E’ una lettera piena di sconforto e di rammarico – anche se non senza una speranza ancora viva, in fondo – quella che il nostro lettore Roberto Trunfio ha inviato alla redazione (per contattarci e mandare foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp 335.8366795 o alla nostra pagina facebook). Il tema centrale è l’inciviltà dilagante da parte di automobilisti, motociclisti e autisti vari, con veicoli di ogni genere parcheggiati sempre più selvaggiamente in ogni angolo possibile della città, sempre e rigorosamente a danno dei pedoni. Di seguito, il testo con le foto e il video allegati.
Alla cortese attenzione della Redazione di Comozero
Anni di osservazione mi portano a scrivere queste righe, testimoni di un declino ormai troppo lungo nel rispetto delle regole basilari di convivenza nella nostra Como. È un triste teatro urbano che si ripete senza sosta: automobili, motocicli e furgoni che si appropriano dei marciapiedi come fossero padroni indiscussi dello spazio pubblico, relegando i pedoni – cittadini, bambini, madri con i passeggini, sedie a rotelle, anziani – a una pericolosa danza tra il traffico delle strade, rischiando così la propria incolumità.
In particolare, desidero portare alla vostra attenzione il caso di Via Monti, dove recentemente ho filmato una scena che ritengo emblematica: due veicoli, completamente indifferente ai bisogni altrui, occupavano integralmente il marciapiede, spingendo una scolaresca a camminare pericolosamente sulla strada.
Un simile scenario si ripete quotidianamente anche in Via Brambilla, dove i genitori, in un gesto di egoismo esasperante, parcheggiano sui marciapiedi non curandosi della sicurezza dei bambini altrui. La Panda gialla, la Mini Cooper beige, sono quasi sempre loro i protagonisti di questo triste teatro urbano.
Stranamente, o forse no, in quegli orari cosiddetti sensibili, non vi è mai traccia di un vigile, come se il dovere di vigilare sulla legalità e sulla sicurezza pubblica s’evaporasse non appena più necessario.
E voi, cittadini di Como, che con indifferenza siete gli artefici di queste situazioni, non sentite forse un briciolo di vergogna? Oltre a doverci destreggiare tra le cacche dei vostri cani e i bidoni della spazzatura, dobbiamo anche tollerare queste auto che come belve feroci si impadroniscono dei marciapiedi che dovrebbero appartenere a noi, pedoni e cittadini.
Invoco dunque un risveglio delle coscienze, un ritorno a quella civiltà che sembra sfuggirci. È tempo che la città di Como riscopra il rispetto e l’educazione, pilastri di una società che desidera chiamarsi tale. Spero che queste parole non restino un grido nel vuoto, ma che possano essere l’inizio di un cambiamento, per il bene di tutti noi.
Con mal riposta speranza,
Roberto Trunfio