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“Frontaliere? No, io ho scelto la Svizzera. Lavoro, stipendio, tasse, traffico: il confronto con l’Italia”

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato due storie di altrettante donne frontaliere in Svizzera (qui il primo articolo, e qui il secondo). Inutile dire che le esperienze dirette raccontate a ComoZero – tra luci e ombre del vivere e lavorare a cavallo della frontiera – hanno innescato discussioni fiume e decine di commenti (con quelli incivili ovviamente bannati). Oggi offriamo una terza testimonianza, quella di Stefano Celli che però ha una particolarità: da Torino si è trasferito in Svizzera, per la precisione a Lugano. Una scelta precisa, con l’obiettivo – usiamo le parole dell’autore – “non cadere nella trappola del frontalierato”. Ecco di seguito i perché, nel testo integrale (e se sul mondo del frontalierato vuoi raccontarci la tua esperienza diretta o la tua opinione, scrivi a redazionecomozero@gmail.com).

Buongiorno,

ho con piacere letto il vostro articolo riguardo la “frontaliera”, sicuramente ha scelto una vita dura e faticosa ma vorrei condividere con voi la mia esperienza. Senza dilungarmi troppo sul come ho trovato lavoro in Svizzera vi racconto che sono di Torino e mi sono trasferito a Lugano nel lontano 2010, appena finito gli studi in Architettura. La mia scelta, condivisa allora con la mia compagna, ed ora mia moglie, è stata quella di non cadere nella trappola del frontalierato nonostante in molti ce lo consigliarono.

Traslocare ?

Ci sono due aspetti, il primo e più pratico, è quello del vantaggio economico, arrivando da lontano comunque ci sarebbe servita un’abitazione in affitto, quindi pagare per pagare abbiamo optato per una soluzione vicino al posto di lavoro anche se il costo di un affitto a Lugano è circa il doppio rispetto alla zona di confine e circa il triplo della mia città d’origine. Senza contare che 100km al giorno non sono affatto gratis (22’000 km/anno vuol dire un auto nuova ogni 4 anni, 3000 euro di carburante e 450 ore di auto)

Il secondo è di natura etica, qui guadagno il pane ed è giusto che il centro della mia vita sia qui, anche se mollare tutto non è facile. Oltre alla paga però c’è anche la possibilità di lavorare, in Italia otre alla paga bassa è difficile trovare un lavoro questo è il problema. È una società fondata “sulla pensione dei nonni”.

Il lavoro in Svizzera

Chi ci lavora lo sa, non è tutto oro quello che luccica, ma è veramente difficile fare il paragone con la vicina Italia anche perché la differenza tra lo stipendio lordo e lo stipendio netto è abissale, così come è differente il rapporto diritti / doveri dei lavoratori; nel mio campo fino a pochi anni fa, mancando il contratto collettivo esistevano pochi diritti, molti doveri e una concorrenza spietata di neo laureati disposti a lavorare quasi gratis (tra gli architetti, escludendo i presenti, molti sono di buona famiglia e il reddito non è un problema, cosa diversa per chi è arrivato a Lugano come me con un saldo di -40 franchi sul conto, costo della carta bancomat).

Il primo stipendio si aggirava al 100% intorno ai 2000 franchi lordi, poco meno netti, negli anni, per fortuna si è triplicato raggiungendo la paga mediana del Ticino.

Quello che sembra una mancanza di diritti, ovvero il fatto che si possa essere licenziati in 3 mesi senza nessuna motivazione particolare, è compensato dagli ammortizzatori sociali piuttosto ben organizzati (cassa disoccupazione) che aiutano solo i residenti, non i frontalieri, altro motivo per preferire il trasferimento.

Detto ciò per una posizione analoga le paghe in Ticino, Cantone più sfortunato proprio per la concorrenza transfrontaliera, sono circa 2 volte quanto percepito in Italia, sul lordo, ma sulla busta paga molto di più per la diversa tassazione.

