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Politica

Un cancello, il “cashmere” e i “poteri forti”: primo (inutile) scontro Molteni-Minghetti

Doppia polemica (quasi certamente non destinata a passare alla storia per temi, contenuti e modi) tra il candidato sindaco del centrodestra, Giordano Molteni, e la sfidante del centrosinistra Barbara Minghetti.

Primo pomo della discordia, la partecipazione di Minghetti a un intervento di riverniciatura di Per Como Pulita sul cancello del cimitero di Camnago.

“Scopriamo che la variegata coalizione della sinistra cittadina a guida PD, allegramente e senza chiedere autorizzazioni agli Uffici Comunali competenti (chi si candida a guidare il #Comune però in teoria dovrebbe saperlo), ha pitturato abusivamente il cancello di un cimitero – è stato l’attacco di Molteni –
Muniti di pennelli in cashmere e colori fashion, alla ricerca di cuoricini sui social, i performers si sono impossessati di un arredo urbano pubblico senza chiedere il permesso a nessuno con risultati – dicono i tecnici comunali – discutibili. Ci aspettiamo che l’allegro gruppo, comunque vadano le cose, mantenga questa nobile abitudine con cadenza periodica, munendosi però prima dei permessi necessari e delle tecniche adeguate”.

Sul punto, però, Minghetti ha replicato seccamente, in accordo con l’associazione di volontari: “In questi giorni il candidato di Fratelli d’Italia mostra un certo nervosismo, altrimenti non sarebbe incorso in cadute di stile o errori di valutazione. Se siamo andati a verniciare un cancello a Camnago Volta, è perché potevamo farlo, in collaborazione con l’associazione Per Como Pulita che aveva e ha l’autorizzazione a intervenire, come conferma Gianluca Vicini, fondatore di Per Como Pulita. Non abbiamo menzionato prima l’associazione per non strumentalizzare il loro magnifico lavoro sul territorio”.

Chiuso il primo round, la candidata del centrosinistra ha poi replicato anche la flash mob di ieri di Fratelli d’Italia in cui, contestando la presenza dei “poteri forti” all’incontro di Minghetti organizzato allo Yacht Club.

FdI in piazza contro il Pd e i big da Minghetti. Molteni: “Sono come il Marchese del Grillo: io so’ io e voi…”

Questa la replica affidata a una nota.

Converrebbe, inoltre, che il candidato di Fratelli d’Italia e i suoi collaboratori riflettessero sul fatto che gli ospiti che sono intervenuti ieri sera e che interverranno sabato 21 maggio rappresentano eccellenze nel mondo dell’imprenditoria, della cultura, della ricerca, dell’amministrazione delle città e del Terzo settore. Persone che sono legate a Como, in grado di costruire un’alleanza per lo sviluppo della nostra città. Non c’è welfare senza sviluppo e non c’è sviluppo senza welfare. Rappresentano nei propri ambiti l’Italia migliore, quella del saper fare e del saper stare al fianco delle persone. Lo sviluppo di una città non è un obiettivo fine a se stesso, ma dev’essere perseguito con l’intento di rendere la vita dell’intera comunità migliore. Una Como che con coraggio guarda avanti è la Como che saprà trattenere i nostri giovani e ne attirerà da tutto il mondo. Nei due incontri si sono alternati e si alterneranno imprenditori, docenti universitari e sindaci di città che in questi anni si sono passati il testimone di Città Capitale della Cultura (Parma e Bergamo) o che sono state Capitali Europee della Cultura (Mantova). Città che hanno saputo fare rete in ogni ambito, esattamente quello che è mancato a Como. Questa è la vera questione. Chi parla d’altro, semplicemente, non sa quel che dice.

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9 Commenti

  1. Vuoi vedere che, sull’ esperienza degli anni passati, questi Signori, senza distinzione di “casacca” pensino che i comaschi abbiano “l’ anello al naso ” ? Basta sceneggiate. Chiunque sarà eletto pensi alla città che è ridotta in uno stato comatoso. Niente passerelle di politici in trasferta e spot pubblicitari. Concretezza vogliono i comaschi di sceneggiate ne hanno viste e sopportate anche troppe. Grazie!

  2. Ma questo Molteni è sempre quello del “non parleremo dei candidati avversari” o l’hanno cambiato?

    Potrebbe essere, alla fine è un cognome abbastanza diffuso.

  3. Gioele, si rassegni, è inutile continuare a incolpare il povero dottor Molteni di colpe che non ha. Gli errori commessi dal sindaco che c’era in questi anni non hanno niente a che vedere con Molteni, per l’evidente motivo che lui non c’era! Ma siccome non si sa cosa dire contro di lui, gli si buttano addosso responsabilità che non sono sue. Non è intellettualmente onesto e tutti quelli come lei, caro onnipresente Gioele, lo sanno bene.

    1. Il problema non è Molteni di per sè, ma cosa rappresenta.
      La città non la governa mica una persona sola.

      E Molteni sarà identico al predecessore: candidato di bandiera, senza partito, in balia degli umori della “coalizione” che litiga ogni giorno su ogni questione.

      Perché mai dovrebbe finire diversamente?

    2. Buongiorno sig. Eugenio, come sempre sono in debito con lei per lo stimolo a spiegarmi meglio. Le perplessità sul candidato Sindaco Molteni non riguardano le sue capacità che non conosco se non da chi ha ereditato la sua esperienza a Lipomo. Le perplessità sono sulla coalizione che lui guida. Leggendo i nomi dei candidati consiglieri in lista, si ha la riconferma, sia per FdI sia per la Lega, degli attuali Consiglieri e Assessori che rappresentano l’attuale maggioranza. Personalmente sono convinto che solo una minima parte delle colpe del fallimento dell’attuale Amministrazione di centrodestra, sia imputabile al Sindaco Landriscina. Per questo motivo ho sottolineato che la coalizione di Molteni non è altro che un “déjà vu” dell’attuale e che Molteni non è altro che il futuro capro espiatorio messo in campo dai partiti di centrodestra.

  4. È divertente vedere come il candidato Sindaco della stessa coalizione che ha governato la città e che si è resa protagonista di una serie pressoché infinita di svarioni amministrativi, la gestione dei bandi pubblici solo per esempio, dia lezioni, per di più a sproposito, di regolamenti amministrativi. Tuttavia, fa parte della strategia, ormai evidente, della coalizione di centro destra. Tenta di convincere l’elettorato che i “peggiori” non sono quelli che hanno governato male in questi cinque anni ma quelli che proveranno a riportare in auge una città a cui l’ultima Amministrazione di centrodestra ha dato il colpo di grazia. È questo il motivo per cui tante “eccellenze” cittadine, altro che poteri forti, stanno con Minghetti. Non è un problema di colore politico è semplicemente l’esigenza naturale di distaccarsi dalla mediocrità di un centro destra che può al massimo fare un restyling della propria immagine con Molteni al posto di Landriscina ma oltre a questo nulla più.

  5. A Como, purtroppo si gradisce “la destra” è così da tempo. Si votano sindaci che finiscono agli arresti ma, che “non mangiano i bambini” perchè questa sembra essere la più profonda convinzione/preoccupazione di un elettorato intellettualmente sbagliato. Como è terreno di manifestazioni fasciste. Ogni anno Dongo, Giulino, la ricorrenza Ramelli tutte scuse per alzare il braccio nel saluto romano. Ci mancherebbe pure una vittoria dei “Parenti d’Italia”…

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