilità di servizio.

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Un modo, insomma, per cedere la patata bollente e non trovarsi a gestire nuovamente l’operazione bonifica in casa con tutti i rischi annessi e connessi.

Inutile dire che – con l’assestamento di bilancio destinato ad arrivare in consiglio prima della pausa estiva – la decisione, pur pesante, va presa in tempi rapidissimi dalla giunta. Magari, se si volesse puntare sui privati, provando a convincere della bonta di una simile strada anche la segreteria generale di Palazzo Cernezzi che – dicono i rumors – pare tutt’altro convinta della via alternativa.

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