Una quarantina di dipendenti del Comune di Como delle mense scolastiche – assieme ai rappresentanti sindacali di Cgil, Uil e Cisl – si è radunata questo pomeriggio all’esterno di Palazzo Cernezzi per protestare contro il clima di incertezza che grava sul futuro del servizio pubblico, che entro settembre vedrà chiudere 5 cucine comunali e appaltare ai privati la preparazione di 2.500 pasti (su circa 4mila totali), anche a causa dell’impossibilità dell’amministrazione di rinnovare 48 contratti a tempo determinato. Nei video in presa diretta, gli interventi di alcune dipendenti poco prima della partecipazione alla seduta della Commissione comunale dedicata al tema.
Mense: tutte le tappe della vicenda
Da segnalare che in avvio della Commissione stessa, l’assessore alle Politiche educative, Amelia Locatelli, ha confermato che il personale assunto a tempo indeterminato sarà confermato senza dubbio. L’assessore al Personale, Elena Negretti, ha invece sottolineato che il piano occupazionale ora permette sole 15 assunzioni ma i settori in difficoltà sono numerosi. “E comunque chi è assunto a tempo indeterminato rimarrà sicuramente al suo posto”, ha ribadito Negretti.
Interviste alle dipendenti
Matteo Mandressi, Cgil di Como
Una volta all’interno del Comune, è stata Amelia Locatelli, assessore alla partita, a fare il punto della situazione. Confermati i dati già noti, con la novità che il privato che vincerà l’appalto per i 2.500 pasti da realizzare all’esterno (62%) fornirà anche le derrate alimentari per tutte le cucine che resteranno attive. I plessi interessati dall’esternalizzazione saranno tutti quelli che già vedono i pasti trasportati da cucine situate altrove oltre ai plessi che vedranno la chiusura delle cucine, cioè via Alciato, Breccia, Prestino, scuola dell’infanzia di Monte Olimpino e via Fiume. Il segretario generale del Comune Andrea Fiorella, rispondendo alle domande della consigliere Pd Patrizia Lissi (fortemente critica perché “è già tutto deciso, la partecipazione per questa giunta non esiste”), ha inoltre sottolineato che “anche il punto unico di cottura sarebbe impossibile poiché, non potendo rinnovare i contratti a tempo determinato, non avremmo comunque il personale per il trasporto dei pasti, oltre al fatto che tra individuazione dell’area, appalto e aggiudicazione della gara ci vorrebbero 3 anni: cosa impossibile”.
Per quanto riguarda il bando di gara per l’esternalizzazione dei pasti, Fiorella – su domanda anche della consigliera forzista Anna Veronelli – ha affermato che “è in fase di preparazione, dovremmo andare in gara per la metà di maggio e chiudere per la fine di luglio. In caso di intoppi? Per 3 mesi potremmo prorogare in via del tutto eccezionale, giustificati perché saremmo in fase di aggiudicazione”. La consigliera Barbara Minghetti (Svolta Civica) ha chiesto se il costo dei pasti, una volta appaltati all’esterno, cambierà. Ha risposto l’assessore Amelia Locatelli: “Non credo che i 4,80 euro a pasto di oggi basteranno ma credo che arriveremo a 5 euro”.
L’intervento dell’assessore Amelia Locatelli in commissione
Un commento
L’Assessore mi onora di una citazione. La ringrazio, ma faccio sommessamente notare che è incompleta. Poche righe sopra, infatti, mi esprimevo chiaramente a favore della gestione diretta e del punto unico di cottura. Rimango della stessa opinione.