Le tasse

La tassazione è estremamente diversa dall’Italia, innanzitutto per frontalieri e dimoranti non residenti, è “alla fonte” cioè trattenuta sullo stipendio, e consente una detrazione fiscale piccola (ma non assente come molti pensano), l’aliquota va in base al reddito e vanno anche detratti gli oneri sociali (anche i frontalieri prendono la pensione svizzera…ovviamente)

Per i residenti, cittadini svizzero o stranieri non fa differenza, lo stipendio percepito è soggetto solo alle trattenute degli oneri sociali, poi va fatta la dichiarazione dei redditi e si pagano le imposte a fine anno. Le aliquote sono molto proporzionali al reddito e alla situazione familiare, per una stessa paga lorda si possono arrivare a un rapporto di 5 a 1 a vantaggio di chi a figli e coniuge a carico.

Perché trovo la tassazione dei frontalieri un po’ troppo vantaggiosa? Almeno fino ad adesso, con la nuova revisione le cose cambieranno… Beh lo stipendio lordo andrebbe tassato con le condizioni del paese in cui si risiede e di cui si usano i servizi (sanità, scuole, amministrazione pubblica, trasporto pubblico, strade ecc); esempio:

Paolo lavora in Svizzera, guadagna 4000 franchi/mese (quindi poco per la Svizzera), e viene tassato con l’aliquota proporzionale svizzera che per un reddito basso è piccola, porta a casa 3200 netti.

Marco lavora in Italia, guadagna 3500/euro (quindi tanto per l’Italia) e viene tassato secondo l’aliquota italiana, grande, porta a casa 1700 netti. Il colmo è che Paolo che guadagna di più paga meno tasse, percepisce un netto quasi doppio, e lo Stato da lui non incassa quasi niente.

Il traffico

Qui c’è poco da dire, in Ticino non ci si muove, frontalieri, turisti pendolari intercomunali… le strade sono poche e sottodimensionate, nelle ore di punta si viaggia alla media dei 10 km/h quindi meglio lavorare vicino a casa.

Spero sia di vostro interesse, buona lettura.

Tassa sulla salute ai frontalieri, Sertori (Regione Lombardia): “Non abbiamo indagato sui redditi, ecco la verità”

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30 Commenti

  1. Io sono frontaliere, ma sinceramente basta organizzarsi con altre persone per il viaggio ,io uso la macchina una sola volta a settimana e negli altri viaggi quando non tocca a me guidare ,faccio un pisolino.
    E per il traffico ,come qua in grigione ,tante ditte offrono loro il mezzo come ad esempio un pulmino che evita di usare una macchina a persona a volte .
    È inutile che faccio un sacrificio già di lavorare in un’altro paese ( visto che in Italia ormai è impossibile campare con una famiglia perché ormai tassano anche l’aria con quei 4 soldi che guadagni facendo 1000 ore di lavoro)per poi non stare almeno un po bene economicamente ..diciamo dormire sonni tranquilli.
    Grazie comunque alla Svizzera

  2. Frontaliere da fine anni 90 quando eravamo poco più di 30.000 e si stava veramente bene come condizioni lavorative. Dopo la firma dei bilaterali un aumento esponenziale del traffico dai 20 minuti Como Lugano si è passati in poco tempo a un’ora buona e idem il ritorno. Condizioni di lavoro sempre peggio.
    A fine 2022 ciao ciao Svizzera

  3. Io sarei x una settimana di sciopero dei maia Ramina poi verrei a vedere neanche il caffè alla mattina potrete bere xche chi lavora alle 5 del mattino sicuramente non è patrizio

  4. Comunque cara redazione meno male che nell’articolo vi vantate di aver bannato i commenti incivili….

  5. L’architetto di Torino, fino a quando non ha ottenuto il permesso di domicilio, almeno 5 anni, ha pagato le imposte alla fonte, poi ha deciso di chiederlo in base alla sua visione di vita che penso abbia spiegato bene essere presuntuoso, scelta condivisibile o meno, ma corretta.

