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Ticosa nelle tenebre, scudo Butti sui missili Mantero-Nessi: “Il progetto Officina Como? Non l’abbiamo ignorato”

L’aplomb vagamente british lo perde raramente. Ma seppur con un intervento di pochi secondi, ieri sera in consiglio comunale l’assessore all’Urbanistica Marco Butti (FdI) ha voluto rispondere alle accuse – indirette e garbate finché si vuole, ma non fraintendibili – lanciate da due bocche di fuoco in particolare sulla gestione dell’area Ticosa da parte dell’amministrazione.

Una era stata espressa nei giorni scorsi nell’ormai celebre intervista rilasciata a ComoZero da Moritz Mantero.

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Questa, testuale: “L’idea di trasformare la Ticosa in un hub creativo proposta da Officina Como, di cui faccio parte, non è stata neppure presa in considerazione”.

La seconda, sempre ieri, è arriva dall’appello alla città lanciato dal consigliere di opposizione Vittorio Nessi (Svolta Civica) che nel dipingere il crepuscolo della città a suo dire innescato dal centrodestra ha inserito questo passaggio: “Il progetto sulla Ticosa proposto da Officina Como e fatto proprio da Svolta Civica [è] dotato di sostenibilità economica e semplicemente ignorato da chi ci amministra”.

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Butti non ci è stato.

“Con la stima che ho per entrambi – ha affermato l’assessore riferendosi esplicitamente a Nessi e a Mantero – gli appelli alla città e al dibattito si possono fare, purché non si dica che il progetto di Officina Como, che io ritengo in realtà di Cassa Depositi e Prestiti, sia stato completamente abbandonato o mai preso in considerazione”.

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“Una parte – ha ribattuto Butti – è stata invece presa in considerazione ed è quella relativa all’hub creativo. Massma disponibilità dunque al dialogo e al confronto: noi non siamo d’accordo sull’edilizia in Ticosa (riferimento in particolare all’housing sociale proposto da Offica Como, ndr) ma nel nostro masterplan sull’area Ticosa, peraltro ritenuto meritevole di essere presentato al Mipe (evento poi sfumato nel 2020 causa Covid, ndr), la parte di hub culturale era presa in considerazione”.

Parole che, pur non dettagliate ieri sera in aula, rimandano a quanto contenuto nell’unico documento di indirizzo arrivato in giunta, che prevedeva “la riqualificazione dell’edificio denominato “Santarella” e relative aree di pertinenza realizzando un polo culturale a destinazioni formative, museali ed espositive”.

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Che ne sia del progetto complessivo, però, con la bonifica dell’area ancora al palo e forse addirittura con una gara per l’assegnaizone da rifare da capo dopo il ritiro dell’azienda che aveva vinto l’appalto in origine, è tutt’ora un mistero assoluto.

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