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Comunali-Politiche Como: il centrosinistra e la maledizione degli 11mila voti. Rapinese, impresa certificata

A tre mesi esatti di distanza, è interessante il parallelo virtuale che offrono i voti espressi a Como città nelle elezioni comunali del 26 giugno scorso e ora in quelle politiche (dati Camera).

Partiamo dai vincitori di entrambe le tornate, ossia il centrodestra. Quando si votò per il nuovo sindaco (primo turno) il centrodestra si presentò con il classico schema Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia. Complessivamente – con affluenza al 45% – la coalizione prese 8.095 voti. Il centrosinistra formato da Pd, Lista civica Minghetti, Europa Verde, Agenda Como 2030 (che inglobava Italia Viva, Azionee e +Europa) e l’alleanza di varie sigle di sinistra prese 11.442 voti. Infine, sullo scenario comunale balzò Alessandro Rapinese la cui lista prese 7.788 voti (ma il candidato da solo arrivò a 8.443 e si aggiudicò il ballottaggio, mentre Minghetti da sola arrivò a 12.173 e Giordano Molteni da solo rimase fuori con 8.341: tutti e tre i principali sfidanti fecero comunque meglio delle loro coalizioni).

E veniamo alle Politiche.

Il centrodestra a Como città – sostanzialmente nello stesso formato delle comunali ma trainato da FdI – ha raggranellato 16.482 voti (ben più del doppio del primo turno di giugno, ma con affluenza al 68%, 23 punti in più del primo turno di allora). Il centrosinistra formato da Pd, +Europa, Alleanza Verdi-Sinistra e Di Maio ne ha presi 11.205.

Ora spostiamoci al ballottaggio delle comunali di giugno.

Rapinese, poi vittorioso, riuscì a salire a 14.067 voti, prendendo solo 2.400 in meno del centrodestra alle Politiche appena concluse, ma tenendo conto anche dell’ulteriore divaricazione sul dato dell’affluenza (al ballottaggio comasco votò il 35.74% degli aventi diritto, contro il 68% delle Politiche: con una partecipazione maggiore nello scorso giugno è assai probabile che i dati di Rapinese alle comunali e del centrodestra trionfante alle Politiche si sarebbero ulteriormente avvicinati e questo dimostra ancora una volta l’impresa compiuta dal candidato civico).

Minghetti, al ballottaggio di giugno, per il centrosinistra confermò sostanzialmente i voti della coalizione al primo turno: 11.345. Ossia una cifra sostanzialmente sovrapponibile a quanto il centrosinistra ha preso ora alle Politiche, cioè 11.205, e peraltro la stessa cifra che prese il predecessore sconfitto al ballottaggio 2017, Maurizio Traglio, che arrivò a 11.720. Per quanto incredibile, pur con variazioni di affluenza enormi (al primo turno delle comunali fu del 45%), la soglia psicologica degli 11mila voti per il centrosinistra sembra quasi un muro invalicabile.

Infine, un ultimo elemento, l’ottima performance nel capoluogo di Calenda-Renzi, probabilmente trainati anche dall’effetto Anna Veronelli. Alle Politiche di due giorni fa, Azione-Italia Viva hanno preso in città ben 5.360 voti contro i soli 929 di Agenda Como 2030 alle comunali, che includeva gli stessi partiti oltre a +Europa; e va tenuto presente anche che il Movimento Cinque Stelle, che alle comunali non si presentò, ha intascato ora 2.845 voti.

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2 Commenti

  1. Mi sfugge il senso di dare un confronto dei voti assoluti tra un ballottagio (2 sole opzioni) e le elezioni politiche con 5-6-7 schieramenti.

    Se proprio volessimo fare un confronto, andrebbe fatto sul primo turno, ma i numeri son ben diversi.

  2. Il Rapi alle comunali (tralasciando il primo turno in cui a destra si è consumato il derby con Molteni) ha preso gli stessi voti della destra alle politiche.
    La dimostrazione lampante di come sia da considerare a tutti gli effetti un uomo di destra.

    Impresa mica tanto, quindi…

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