  6. Si ma che due balle con sti frontalieri, sembra che lavorino solo loro, tra loro che piangono miseria perché devono farsi la
    Strada per andare a lavorare o devono prendere i mezzi, e gli svizzeri che si lamentano dei frontalieri , quelli che si lamentano dei parcheggi italiani all’estero e quelli che si lamentano dei parcheggi ticinesi in Italia non se ne può più santo cielo! I frontalieri hanno scelto di andare al di là del confine a lavorare facendo le opportune considerazioni su pro e contro, chi lavora di qua idem, gli svizzeri se ne facciano una ragione o vadano anche loro dove gli conviene di più però basta , basta! O ci dichiariamo guerra e chi perde tace per sempre o se no è anche ora di piantarla un po’ li

  7. Problema “etico” davvero dubbio, dato che uno Stato ti ha formato e poi ti trasferisci. Scelta lecita, per carità.. ma non facciamo gli eroi/paladini.
    Comunque, di buono è che ha centrato il punto: se la scelta tra frontalierato e residenza fosse banale, il gregge si sposterebbe tutto da una parte o dall’altra. L’interesse di un governante illuminato dovrebbe essere a sostegno di ciò, per prevenire esodi di massa.
    Il nostro paese (Italia) ha già abbastanza fughe di contribuenti (prima che di cervelli).

    1. L’unico problema etico che esiste, e l’Architetto ne parla, è lo sfogo dei nostri “giovani italiani brillanti laureati” che vedono la Svizzera come sfogo alla frustrazione di essere “giovani italiani brillanti, laureati e …..sottopagati” da imprenditori molto poco lungimiranti e di cui l’etica del lavoro frega solo quando parlano di relazioni sindacali o delle loro simpatie politiche. Questo è il problema etico da affrontare.

    2. Ti sei dimenticato di un particolare che i comuni di residenza sulla fascia di confine dove risiedono i così detti frontalieri ricevono circa il 36% di ristorno delle tasse versate in Svizzera dai Lavoratori Frontalieri.
      Esempio il comune dove risiedo io ha percepito ben 490.000 € di ristorno. Il comune Como ha percepito tre volte tanto. Non bisogna dire solo ciò che fa comodo. Ma dire tutto.

      1. Il problema é che comunqueni frontalieri pagano poche tasse non dimensionati rispetto ai servizi che ricebono in italia. O comunque contribuiscono molto meno dei lavoratori italiani. Inutile che si continui a dare i dati aggregati dei ristorni. Fornite una stima dei dati individuali piuttosto. Del resto l’articolo gia segnalava come le tqsse pagate din svizzera siano ben piu basse. In aggiunta delle tasse pagate, in italia lei aggiunge che ci arriva solo il 30%. Quindi qvete netti molto piu alti e pagate poco nulla per i servizi che prendete dall’italia.

  8. Con queste continue vessazioni dello stato italiano a danno dei frontalieri ( non sanno più come recuperare soldi per i loro benefit da mantenere) fra qualche anno avremo sicuramente un drastico calo dei frontalieri e un esponenziale aumento dei domiciliati così avranno ottenuto un nulla, e i comuni di confine che vivono di ristorni dei frontalieri rimarranno in braghe di tela
    Sicuramente un giovane non opterá per una vita di sacrificio dove parti da casa alle 5.30 e rientri alle 18.30 con una insicurezza, senza protezioni, edovendi mantenere uno stato famelico e vessatorio per il solo fatto che ti definiscono frontaliero

    1. Hai perfettamente ragione…e dallo stipendio netto svizzero hai dimenticato di togliere anche le imposte cantonali, comunali e federali che i domiciliati pagano. Io penso che la Svizzera sia un bellissimo paese che ti dà forse più sicurezza rispetto all’Italia, ma se vivi e lavori lì, alla fine del mese non ti rimane molto poco da spendere. Inoltre comperarsi una casa in Svizzera è molto più difficile che in Italia e il lavoratore ha molti meno diritti (congedi, ferie ecc. ) In conclusione a guadagnarci sono solo i ftontalieri, allo stato attuale. E infine sarei proprio curiosa di conoscere le vere origine del “nostro amico R” che ci stima così tanto; le vorrei sapere solo perché sono sicura che, il vero svizzero, è un signore e non si abbassa a tanta meschinità e frustrazione. Facci sapere e vivi sereno 😉

  9. Discorso molto fazioso e carico di preconcetti, a partire dal mito che in Italia si paghi il 50% di tasse sullo stipendio lordo, 3500 lordi non ti portano un netto di 1700, è ben più alto. Tralasciando poi la maggiore tutela lavorativa che c’è in Italia (quasi ovunque, se il datore di lavoro è onesto) come giorni di ferie, permessi, licenziamento… Il sistema svizzero ti dà un vantaggio se non vivi li: avere 5000 franchi netti al mese a cui poi devi togliere assicurazione sanitaria, affitti stellari, spesa al costo praticamente doppio di quello italiano, alla fine non è che resta molto più di quello che mette da parte uno che vive e lavora in Italia a parità di lavoro.

