Giusto, sacrosanto che la politica cittadina si occupi dei senzatetto, dei senza dimora, dei più fragili, di chi – per mille motivi – è finito a far parte degli ultimi, di chi dorme all’aperto, di chi non ha una casa e riesce per miracolo a mettere insieme un pasto solo tra pranzo e cena.
E’ dovere di una città occuparsene, così come deve farlo una società che possa definirsi civile e, ancor prima, hanno l’imperativo di sporcarsi le mani le istituzioni (che pure, tra impossibilità e incapacità, senza il volontariato d’oro che opera laddove ci sono sofferenze e difficoltà, sovente ben poco fanno e possono fare).
Fin qui le premesse chiare e non strumentalizzabili, dunque: mai e poi mai, sotto questa testata, si potrà leggere di senzatetto, di migranti e naturalmente di comaschi in stato di povertà come di un oggetto inanimato, di una generica “questione”, di un numero di protocollo.
Persone: di questo, con tutta la dignità che va loro riconosciuta, stiamo parlando.
Ma stamane – davanti al portico dell’ex chiesa di San Francesco – mentre alcuni senzatetto inveivano contro gli incolpevoli operai di via Mentana, mentre per la milionesima volta arrivava la polizia in massa chiamata dagli abitanti esasperati, mentre nel quartiere – sotto gli occhi sbigottiti di decine di persone – risuonavano urla altissime immerse in un tanfo di urina insopportabile sotto i 30 gradi di fine giugno, una domanda si è fatta largo a spintoni: ma la politica di questa città, oltre che di ciò che accade là sotto, tra materassi gettati sul selciato e condizioni umane inaccettabili, ha qualcosa da dire anche al resto del mondo fuori, a questa donna, ai suoi vicini, a chiunque abiti in via Mentana e si trovi da mesi, anni, ogni giorno, a sobbalzare nel letto svegliato da ambulanze e polizia?
Destra, sinistra e centro – i mitologici rappresentanti delle istituzioni, andando oltre a pietismi pelosi o rutti a mitraglia – sanno ancora parlare e dire qualcosa anche a chi è finito senza colpe in questo (doppio) girone infernale, in questo in incubo immeritato, ingiusto e irrisolto tra mozioni, contromozioni, cavilli, controcavilli e dormitori fantasma?
Sapete ancora parlare a una semplice donna residente a Como, politici. O no?
Un commento
Beh: qui le istituzioni in gioco sono parecchie…