  10. La guerra al frontalierato continua, peccato che senza frontalieri i cantoni di frontiera (Francia, Germania, Italia) avrebbero un crollo per la mancanza di lavoratori, così come il sistema sanitario svizzero.
    Non avrebbe senso nemmeno vivere in Lombardia senza la possibilità di lavorare in Svizzera, tanto varrebbe vivere sotto il Po’ in Regioni più civili e con meno inquinamento.

  11. Bravo, uno dei pochi che sa fare i conti. Io frontaliere, ma fortunatamente abito a 4 minuti di moto dal posto di lavoro, ma facendo l:autista il traffico me lo becco comunque. L’unica cosa che il camion non è mio ed il carburante non è il mio. Giustamente come dice l’architetto… Non è tutto oro quello che luccica. Io guadagno bene ma se guardiamo le ore… A volte guadagno 10 franchi l’ora. Buona vita.

  12. L’ Architetto di Torino, forse volutamente, ha tralasciato di nominare un “argomento” che senza dubbio potrebbe venire usato a favore del vivere in Svizzera = la SICUREZZA !
    Non di solo pane vive l’ uomo….

    1. …..esticazzi…..la sicurezza (in maiuscolo poi), saranno 30 anni che se ne parla in ogni occasione; gli imprenditori della paura hanno lavorato davvero molto bene (va riconosciuto)….se qui è così insicuro, vada subito oltreconfine (anzi, controvento) tanto ci sarà sempre qualcuno più sicuro e più a nord della Svizzera (mi piacerebbe vedere le pendenze fiscali di quelli che vi ci sono rifugiati all’improvviso, così, per dire….. – evidentemente non l’architetto di Torino, che scrive e argomenta molto bene e che è stato un piacere leggere)

  13. Contributo molto interessante.
    Uno dei pochissimi a fare i calcoli veri (ad esempio costo della macchina, carburante e ore di vita « perse »)e a parlare di etica.

  14. Testimonianza molto interessante, anche perché il signore evidenzia come il vero problema, in Italia, non sono gli stipendi lordi ma il netto in busta paga, che a causa di una tassazione da usurai viene di fatto dimezzato.

    1. L’architetto, essendo di Torino, avrà usufruito della scuola pubblica italiana per un ventennio (dall’asilo alla laurea), scuola che ha rette basse (soprattutto se confrontate con quelle svizzere o di altri Paesi) grazie alle tasse che altri hanno pagato. Quindi non faccia tanto il moralista perché ha sfruttato l’Italia finché gli ha fatto comodo senza restituire nulla, cosa che i frontalieri invece fanno… Poi se il problema è che questo stato deve mantenere le tasse elevatissime perché bisogna pagare i vitalizi ai politici o gli straordinari per la spalatura della neve a ferragosto a Palermo, la colpa non è certo dei frontalieri

      1. L’architetto e la sua famiglia avranno pagato le tasse che gli davano diritto di frequentare la scuola ed il resto, diritto di cui usufruiscono tutti compresi i tanti evasori del belpaese. Ma poi cosa vuol dire? che se vivi in un paese e usi i servizi di cui hai diritto poi non ti puoi trasferire? Fatelo sapere alle migliaia di italiani che sono emigrati e stanno emigrando in cerca di un lavoro serio, frontalieri compresi, così che possano farsi un esame di coscienza……

      2. Ma che stai a dire, noi a Palermo a ferragosto la neve non la spaliamo ma usiamo la cala della neve, così finiamo prima e c’è ne andiamo a Mondello a prendere il sole. Saluti

    2. La tassazione italiana é simile a quella francese e tedesca, la differenza la fanno i lordi.

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